rita dedè

Membro Attivo
Proprietario Casa
In ogni caso: quanto ricevuto con il metodo retributivo non è parametrato ai contributi versati. C'è uno squilibrio di base e tutto si reggeva sul fatto che pochi giungessero a pensione e/o in pensione non perdurasserpea lungo (dati i molti che lavoravano)

Ecco bravo!
Su questo punto,vanno in escandescenza i politici tedeschi!
 

quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
Unico modo esistente allo stato attuale per spendere meno risorse nelle pensioni:
- troppi pensionati rispetto alla forza lavoro esistente
- troppi pensionati che assorbono più risorse rispetto ai contributi versati
Perché vi lamentate tanto...
Accettate l'unica cosa onesta: vostra pensione quantificata sulla base dei soli contributi versati
Fate spallucce! Eh già :innocente:
Se ne può discutere...prossimamente da Quiproquo.
 

essezeta67

Membro Senior
Proprietario Casa
Permettimi dire che dubito della serietà di simile affermazione (per la parte evidenziata) salvo tuo padre non appartenga ad una delle categorie "privilegiate"...ma dici abbia "versato" per 40 anni.

E' matematicamente dimostrabile che in 10 anni non si riceve quanto versato in 40!!!
Forse tu ometti di considerare quanto l'azienda ha versato e ti riferisci solo alla quota visibile in busta paga.

Avevo già dato dimostrazione della questione..ne ripeto un cenno.

L'aliquota media a carico ditta (salvi ulteriori sgravi ed agevolazioni) è pari al 32,70% della retribuzione lorda per la generalità dei lavoratori dipendenti. La quota a carico del dipendente è normalmente pari al 9,19% della retribuzione.

32,7+9,19=41,89%

Il che significa che 40 anni di versamenti..."empiricamente" li pareggi solo dopo 26 anni.
Mio padre è stato un artigiano e quindi ha versato i contributi in tal senso (a quel tempo l'aliquota massima che ha versato era il 20% dell'utile da impresa).....
Conosco bene come funzionano i contributi dei lavoratori dipendenti e quanto è a carico dei datori di lavoro....per lavoro predispongo buste paga da 30 anni......
l'aliquota versata dai datori di lavoro comprensiva della quota del 9.19 (o 9.49 per alcune categorie) a carico dei dipendenti va dal 33.90% al 45.07% (a seconda del settore di inquadramento della ditta)....
 

essezeta67

Membro Senior
Proprietario Casa
In ogni caso: quanto ricevuto con il metodo retributivo non è parametrato ai contributi versati. C'è uno squilibrio di base e tutto si reggeva sul fatto che pochi giungessero a pensione e/o in pensione non perdurasserpea lungo (dati i molti che lavoravano)
Eh già!!! Nei decenni passati una decina di lavoratori privati mantenevano insieme: 1 dipendente statale, 1 pensionato, 1 in malattia, 1 disoccupato, 1 cassaintegrato (e aggiungo 1 politico)...
Fra poco, visto l'andazzo, il pesante fardello sarà in carico a un solo lavoratore.....
 

Gagarin

Membro Assiduo
Professionista
I diversi interventi hanno deviato (alcuni moltissimo) dal problema posto inizialmente.
Vorrei solo aggiungere (deviando anch'io) che pure io sarei d'accordo sul calcolo della pensione esclusivamente contributivo, ma, in questo caso, bisognerebbe lasciare liberi i cittadini di scegliersi il gestore dei propri soldi, senza obbligarli a versarli all'INPS (ente che, ritengo, prima o poi fallisca completamente e che, in ogni caso, non rivaluta adeguatamente i soldi versati), obbligandoli, però, a versarli comunque ad una forma di previdenza (cioè evitando che se li spendano per le spese correnti). Grazie a tutti per gli interventi, anche se solo un paio hanno appena toccato il vero nodo che ponevo: perchè l'età pensionabile, legata all'aspettativa di vita, dovrebbe comunque continuare ad aumentare (e così pure le rendite assicurative ed i rimborsi sulle polizze vita), anche quando l'aspettativa di vita si riduce.
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Mio padre è stato un artigiano e quindi ha versato i contributi in tal senso (a quel tempo l'aliquota massima che ha versato era il 20% dell'utile da impresa).....

