Goffredo1

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Proprietario Casa
Sono sicuro che non ci sia, ad ogni modo, favoreggiamento della prostituzione e che comunque ciascuno è responsabile delle proprie azioni, specialmente quando integrino un reato.
Ma io voglio sapere se riposarsi due orette su di una brandina (magari in piacevole compagnia) all'interno di un magazzino fresco, in un caldo pomeriggio d'estate e senza emettere odori o fare rumori, si commette un reato, una violazione amministrativa, oppure un malcostume di cui ci si deve solo, al massimo, vergognare. Il fatto è che, secondo me, il tutto è rimesso a ciò che verbalizza il vigile (ovvero osserva) nel momento del controllo e quindi la mia domanda difficilmente troverà risposta.
 

Nemesis

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Proprietario Casa
Ma io voglio sapere se riposarsi due orette su di una brandina (magari in piacevole compagnia) all'interno di un magazzino fresco, in un caldo pomeriggio d'estate e senza emettere odori o fare rumori, si commette un reato, una violazione amministrativa, oppure un malcostume di cui ci si deve solo, al massimo, vergognare.
Niente di tutto ciò.
In ogni caso, qualsiasi eventuale illecito sarà a carico di chi lo pone in essere.
 

Luigi Criscuolo

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Nessun favoreggiamento della prostituzione se la locazione è a prezzo di mercato.
quasi una cinquantina di anni fa, un mio amico mentre rincasava dopo aver passato la serata con me ed altri amici diede un passaggio ad una tizia che si trovava ferma al semaforo che era rosso per il mio amico. Era passata abbondantemente la mezzanotte, aprendo generosamente la pelliccia, mostrò che sotto la pelliccia aveva solo il perizoma e chiese se la accompagnava a casa, dando l'indirizzo. Il mio amico, sperando di ricevere una qualche ricompensa sex, la fece salire ma poco dopo fu fermato da un posto di blocco della Polizia. Il poliziotto chiese a lui patente e libretto e chiese anche i documenti della passeggera. Ad un controllo via radio emerse che la signora era nota alla buon costume, tra l'altro lei commise l'errore di scendere dall'auto ed i poliziotti si accorsero che praticamente era nuda. Morale della favola accompagnati entrambi in questura a lui fu contestato il reato di favoreggiamento della prostituzione, perché sostenevano che la stava portando al lavoro: ci fu il processo e fu assolto. Ma intanto lui dovette dire tutto a casa, anche a noi amici (fatto trascurabile), prendere un avvocato ecc... ecc... .
 

Goffredo1

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Aprendo questa discussione, grazie a voi, ho capito due cose!
Uno, che non ho fatto un ottimo investimento nel comprare una cantina; due, che bisogna evitare situazioni che possano autorizzare la forza di polizia ad utilizzare il potere di inibizione, che la legge gli consente, in ordine al diverso utilizzo degli immobili.
In pratica, ho capito che se il vigile urbano verbalizza che una persona è stata trovata in un locale non abitabile, basta solo questo fatto per consentirgli di inviare la pratica in procura. Sarà poi compito del malcapitato, dopo anni di tribunale, avvocati, soldi e reputazione persa, dimostrare la non responsabilità in ordine all'abuso contestato.
Il contratto di affitto mette me al riparo da tutto ciò, tranne nel caso in cui l'inqilino dichiari falsamente l'esistenza di un contratto simulato. Penso di evitare di affittare un locale con queste caratteristiche. Troppo rischioso!
 

Goffredo1

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Proprietario Casa
Quando le parti documentano la stipulazione, per poterlo invocare di fronte ai terzi (condomini e enti preposti al controllo), ma sono tra loro d’accordo che gli effetti previsti dall’atto simulato non si devono verificare (ovvero gli vieto di cambiare la destinazione d'uso, ma in realtà non lo faccio fino a quando nessuno ne sollevi l'esistenza).
In tal caso la divergenza tra la dichiarazione e la reale volontà delle parti, non solo è consapevole ma addirittura concordata.
Nella simulazione le parti di un contratto fingono di stipularlo ma, in realtà, ne pongono in essere un tipo diverso rispetto a quello che appare (simulazione relativa).
 

uva

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Proprietario Casa
Nella simulazione le parti di un contratto fingono di stipularlo ma, in realtà, ne pongono in essere un tipo diverso rispetto a quello che appare (simulazione relativa).
Questo è corretto, ma non capisco chi e come possa dimostrare la simulazione.

