antoct58

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Proprietario Casa
Salve, sono proprietaria di un immobile posto al secondo piano di uno stabile di complessive quattro unità immobiliari (piano T in parte abitazione in parte autorimessa, Primo piano abitazione, Secondo piano abitazione, Terzo piano abitazione).
la costruzione è a U ed all'interno di questa U ci sta il pozzo luce che dà appunto luce sia al piano terra adibito ad abitazione (proprietà di altri due eredi) e sia all'autorimessa (di mia proprietà unitamente ad altro erede) L'autorimessa ha ingresso da altra via rispetto a quella dell'ingresso principale dello stabile)
Questa proprietà proviene per volontà testamentarie dei genitori che lasciavano il piano terra adibito ad abitazione a due dei cinque eredi (escluso autorimessa ad altre due eredi) e l'autorimessa a me ed altro erede. Il pozzo luce in questo testamento non viene menzionato.
In fase di successione hanno fatto variazione catastale del piano terra con la creazione dei sub per la suddivisione tra i diversi proprietari, ma il geometra che ha curato l'accatastamento ha impropriamente e ignorantemente (scusatemi il termine) accatastato il pozzo luce presentando al catasto una planimetria che, erroneamente, includeva il pozzo luce come bene privato dei due eredi e non come bene comune non censibile, così per come doveva essere accatastato.
I due proprietari dell'immobile a piano terra, adibito ad abitazione, sostengono che essendo stato accatastato come loro bene privato il pozzo luce è di loro esclusiva proprietà ed hanno chiuso l'accesso dalla porta che dall'autorimessa accede al pozzo luce.
Cosa devo fare per sistemare le cose al catasto e per far valere i miei diritti di poter accedere al pozzo luce sia io che gli altri eredi?
il tecnico che a suo tempo ha fatto l'accatastamento è introvabile...sparito!
Spero di essere riuscita ad esporre il problema e grazie a chi mi risponderà
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Intanto non hanno alcun diritto di chiudere una pofta che consentiva l'accesso dalla tua proprietà al pozzo luce.
Anche se tale "bene comune" fosse risultato loro spettante la presenza del passaggio costituiva servitù per destinazione del padre di famiglia/costruttore.

Non mi dilungo sul "che fare"... ti serve un "legale" che difenda i tuoi diritti.
 

griz

Membro Storico
Professionista
se il pozzo luce non viene menzionato negli assegnamenti ereditari non significa che sia comune e nemmeno che sia di proprietà di qualcuno, nell'incertezza ci si potrebbe riferire all'uso comune che normalmente viene attribuito ma anche qui credo non esista un criterio al quale riferirsi.
In parole povere potrebbe essere oggetto di una vertenza legale per definire la proprietà, sicuramente non possono chiudere arbitrariamente una porta che costituisce comunque una servità
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
I due proprietari dell'immobile a piano terra, adibito ad abitazione, sostengono che essendo stato accatastato come loro bene privato il pozzo luce è di loro esclusiva proprietà
la proprietà deve risultare da atto scritto: cioè l'atto di acquisto. Questo deve essere depositato presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari della tua Provincia: solo le registrazioni presso questo ente sono probanti la proprietà. Ti serve una visura ipocatastale per vedere come nasce la proprietà globale e come è stata suddivisa. Servono le planimetrie dell'immobile sia originarie che quelle aggiornate per vedere i cambiamenti e che i cambiamenti di proprietà siano scritti sull'atto di acquisto.
Quindi ti serve un tecnico che consulti la Conservatoria ed eventualmente il Catasto.
Dopo di che con i dati alla mano, a te favorevoli, devi consultare un avvocato che scriverà ai tuoi vicini e se questi non ripristineranno lo stato dei luoghi nelle condizioni originarie andrete in giudizio.
 

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