Morino

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Mia cugina 80 enne è deceduta il 1 giugno 2017. Viveva con la sola misera pensione ed era nullatenente. Subito dopo il decesso sono venuti a galla diversi debiti per alcune migliaia di euro chiesti dall'Agenzia delle Entrate (contributi INPS?, multe, tasse varie?). Non mi risultano debiti con privati. Sono stato avvisato dai parenti prossimi, figlio e fratelli della defunta, che loro hanno fatto la rinuncia all'eredità anche per non correre il rischio di ulteriori debiti che potrebbero sorgere. Essendo io e mia sorella cugini di primo grado, possiamo aspettarci di essere chiamati in causa per pagare questi debiti che i parenti più prossimi scanseranno per effetto della rinuncia? Sarebbe bene che anche noi facessimo la rinuncia all'eredità? Nel caso ci fosse consigliato di rinunciare, che tempi ci sono? Possiamo aspettare a farla una volta che verremo chiamati in causa con la richiesta di pagamento? O sarà troppo tardi. Infine, la rinuncia deve essere singola o possiamo farla insieme davanti al Cancelliere per risparmiare sui costi, che mi sembrano di circa 250 euro (tra registrazione e bolli). Grazie per chi vorrà rispondermi. Giulio
 

Nemesis

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Dei debiti della de cuius risponderebbero i suoi eredi. Se nessuno diventa erede, ossia nessuno dei chiamati alla sua eredità l'accetta, espressamente o tacitamente, nessuno ne risponderà. Se era nullatente, non vi sono suoi beni che i chiamati potrebbero possedere, e per cui i chiamati mai potrebbero essere considerati eredi puri e semplici. Cosa che invece avverrebbe, se fossero in possesso di beni ereditari e lasciassero decorrere inutilmente il termine trimestrale per il compimento dell'inventario o del termine di quaranta giorni che scatterebbe, una volta compiuto l'inventario, per compiere la dichiarazione di accettazione o di rinuncia.
Se quanto sopra è vero (che fosse effettivamente nullatenente), la rinuncia fatta dal figlio e dai fratelli della defunta non era necessaria.
 

Gianco

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buono a sapersi :)
Se non accettano l'eredità con un atto o non ne prendono possesso tacitamente per 10 anni hanno perso ogni diritto. A questo punto chiedo a Nemesis, notoriamente molto ferrato in materia: se nessun erede si fa avanti, dovrebbe subentrare lo Stato. Come avviene il passaggio in capo ad esso? Qualcuno dovrà attivare una procedura. Sto seguendo il caso di diversi reliquati che non sono posseduti e nessuno li vuole indicare nella dichiarazione di successione per non essere costretti a pagarci l'IMU.
 

Morino

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Dei debiti della de cuius risponderebbero i suoi eredi. Se nessuno diventa erede, ossia nessuno dei chiamati alla sua eredità l'accetta, espressamente o tacitamente, nessuno ne risponderà. Se era nullatente, non vi sono suoi beni che i chiamati potrebbero possedere, e per cui i chiamati mai potrebbero essere considerati eredi puri e semplici. Cosa che invece avverrebbe, se fossero in possesso di beni ereditari e lasciassero decorrere inutilmente il termine trimestrale per il compimento dell'inventario o del termine di quaranta giorni che scatterebbe, una volta compiuto l'inventario, per compiere la dichiarazione di accettazione o di rinuncia.
Se quanto sopra è vero (che fosse effettivamente nullatenente), la rinuncia fatta dal figlio e dai fratelli della defunta non era necessaria.

