Luigi Criscuolo

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Buona discussione a tutti.
Il condòmino dell'ultimo piano di un condominio si è staccato dal riscaldamento centrale dopo aver regolarmente presentato all'amministratore una relazione di un Termotecnico che asseriva che se si fosse diminuita la potenza del bruciatore di 7 kW non solo non ci sarebbero stati squilibri nell'impianto ma non ci sarebbero stati ulteriori aggravi di spesa per i condòmini rimasti allacciati. In una assemblea successiva al distacco tra il condòmino distaccato ed i condomini rimasti allacciati fu raggiunto un accordo per il quale si concordava che il condòmino distaccato avrebbe comunque contribuito, per compensare le dispersioni da lui provocate, pagando il 10% della quota di sua spettanza relativa al solo acquisto di carburante.
Il condomino in questione aveva 155,54 millesimi di riscaldamento.Premesso che, per ignavia dell'Amministratore, allora in carica, e/o del tecnico che gestisce la caldaia, non è stato apportato alcun nuovo settaggio del bruciatore i consumi sono quelli riportati qui di seguito:

- gestione riscaldamento 2012/13 ante distacco: consumo gas 9.037,36 €: 1000 = 9,04 €/mm per 166 giorni di erogazione del servizio
- gestione riscaldamento 2013/14 intradistacco: consumo gas per il mese di Novembre 1.787,28 :1000 = 1,78728 €/mm + per il periodo da Dicembre ad Aprile 8.102,32: 844,54 = 9.59377 €/mm per un totale di 11,38 €/mm per 166/166 giorni di erogazione del servizio
- gestione riscaldamento 2014/15 post accordo: consumo gas 10.355,19 € per 149/166 giorni di erogazione del servizio I10.355,19 - 10% di (10.355,19:1000 x 155,54)I : 844,54 = 12,06 €/mm per 149/166 gioni
- gestione riscaldamento 2015/16 post accordo: consumo gas 9.746,77 € per 149/167 giorni di erogazione del servizio I 9.746,77 - 10% di (9.746,77 :1000 x 155,54)I : 844,54 = 11,36 €/mm per 149/167 gioni

E' giusto calcolare il costo in questo modo? Se si come comportarsi con il condòmino distaccato? Solo la gestione 2015/2016 non è stata approvata.
 

Dimaraz

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Non vorrei aver mal compreso...al distaccato addebitate il 10% del consumo stagionale???
Ma quanti condomini/unità siete?

Qualsosa non mi torna neppure nel totale di 11 e rotti stagione "ibrida".
 

Luigi Criscuolo

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Proprietario Casa
al distaccato addebitate il 10% del consumo stagionale???
no: il 10% di quello corrispondente ai suoi vecchi millesimi di riscaldamento.
Con riferimento alla gestione 2015/16:
spesa per il carburante 9.746,77 €/1.000 = 9,74677 €/mm
9,74677 * 155,46 (millesimi di riscaldamento della distaccata) = 1.515,23 €
10% di 1.515,23 = 151,52 (quota concordata)
9.746,77 – 151,52 = 9.595,25/844,54 (mm di coloro che sono rimasti allacciati) = 11,36 €/mm per 149/167 giorni (ho il sospetto che l'amministratore abbia volutamente ritardato l'accensione del riscaldamento per mitigare l'aumento dei costi)

Ma quanti condomini/unità siete?
14+ il distaccato.

Qualsosa non mi torna neppure nel totale di 11 e rotti stagione "ibrida".
il condomino di è distaccato nel mese di novembre quando il riscaldamento era iniziato per cui il consumo di novembre è stato diviso per 1000 mentre il consumo da dicembre ad aprile è stato diviso per 844,54 senza attribuire il 10% per le dispersioni perché concordato a partire dalla gestione successiva.
 

Dimaraz

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Allora tutto torna.
Il calcolo che hai precisato per il 2015/16è èsatto e conforme al criterio concordato.

Citare differenze di costo pro-capite fra annualità diverse per contestare l'eventuale accordo sul 10% della ex-quota è opinabile.
Bisognerebbe verificare:
se i prezzi del combustibile non siano variati
-se la temperatura media degli ambienti è rimasta identica
-se il clima in temperatura/giorno fosse identico
-e se qualcuno non abbia alterato il suo stile di vita (finestre aperte più spesso).

