Renato Pacchione

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Proprietario Casa
Buongiorno a tutti
Ricevo dalla Agenzia delle Entrate un accertamento che mi esclude il diritto alle agevolazioni prima casa, in quanto immobile con superficie superiore a 240mq. Ad una verifica con il tecnico di fiducia emerge che lo stesso geometra che curò nel 2005 la pratica di concessione edilizia, provvede nel 2006 all'accatastamento dell'immobile solo che
i locali non abitabili (altezza di mt 2,40) ed altri locali indicati a progetto come "autorimessa" o "soffitte" o "cantine" vengono accatastati come "taverna" o "camere".
In base a quanto in catasto l'Agenzia delle Entrate emette il recupero delle imposte e sanzioni.
Come posso difendermi da questa supposizione??
(PS: l'immobile risulta ancora non completamente finito)
Grazie
Renato Pacchione
 

Adriano Giacomelli

Membro dello Staff
Proprietario Casa
Ma la prima risposta te la deve dare il tecnico che ha curato l'accatastamento.
Capire se la difformità è stato un errore incomprensibile del tecnico o se il catasto ha errato la destinazione dei vani indicati inabitabili.
Insomma l'errore c'è, se del tuo tecnico non hai scusanti, se fosse del catasto puoi recuperare facendoti fare una correzione della posizione in catasto.
 

raffaelemaria

Membro Assiduo
Professionista
non dici quali destinazioni hanno i locali in concessione edilizia, è opportuno verificare se corrispondono con quanto dichiarato al catasto. Certo che se i locali hanno altezza 2,40 e le norme locali escludono che possano essere abitabili è incomprensibile l'accatastamento del 2005
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Inizialmente l'accatastamento avrebbe dovuto interessare solo la parte utilizzabile, terminata. L'altra l'avrebbe dovuta dichiarare in corso di costruzione. La dichiarazione di taverna e camera per locali inferiori a requisiti minimi di salubrità, altezza, superficie, rapporto aero-illuminante è stata conseguente il reale utilizzo? In tal caso oltre ad essere un abuso edilizio è anche sconveniente, sebbene debba essere dichiarata la reale destinazione. Forse il tecnico avrebbe dovuto essere più accorto. Comunque puoi riproporre una docfa per diversa distribuzione degli spazi interni.
 

Renato Pacchione

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
ringrazio tutti per le risposte. In effetti la situazione è a dir poco SURREALE.
nel 2005/2006 è avvenuto quanto vi ho scritto. Nel 2007 l'immobile viene inserito in vendita giudiziaria. Nel 2008 la CTU del tribunale provvede alla perizia e, nonostante le evidenti discordanze, certifica sia la conformità del progetto, sia che NON ESISTONO DISCORDANZE FRA CONCESSIONI EDILIZIE E CATASTO (!). Nel 2012 acquisto l'immobile e una volta in possesso della titolarità, acquisisco le varie documentazioni.
Nonostante quanto dichiarato dal CTU, mi tocca procedere a chiedere concessione in sanatoria (con i costi che sappiamo) che riesco ad ottenere nel settembre 2014.
(rimangono ancora da sanare due muretti esterni in CA nel giardino presso il genio civile).
Ora arriva anche questa novità dal Catasto/Agenzia Entrate.
Quindi chi provvedette a concessioni e accatastamenti nel 2005 non era un mio tecnico
 

raffaelemaria

Membro Assiduo
Professionista
Sacrosanto quello che scrive Renato Pecchioni. Non ci si può fidare di quello che scrive il ctu, prima di acquistare all'asta è opportuno incaricare un tecnico di fiducia per verificare almeno la conformità edilizio/urbanistica e catastale. Troppi ctu non svolgono neppure l'incarico, lo affidano ad altri tecnici per cifre irrisorie che non compensano la ricerca dovuta, firmano soltanto. Se te la senti, dopo le opportune verifiche, fai causa al ctu per risarcimento danni, penso pure che gli competa una denuncia penale; io, ripeto dopo le dovute verifiche, segnalerei anche il fatto al presidente del Tribunale che dovrebbe prendere provvedimenti nei confronti del ctu.Meglio se fai scrivere da un avvocato.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Se dopo l'acquisto all'asta di un immobile periziato da un CTU ci si accorge che la perizia è errata occorre rivolgersi al proprio legale perché faccia ricorso al giudice della procedura lamentando l'errata consulenza, eventualmente chiedendo i danni. Il giudice, accertata la veridicità del ricorso procederà a rettificare la consulenza e prenderà i dovuti provvedimenti nei confronti del CTU responsabile che sarà certamente cancellato dall'elenco dei consulenti tecnici del tribunale.
Dice bene raffaelemaria, molti CTU che masticano poco la topografia si avvalgono della collaborazione di colleghi, quantomeno attrezzati, anche se non esperti, per dare risposte ai quesiti. Sovente chiedono al giudice l'autorizzazione di potersi avvalere di una collaborazione. Evidentemente, il risultato, come sempre, è in funzione della professionalità, dell'esperienza e del costo del collaboratore.
 

Renato Pacchione

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Già mesi addietro ho chiesto udienza al giudice incaricato della procedura ottenendo una sorta di "me ne frego" ma
questo non toglie che nell'immediatezza mi trovo a dover fronteggiare l'accertamento della Agenzia delle Entrate. Per questo chiedevo se in caso di discordanza fra accatastato e urbanistico ci sia una via per far rettificare l'accertamento
 

raffaelemaria

Membro Assiduo
Professionista
Non hai ancora detto se quanto autorizzato corrisponde a quanto accatastato. In base a quanto risulta in Comune si possono fare delle proposte. Che il Giudice abbia risposto "me ne frego" a te, non lo farà se sarà un avvocato ad esporre la situazione. Probabilmente a ce ti ha risposto in modo evasivo, occorre scrivere con posta garantita (raccomandata)
 

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