omiccioli fulvia

Membro Ordinario
Proprietario Casa
Siamo coeredi, io e mia sorella, di un immobile al 25%ciascuna. Non riuscendo a convincere le altre 2 coeredi (25% + 25%) a vendere, nonostante alcune proposte avanzate da probabili acquirenti, vorrei sapere se, quella che segue, è la modalità ufficiale per comunicare la ns. intenzione a ceder le ns. quote alle altre due comproprietarie nel loro diritto di prelazione. In aggiunta, sarebbe bene dare un termine di tempo per l'accettazione o il rifiuto con una lettera allegata?
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MODELLO

La/e sottoscritta/e, comproprietaria/e in rapporto a 3 o 6/12 dell'unità immobiliare distintiva all'Agenzia dell'Entrate - Direz. Prov.le di Pesaro e Urbino ( tutti gli estremi dalla mappa catastale Foglio - particella - categoria - classe) scheda n....

INTENDE
alienare la sua /loro quota/e al prezzo .... (unitario o cumulativo)

In fede

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Dovesse essere esatto, andrà recapitata con A.R. ognuna per suo conto. oppure una cumulativa,, per me e mia sorella? Volendo, in alternativa, lanciare noi un'offerta per acquistare una quota di una delle coeredi, potrebbe essere una prerogativa ( vendere o comprare) per muovere dallo stallo qs. difficile compartecipazione?
Pensavo anche al percorso giudiziale, ma poi dovremmo accettare qualsiasi decisione del giudice, oppure,
qualora non ci appagasse, rinunciare a quel metodo? Pagando le spese naturalmente.
Spero di essere stata chiara nella mia esposizione, e di non aver peccato di certa ingenuità.
Colgo l'occasione, qualora possa ricevere delle risposte, pere salutare cordialmente.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
L'esercizio del diritto di prelazione deve essere manifestato entro 60 dagli aventi diritto che dovranno ricevere la comunicazione della quota in vendita e dell'importo richiesto tramite ufficiale giudiziario o raccomandata A.R..
Pertanto, sarebbe consigliabile tentare un accordo bonario, perchè magari anche le altre sarebbero interessate a vendere . In alternativa si potrebbe raggiungere un accordo per la vendita. In ultima analisi potreste vendere agli esterni, tenuto conto che sarà molto difficile che un esterno possa avere interesse all'acquisto di una quota che non gli permetterà mai di poterne godere a pieno, se non dopo avere acquistato anche le restanti quote, che a quel punto potrebbero costare molto di più.
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
vorrei sapere se, quella che segue, è la modalità ufficiale per comunicare la ns. intenzione a ceder le ns. quote alle altre due comproprietarie nel loro diritto di prelazione.
L'art. 732 c.c. prevede che:
Il coerede, che vuol alienare a un estraneo (*) la sua quota o parte di essa, deve notificare la proposta di alienazione, indicandone il prezzo, agli altri coeredi, i quali hanno diritto di prelazione. Questo diritto deve essere esercitato nel termine di due mesi (**) dall'ultima delle notificazioni. In mancanza della notificazione, i coeredi hanno diritto di riscattare la quota dall'acquirente e da ogni successivo avente causa, finché dura lo stato di comunione ereditaria.
Se i coeredi che intendono esercitare il diritto di riscatto sono più, la quota è
assegnata a tutti in parti uguali.


(*) Se il coerede vende ad altro coerede, non esiste diritto di prelazione.
(**) due mesi, non 60 giorni.
 

Franci63

Membro Storico
Proprietario Casa
vorrei sapere se, quella che segue, è la modalità ufficiale per comunicare la ns. intenzione a ceder le ns. quote alle altre due comproprietarie nel loro diritto di prelazione.
No. Il diritto di prelazione consiste nel diritto ad essere preferito rispetto ad altri per la conclusione di un contratto (in questo caso compravendita) alle stesse condizioni.
Qui non hai qualcuno che vuole comprare le vostre quote, quindi non c’è nessun diritto di prelazione da comunicare.

Se volete proporre in vendita le quote alle altre comproprietarie , fate una offerta di vendita, e vedete se sono interessate ad acquistare, alla cifra che vi va bene.
O fate un’offerta di acquisto, se volete acquistare voi le loro quote.
Non sono necessarie comunicazioni “ufficiali” con raccomandata, e sarebbe forse meglio parare personalmente.
Se non vi accordate per vendere le vostre quote o per rilevare voi le loro,o per vendere il tutto a terzi, l’unica soluzione per uscire dalla situazione è chiedere la divisione giudiziale della comunione.
Se non è possibile, il giudice potrebbe procedere con la messa in vendita mediante asta, con divisione della somma ricavata.
Questa strada sarebbe da evitare, poiché l’incasso sarebbe presumibilmente inferiore ad una vendita sul libero mercato.
Quindi l’obiettivo dovrebbe essere quello di trovare un qualche accordo, per non rimetterci tutti.
Se non riuscite ad accordarvi per qualche dissapore che “obnubila” il buon senso, forse vi converrebbe far intervenire una figura terza (avvocato, notaio, agente immobiliare) che possa spiegare i pro e i contro delle varie alternative.
 

omiccioli fulvia

Membro Ordinario
Proprietario Casa
..."Se i coeredi che intendono esercitare il diritto di riscatto sono più, la quota è assegnata a tutti in parti uguali"

Qs era la parte che cercavo. Nemesis ne è l'autore.
Rileggendola però ho capito il mio errore interpretativo. Il comproprietà di un 25%, di fatto, ha due intestatari ( figli di una cugina, ai quali ha venduto solo la nuda proprietà, tenendosi l'usufrutto ), gli stessi che hanno fatto l'offerta di riscatto. In sintesi 12,5% + 25% =37,5 a ciascuno di essi e il restante 25% la cugina rimasta.
Ottimo! Grazie sinceramente.
 

Franci63

Membro Storico
Proprietario Casa
..."Se i coeredi che intendono esercitare il diritto di riscatto sono più, la quota è assegnata a tutti in parti uguali"

Rileggendola però ho capito il mio errore interpretativo.
Il tuo errore interpretativo non è quello che credi.
L’errore è che @Nemesis si riferiva al caso ci fosse il diritto di prelazione ( che non esiste nella tua situazione, poiché non vendi a un estraneo, ma ad un comproprietario) .
Il diritto di riscatto è esercitabile solo se c’è il diritto di prelazione.
 

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