Salve a tutti, volevo sottoporre un problema che si è venuto a creare con la proprietaria e non so come procedere perché le campane sono troppe e tutte diverse.
Stipulo contratto di affitto in gennaio in cedolare secca firmando il classico modulo che mettono a disposizione gli agenti immobiliari. In calce, l'aver visionato certificazione energetica, anche se non vero, si attesta che l'immobile mi viene consegnato verniciato. Accetto comunque causa fretta per trasferimento lavorativo. Si concorda per l'ingresso il 31 dicembre, mi si consegnano le chiavi dell'immobile e mi ritrovo i muri con verniciatura angolare, pure imbiancati i mobili in impiallacciato bianco, finestra ed armadio rotto. Faccio un verbale di ingresso in cui la proprietaria si impegna alla sistemazione dell'armadio, cosa che fa, e riverniciatura ad aprile, cosa che non fa, compresa la finestra rotta. Tra gennaio e febbraio sono costretta a chiamare per un totale di sette volte il caldaista per problemi di riscaldamento. Si spacca il termostato, il bulbo di temperatura, la scheda elettronica sta partendo, perdite di pressione tamponate con l'aumento della portata dell'acqua. Praticamente la caldaia serve due appartamenti, sono senza ripartitori di calore, vengo ignorata nella richiesta e continuo a dividere la bolletta del gas, intestata al figlio della proprietaria, con l'altro appartamento. A me è intestata la sola bolletta della luce. L'immobile non viene più riverniciato. Ho mandato raccomandata con sei mesi di preavviso canonici per i disguidi con la caldaia e continue scosse a metà delle prese di corrente che ho in casa. Sono costretta a tenere spento il frigo e per cause lavorative non riesco a far venire l'elettricista. Ora riconsegnerei l'immobile a fine agosto. Ho sempre pagato regolare tutto quanto. Nel mentre salta fuori: i conguagli del gas stimato tornano al conto della proprietaria e non se ne sapeva nulla, ho chiesto dei controlli da parte del fornitore; l'acqua è ripartita per appartamento, ma per l'intero palazzo di sua proprietà i consumi coinvolgono più persone in uno stesso immobile; per altri ex affittuari tende a trattenere la caparra millantando danni inesistenti; prima della data di pagamento del canone mi trovo una trafila di telefonate da parte della proprietaria, volte a sollecitare il pagamento dell'affitto in anticipo rispetto quanto stipulato. Ho diritto a non pagare l'affitto per gli ultimi due mesi, in modo che trattenga la caparra, e fare i dovuti conteggi del gas? In caso contrario, pagassi fino all'ultimo centesimo, sono costretta a fare decreto ingiuntivo, e se sì quali sono i tempi di attesa per riprendermi la caparra? Ho cercato un accordo in tutte le maniere possibili, mi ero offerta a mie spese di sistemare muri ed eventuali crepe, ora minaccia di trattenere il tutto, per quanto da verbale ci siano problemi già presenti. Non so come procedere, sono l'ennesimo inquilino che ha avuto difficoltà nel palazzo. So che ho accettato delle condizioni viziate, vorrei correre ai ripari senza incorrere in vie legali, né vedermi ingiustamente sottratte due mensilità.
Stipulo contratto di affitto in gennaio in cedolare secca firmando il classico modulo che mettono a disposizione gli agenti immobiliari. In calce, l'aver visionato certificazione energetica, anche se non vero, si attesta che l'immobile mi viene consegnato verniciato. Accetto comunque causa fretta per trasferimento lavorativo. Si concorda per l'ingresso il 31 dicembre, mi si consegnano le chiavi dell'immobile e mi ritrovo i muri con verniciatura angolare, pure imbiancati i mobili in impiallacciato bianco, finestra ed armadio rotto. Faccio un verbale di ingresso in cui la proprietaria si impegna alla sistemazione dell'armadio, cosa che fa, e riverniciatura ad aprile, cosa che non fa, compresa la finestra rotta. Tra gennaio e febbraio sono costretta a chiamare per un totale di sette volte il caldaista per problemi di riscaldamento. Si spacca il termostato, il bulbo di temperatura, la scheda elettronica sta partendo, perdite di pressione tamponate con l'aumento della portata dell'acqua. Praticamente la caldaia serve due appartamenti, sono senza ripartitori di calore, vengo ignorata nella richiesta e continuo a dividere la bolletta del gas, intestata al figlio della proprietaria, con l'altro appartamento. A me è intestata la sola bolletta della luce. L'immobile non viene più riverniciato. Ho mandato raccomandata con sei mesi di preavviso canonici per i disguidi con la caldaia e continue scosse a metà delle prese di corrente che ho in casa. Sono costretta a tenere spento il frigo e per cause lavorative non riesco a far venire l'elettricista. Ora riconsegnerei l'immobile a fine agosto. Ho sempre pagato regolare tutto quanto. Nel mentre salta fuori: i conguagli del gas stimato tornano al conto della proprietaria e non se ne sapeva nulla, ho chiesto dei controlli da parte del fornitore; l'acqua è ripartita per appartamento, ma per l'intero palazzo di sua proprietà i consumi coinvolgono più persone in uno stesso immobile; per altri ex affittuari tende a trattenere la caparra millantando danni inesistenti; prima della data di pagamento del canone mi trovo una trafila di telefonate da parte della proprietaria, volte a sollecitare il pagamento dell'affitto in anticipo rispetto quanto stipulato. Ho diritto a non pagare l'affitto per gli ultimi due mesi, in modo che trattenga la caparra, e fare i dovuti conteggi del gas? In caso contrario, pagassi fino all'ultimo centesimo, sono costretta a fare decreto ingiuntivo, e se sì quali sono i tempi di attesa per riprendermi la caparra? Ho cercato un accordo in tutte le maniere possibili, mi ero offerta a mie spese di sistemare muri ed eventuali crepe, ora minaccia di trattenere il tutto, per quanto da verbale ci siano problemi già presenti. Non so come procedere, sono l'ennesimo inquilino che ha avuto difficoltà nel palazzo. So che ho accettato delle condizioni viziate, vorrei correre ai ripari senza incorrere in vie legali, né vedermi ingiustamente sottratte due mensilità.