Ps.
A riprova considerando i 2 esercizi post modifica si nota che il 2014/15 è stato più "dispendioso" che il 2015/16
 

Luigi Criscuolo

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bene: se servono tutti i parametri che hai citato (che andrebbero misurati prima e dopo il distacco e che quindi non ci sono) come si fa a provare che il distacco ha provocato un aumento dei costi (che sono innegabili: qualcuno ha pagato 120,00 € più degli anni precedenti)? Si sta giocando a rimpiattino: la legge sostiene qualcosa di utopico quando prescrive che il distacco non deve provucare un aumento dei costi per chi rimane allacciato.
A riprova considerando i 2 esercizi post modifica si nota che il 2014/15 è stato più "dispendioso" che il 2015/16
La gestione 2014/15 è stata più cara della gestione 2015/16 per il fatto che nella gestione 2013/14 la società gestrice dell'impianto non aveva inviato il saldo della gestione che è stato inserito nella gestione dell'anno successivo.
 
Ultima modifica:

Dimaraz

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La gestione 2014/15 è stata più cara della gestione 2015/16 per il fatto che nella gestione 2013/14 la società gestrice dell'impianto non aveva inviato il saldo della gestione che è stato inserito nella gestione dell'anno successivo.

Ok...ma la 2015/16 è comunque meno cara della media delle 2 precedenti (col l'attenuante della disparità di 17 gg di uso)...quindi difficile dire per totali che l'aggravio sia maggiore.

la legge sostiene qualcosa di utopico quando prescrive che il distacco non deve provucare un aumento dei costi per chi rimane allacciato.

Infatti è quello che ho sempre affermato e constestato a sedicenti esperti del calore.
E' materialmente indimostrabile sia un aggravio sia il non aggravio.
Ogni caso meriterebbe valutazione a se stante.

Mi permetto di rilevare che, matematicamente parlando, l'accordo che avete stabilito non rispetta i "parametri" che vengono indicati sembpre dai soliti "sooni".

Dove montano i ripartitori viene conteggiato mediamente un 30% di spesa come consumo fisso dovuto a inefficenza disperzione.
Voi con il 10% della quota ante distacco avete favorito il distaccato in misura rilevante.

Fatto 10.000 la spesa complessiva annuale si avrebbe che:

A) con il vostro accordo addebitate al distaccato il 10% della sua ex quota ovvero
10.000x155,54/1.000x10/100=Euro 155,54

B) secondo la ripartizione "ufficiosa" che considera un 30% come "consumo fisso l'addebito sarebbe di 10.000x30/100x155,54/1000= Euro 466,62

Come detto impossibile stabilire se il 30% sia quota esatta per parlare di consumo fisso (in alcuni casi arrivano anche al 40-50%)...ma sono già 300 Euro in meno da pagare per gli altri.

Il tutto va ricondotto sotto l'ottica di cosa accade con la nuova norma che impone i contabilizzatori singoli.
Per la parte "variabile" un condomino potrebbe fare il furbo operando il cosidetto "furto di calore".
Tiene il suo riscaldamento al minimo costringendo gli impianti degli altri a un maggior lavoro per compensare la sua area più "fredda".
Come dire...solita "buffonata".

A tal punto tanto vale che ognuno sia autonomo.

Ps.
Domanda: avete già adeguato ai termocontablizzatori?
 

Luigi Criscuolo

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(col l'attenuante della disparità di 17 gg di uso)
17 giorni su 166 rappresentano il 10,24% sono giorni nei quali non si è consumato gas. Allo stesso modo 17 giorni su 167 rappresentano il 10,18% e sono giorni nei quali non si è consumato gas. Gli altri dati si riferiscono a 166/166 giorni.
Secondo me, se, come è probabile, che il bruciatore non è stato settato in modo da ridurre i famosi 7,0 kW richiesti dal Perito Termotecnico, la quantità di gas consumata è sempre stata la stessa nel corso degli anni: le differenze di prezzo a consuntivo sono imputabili più al diverso costo del metano che al consumo di gas che sarà in un range di +/- 6% di 9.600,00 €.
9.600,00 - 6% = 9.024,00 e 9.600,00 + 6% = 10.176,00
quindi se prendiamo come riferimento 9.600,00 euro prima del distacco il costo per ogni condomino era di 9.600,00:1000= 9,6 €/mm
Per non avere un aumento del costo del riscaldamento la cifra dovrebbe essere al netto del 10% di contributo
9,6x844,54= 8.107,60 € ossia la cifra dovrebbe ridursi del 15,55% che poi sono i millesimo del distaccante.
Comunque prevedo che finirà a tarallucci e vino nel senso che la condomina pagherà una ulteriore somma per tacitare in attesa di montare i contabilizzatori di calore che ho i miei dubbi verranno montati entro il 31/12.
 

