gualtiero zallini

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Mia sorella lo scorso anno decise, autonomamente, di prendere mia madre dalla casa di riposo in cui viveva e di trasferirsi con lei ed il suo compagno nella casa di proprietà di mia madre.
Nel frattempo decise di effettuare dei lavori di ristrutturazione, usufruendo delle agevolazioni fiscali, concordando verbalmente con me una cifra massima che gli avrei riconosciuto ( per metà) in caso di vendita della casa.
Ora, venuta meno mia madre, in fase di divisione della proprietà mi comunica che il costo della ristrutturazione è stato superiore a quello concordato e vuole che glielo detragga dalla stima della casa. Io non sono d'accordo perchè le opere realizzate non hanno influito sul valore totale, ma solo funzionali per la sua vita in quella casa.
La situazione è che attualmente lei continua a vivere in casa di mia madre, non vuole vendere e neanche mi riconosce una sorta di affitto. Come dovrei comportarmi ?
 
O

Ollj

Ospite
Dato che sua sorella non intende spontaneamente corrisponderle quanto pro/quota dovutole a ragione dell'uso esclusivo che fa dell'immobile, non le rimarrà che procedere legalmente. Le servirà un legale che:
- chiederà a sua sorella il corrispettivo per l'uso dell'immobile
- inizierà la procedura per la divisione giudiziale della comunione ereditaria ex art. 713 ss. del CC; trattandosi di benei immobile ai sensi dell'art. 720 CC:
Se nell' eredità vi sono immobili non comodamente divisibili, o il cui frazionamento recherebbe pregiudizio alle ragioni della pubblica economia o dell' igiene e la divisione dell' intera sostanza non può effettuarsi senza il loro frazionamento, essi devono preferibilmente essere compresi per intero, con addebito dell' eccedenza, nella porzione di uno dei coeredi aventi diritto alla quota maggiore, o anche nelle porzioni di più coeredi, se questi ne richiedono congiuntamente l' attribuzione. Se nessuno dei coeredi è a ciò disposto, si fa luogo alla vendita all' incanto

I costi per la divisione dell'eredità graveranno su entrambi gli eredi e ciò anche se la richiesta di divisione pervenisse da uno solo di essi (lei)
La vendita all'asta non sarà di certo vantaggiosa; preferibile troviate un accordo per vendere l'immobile consensualmente.

Quanto alle spese fatte da sua sorella, lei dovrà corrispondere pro quota quanto sia risultato effettivamente a vantaggio dell'immobile (non importa che quanto speso abbia incrementato o meno il valore dell'immobile);in capo a sua sorella l'onere di dimostrare che quanto speso sia stato fatto a beneficio effettivo della proprietà comune.
 

gualtiero zallini

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
La ringrazio per le informazioni; ho capito che in ogni sarà il caso di trovare un accordo consensuale. Non ho compreso una cosa: mia sorella sicuramente sarà in grado di dimostrare le spese effettuate per la casa ( sia in termini di ristrutturazione , che di acquisto di elettrodomestici/arredi ), da quanto ho capito sarebbe sua intenzione usufruire degli sgravi fiscali previsti .
Considerando che lei ha convissuto con mia madre solo tre mesi, da febbraio ad inizio maggio,quando è mancata ; precedentemente era in casa di riposo ed anche nel periodo che era in casa è stata più volte ricoverata, è la casa risulta tuttora intestata solo a mia madre, mia sorella avrebbe sempre diritto agli sgravi ? Insomma posso provare ad usare questa "carta" ?
Ma poi come dimostrare che spendere 10.000€, solo per rivestimenti e sanitari di un bagno, sicuramente saranno a vantaggio dell'immobile, ma troppi!
grazie ancora.
 
O

Ollj

Ospite
Rileggendo il quesito...
Sua sorella, al tempo dei lavori, era proprietaria pro quota dell'immobile (da successione di suo padre)? Non lo fosse stata:
- non essendo comunista non potrà pretendere il rimborso ex 1104 cc ed in ogni caso non per le spese su indicate (l'art.1104 Cc fa riferimento a ben altra situazione)
- al massimo, sua sorella avrebbe potuto pretenderlo da mamma, dimostrando la negotiorum gestio; ma lei precisa che la stessa ha avanzato domanda per la detrazione fiscale: la stessa può avanzarsi solo per l espese sostenute in nome proprio e non in vece altrui (come nella gestione d'affari), a riprova che sua sorella avrebbe operato sapendo di non gestire alcun affare di altri (ma solo il suo).
 

gualtiero zallini

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Salve, dopo vari tentativi di conciliazioni bonari, i rapporti tra noi si sono esasperati e a volte hanno del paradosso. In attesa ancora di definire le pratiche di successione, entro il prossimo mese, la situazione è che mia sorella continua ad utilizzare l'immobile ad uso esclusivo, senza riconoscermi nulla. Anzi mi ha chiesto, credo dopo aver avuto consulenza, il 50% delle spese condominiali, manutenzione annuale della caldaia, spese di manutenzione accordate con il vicino, ma non con me, ecc..
Sta inoltre effettuando le volture a suo nome delle utenze (luce,gas,ecc.).
Adesso non so come comportarmi, pagherei le spese relative al condominio, ma le altre?
Per ottenere il contributo per l'uso esclusivo dell'immobile dovrei rivolgermi necessariamente ad un legale, nel caso non voglia riconoscermi nulla ?

Per quanto riguarda la valutazione della casa mi sta prospettando una perizia da un tecnico del tribunale, sicura che comunque gli riconoscerà tutte le spese sostenute e certificabili (anche perchè è nelle sue intenzioni procedere alle detrazioni fiscali).
Secondo voi la perizia del tribunale sarebbe in linea con il valore di mercato dell'immobile, e per quanto riguarda le spese sostenute per i lavori di ristrutturazione ? Cosa potrebbe essere escluso ?
Sarebbe possibile "farmi passare"anche l'eventuale quota di detrazione fiscale, anche se tutte le spese sono state fatturate a suo nome ?
Spero in qualche "illuminazione".
 

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