Solo che quando si versavano contributi bassi l'età da pensione arrivava inderogabilmente a 65 anni ed era equiparabile alla minima (sociale)..e versavi comunque sia che facessi utili sia che non vi fossero.
Ora il livello si è alzato...ma il "minimo" continui a pagarlo anche se non fai utile.
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
perchè l'età pensionabile, legata all'aspettativa di vita, dovrebbe comunque continuare ad aumentare (e così pure le rendite assicurative ed i rimborsi sulle polizze vita), anche quando l'aspettativa di vita si riduce.

Per le ragioni fin qui spiegate.
Hanno distribuito prima quel che non potevano dare...i prossimi avranno meno pagando sempre di più...o forse non avranno nulla.
 

quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
I diversi interventi hanno deviato (alcuni moltissimo) dal problema posto inizialmente.
Vorrei solo aggiungere (deviando anch'io) che pure io sarei d'accordo sul calcolo della pensione esclusivamente contributivo, ma, in questo caso, bisognerebbe lasciare liberi i cittadini di scegliersi il gestore dei propri soldi, senza obbligarli a versarli all'INPS (ente che, ritengo, prima o poi fallisca completamente e che, in ogni caso, non rivaluta adeguatamente i soldi versati), obbligandoli, però, a versarli comunque ad una forma di previdenza (cioè evitando che se li spendano per le spese correnti). Grazie a tutti per gli interventi, anche se solo un paio hanno appena toccato il vero nodo che ponevo: perchè l'età pensionabile, legata all'aspettativa di vita, dovrebbe comunque continuare ad aumentare (e così pure le rendite assicurative ed i rimborsi sulle polizze vita), anche quando l'aspettativa di vita si riduce.
Io non ho gli attributi calcolatori come i tanti intervenuti...mi limito solo ad aggiungere che il dato su cui hai postato l'argomento è un pò ballerino...
senza per questo considerarti il patner del movimento danzante...
E' stato intervistato nello stesso giorno del topic un Esperto di mestiere su una
nota tramissione radiofonica di RAIradio3 che alcuni di voi, sbagliando, e frettolosamente quasi deridettero alla mia valutazione positiva sulla RAI e in particolare sulla 3 televisiva e radiofonica...omissis...Bene, questo signore invitato
al dibattito aperto proprio sullo stesso tema di Gagarin che era appena salito
all'onore della cronaca indicò i dati statistici in materia degli ultimi 30-40 anni.
Volevo postare questi dati appena letto il post di Gagarin...ma l'intervento appena poco dispregiativo di Dimaraz me ne fecero deviare l'intento e quindi non ricordo
più i numeri. Sintetizzando, con l'aiuto di FradJACOno, sembra che avesse
detto che per 4 o 5 volte la proficua salita si era interrotta anche retrocedendo.
Concludeva che era prematura ogni manovra correttiva ai fini pensionistici e
assicurativi. Ed io ne dedussi che dopo la giusta osservazione di Gagarin sarebbe
stato prematuro aprire una discussione senza tener conto di questo dato non
riportato nè dai giornali, nè dalla televisine. Non feci in tempo ad intervenire
per la deviazione indotta dallo Stallone n.3. Che chiaramente non ne ha nessuna colpa...ci mancherebbe...La colpa è sola di Quiproquo.
 

Gagarin

Membro Assiduo
Professionista
era prematura ogni manovra correttiva ai fini pensionistici e
assicurativi.
Grazie Quiproquo, finalmente una risposta in tema e senza bizantine divagazioni. Non ho seguito la trasmissione di cui accenni. Naturalmente sono d'accordo con te che sia prematura qualsiasi modifica a fini pensionistici o assicurativi, anche perchè trattasi di pochi centesimi di punto. Il problema è che, qualora tale trend dovesse continuare (come, purtroppo, temo), le norme pensionistiche e assicurative non prevedono, almeno finora, un'inversione del sistema di calcolo: sono tutte impostate solo sull'aumento e mai sulla diminuzione dell'aspettativa di vita. E' questo che mi preoccupa. Ciao e buona domenica.
 
O

Ollj

Ospite
Iniziamo da questo.
Fonte: Università La Sapienza di Roma.
Squilibrio dei contributi nelle prestazioni pensionistiche

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