Molte grazie. Giulio
 

Morino

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Dei debiti della de cuius risponderebbero i suoi eredi. Se nessuno diventa erede, ossia nessuno dei chiamati alla sua eredità l'accetta, espressamente o tacitamente, nessuno ne risponderà. Se era nullatente, non vi sono suoi beni che i chiamati potrebbero possedere, e per cui i chiamati mai potrebbero essere considerati eredi puri e semplici. Cosa che invece avverrebbe, se fossero in possesso di beni ereditari e lasciassero decorrere inutilmente il termine trimestrale per il compimento dell'inventario o del termine di quaranta giorni che scatterebbe, una volta compiuto l'inventario, per compiere la dichiarazione di accettazione o di rinuncia.
Se quanto sopra è vero (che fosse effettivamente nullatenente), la rinuncia fatta dal figlio e dai fratelli della defunta non era necessaria.

Buongiorno, ringrazio di nuovo scusandomi se chiedo alcuni approfondimenti anche alla luce dei timori che stanno serpeggiando tra i vari cugini che hanno saputo che il debito della defunta ammonta a 30/40 mila euro (per contributi inps mai pagati come artigiano, multe di vario tipo ecc.) presso l'Agenzia delle Entrate. Aggiungiamo che il più giovane ha 75 anni, chi è sordo ecc.ecc. C'è materiale per una commedia alla De Filippo. Nel suo precedente post si è chiarito che se un soggetto non è venuto in possesso di alcunchè non può essere considerato erede e non deve temere. Riprendo un po il filo della questione: il figlio e le sorelle del defunto sono stati consigliati da un Notaio a fare la rinuncia all'eredità (anche se l'unico avere lasciato dal de cuius sono i pochi denari serviti a mala pena per il funerale e poche suppellettili). Lo stesso Notaio ha consigliato al resto della parentela, cugini compresi, di tenersi pronti con i documenti per fare la stessa rinuncia. Non si riesce a capirne il motivo. Mettiamo che io, come altri cugini, una volta scartati i parenti prossimi (figlio, fratelli del de cuius, nipoti e figli di fratelli ecc.) venga chiamato dall'AE tra alcuni anni a pagare il debito. A quel momento faccio la rinuncia in Cancelleria. Di seguito, proseguono a chiamare mio figlio e successivamente i miei nipoti minorenni? ecc.ecc.. Chiedo veramente se funziona così e se questa catena non si interrompe mai! Anche perché 250 euro a testa non sono pochi... Se sto sbagliando tutto mi scuso, ma almeno mi chiarisco tutti i dubbi... e li chiarisco agli altri poveri vecchi, più di me...
 

griz

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Professionista
si torna sempre al concetto di cui sopra: se il de cuius è nullatanente e nessuno si cura della cosa, nessuno può essere citato come erede di nulla :)
 

Morino

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Pur dopo aver preso atto dei preziosi consigli che mi sono stati dati, sono costretto a chiedere, se possibile, un'altra informazione. Come avevo accennato i parenti della defunta sono anziani e temono ogni scossone, tanto più dopo aver saputo che il figlio del de cuius, che ha già fatto l'atto di rinuncia, viene contattato telefonicamente da alcuni creditori. Si sono quindi decisi a fare l'atto di rinuncia in Tribunale. Fratelli con figli e nipoti e i cugini. Vengo alla domanda: Il Tribunale locale pur facendo un unico atto per fratelli e nipoti e un altro per i soli cugini vuole da ognuno dei rinuncianti 200 euro di registrazione, diversamente da alcuni tribunali (Roma, Imperia, Monza) che chiedono euro 200 per singolo atto, oltre i bolli naturalmente. Anche i Notai fanno pagare 200 euro di registrazione per singolo atto contenente più rinunce. La Circolare dell'Agenzia delle Entrate n. 44/E del 7 ottobre 2011 sembra accreditare proprio questa ultima versione. Voglio andare in fondo a questa cosa perché mi sembra impossibile che per uno stesso Atto i Tribunali della Repubblica utilizzino metri diversi. Oppure sono le locali Agenzie delle Entrate che danno diverse interpretazioni? UN REBUS.
Grazie ancora per i vs. consigli.
 

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