Se, come nel tuo caso, le parti stipulano e registrano un contratto di locazione ad uso deposito (quindi non abitativo) per un locale accatastato a tal fine (locale non abitativo); per dimostrare la simulazione occorrono delle prove concrete, giusto?
Che prove esistono per dimostrare che tu e l'inquilino vi siete accordati diversamente e tu lo autorizzi ad abitare nel magazzino seppure in modo non continuativo ? Una scrittura privata tra di voi non registrata? Lo scambio di corrispondenza e/o di mail? Delle testimonianze?

Penso che il proprietario-locatore non abbia l'obbligo di vigilare assiduamente e controllare se l'uso dei locali dati in locazione è conforme a quanto scritto sul contratto.

Forse nel tuo caso l'inquilino ti lascerebbe un mazzo di chiavi? (Normalmente il locatore non trattiene le chiavi dell'immobile locato e non può accedervi senza il consenso del conduttore).
Se tu non tieni copia delle chiavi del magazzino, perché ti senti responsabile di mancata vigilanza nel caso dei terzi (condòmini, amministratore, enti pubblici, polizia, ecc) ne accertino un uso parzialmente abitativo?
 

Gianco

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Anch'io sono del parere che se stipuli un contratto d'affitto per il locale avente destinazione d'uso coerente, sia urbanistica, che catastale, con lo stato attuale, non devi avere alcun dubbio sulla tua estraneità sull'eventuale contestazione ipotizzata precedentemente. E non vedo come un pubblico ufficiale possa contestare l'abuso se uno all'interno del locale dovesse trovare una branda. Diverso sarebbe se trovasse un mono vano con evidente abuso edilizio, non certamente imputabile a te.
 

Goffredo1

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Sono pienamente d'accordo con il parere di Gianco. Ciò che mi desta preoccupazione, e dovrò necessariamente ulteriormente verificare, è che quando ho comprato il locale, lo stesso era pavimentato, già dotato di impianto elettrico allacciato al contatore del monolocale del primo piano, ora sempre di mia proprietà. Anche l'impianto idrico e fognario era presente, per il fatto che, in passato, con regolare pratica edilizia, fu annesso il wc al deposito. Tra l'altro, nel bagno vi è un piatto doccia e lo scalda acqua da 20 litri.
Ho trovato due sentenze, di cui una recentissima, che sono contraddittorie tra di loro.
TAR, Lombardia-Milano, sez. II, sentenza 08/03/2007 n° 382
e
Cass. Pen. sez. III, n.49840/2016
La prima stabilisce che “””la circostanza che il locale sia pavimentato e dotato di riscaldamento non è di per sé oggettivamente incompatibile con la qualificazione del vano come "cantina" (intesa, ovviamente, come locale ad uso deposito, e non come locale per la conservazione di vini), né costituisce elemento sufficiente a comprovare la trasformazione della "cantina" in locale accessorio "ad uso sala lettura/musica", tanto più che trattasi di vano non collegato all’abitazione, ma accessibile esclusivamente dalle parti comuni. Peraltro, non risulta l’esecuzione di altre opere oggettivamente idonee a realizzare la trasformazione contestata, essendo per altro verso irrilevanti, e comunque insufficienti a corroborare un illecito edilizio, la presenza di oggetti di arredo e di apparecchiature elettroniche, nonché il modo e l’ordine in cui sono disposti.””””

La seconda, invece stabilisce il contrario, ovvero che """"la realizzazione degli impianti (elettrico, idrico e fognario) comprova l’abuso edilizio""" e che quindi si considerano interventi eseguiti in totale difformità dal permesso di costruire quelli che: comportano la realizzazione di un organismo edilizio integralmente diverso per caratteristiche tipologiche, planovolumetriche o di utilizzazione da quello oggetto del permesso stesso, ovvero l’esecuzione di volumi edilizi oltre i limiti indicati nel progetto e tali da costituire un organismo edilizio o parte di esso con specifica rilevanza ed autonomamente utilizzabile.

La faccenda è un po’ complessa!
 

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