Dimaraz

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Nella imponderabilita di un calcolo effettivo e corretto pemettimi una disqusizione sulla questione dei giorni.
L'arco temporale di accensione comprende un periodo di tempo con una variabilità delle temperature dove solitamente le giornate più fredde (quindi più "consumose") saranno quelle "centrali"
Quindi se i giorni in cui vi siete "risparmiati" l'accensione sono quelli meno freddi del lotto.

Sarebbe quindi errato dire -15% di giorni "accesi" impone -15% del consumo complessivo.
 

Luigi Criscuolo

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Proprietario Casa
L'arco temporale di accensione comprende un periodo di tempo con una variabilità delle temperature dove solitamente le giornate più fredde (quindi più "consumose") saranno quelle "centrali"
Quindi se i giorni in cui vi siete "risparmiati" l'accensione sono quelli meno freddi del lotto.
questa tua osservazione "rema contrro" il principio di aumentare proporzionalmente il costo delle gestioni nelle quali il riscaldamento è partito con 17 giorni di ritardo: questi su 166 giorni di erogazione del servizio rappresentano il 10,24% di giorni in meno di riscaldamento nei quali si è consumato zero . Io non ho fatto un aumento proporzionale, cioè 10.355,19:149=X:166, ho solo scritto consumo per 149 giorni su 166 per puntualizzare che se l'impianto fosse stato acceso regolarmente avrebbe consumato di più, magari come dici tu poco, perché le temperature esterne non sono molto fredde, ma comunque solo per il fatto di essere tenuto accesso l'impianto avrebbe inesorabilmente consumato gas.
D'altro canto non è che si può montare su una caldaia un registratore di consumo di gas giornaliero da abbinare ad un registratore della temperatura esterna dell'aria, per il vezzo di trovare una relazione tra consumo di carburante e temperatura esterna. Sarebbe una spesa voluttuaria.
Secondo i più recenti e costanti orientamenti Il condomino può legittimamente rinunziare all’uso del riscaldamento centralizzato e distaccare le diramazioni della sua unità immobiliare dall’impianto termico comune, senza necessità di autorizzazione od approvazione degli altri condòmini, e, fermo il suo obbligo di pagamento delle spese per la conservazione dell’impianto, è tenuto a partecipare a quelle di gestione, se e nei limiti in cui il distacco non si risolve in una diminuzione degli oneri del servizio di cui continuano a godere gli altri condòmini” (Cass. civ., sez. VI, sentenza n. 5331/2012).
Conformandosi a tale orientamento, con la sentenza n. 9526 del 30 aprile 2014, la Suprema Corte pone l’accento sulle novità in materia introdotte con la L. 220/2012 evidenziando che “[…], un orientamento giurisprudenziale che ha assunto, adesso, veste di diritto positivo in ragione del quarto comma del nuovo art. 1118 c.c. […] il quale, ha, espressamente, ammesso la possibilità del singolo condomino di distaccarsi dall’impianto centralizzato di riscaldamento o di raffreddamento qualora dimostri che dal distacco non derivino notevoli squilibri di funzionamento od aggravi di spesa per gli altri condòmini”.
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Hai compreso solo la dinamica del mio appunto sul calcolo e non il motivo.
Dal telefono è dura spiegarlo.

Per quanto riguarda il testo di Legge...esiste laclassica diatriba interpretativa linguistico matematica.
"Notevoli squilibri di funzionamento OD aggravi (NOTEVOLI) dii spesa."

OD è anche "congiunzione" ...quindi il NOTEVOLI potrebbe riferirsi (nelle intenzioni del legislatore) anche alla spesa.

Aspetta i termocontabilizzatori e 9 su 10 le differenze per taluni saranno superiori).

Ps
I confronti consumo si fanno sui mc e non sui controvalori.
 

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