basty

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Adesso mi è tutto più chiaro:.....:riflessione: :confuso:
cioè so che dovrò andare a cercare il significato di :
- diritto di regresso
- chi sia la figura dell'emittente
- chi sia il soggetto che l'ha richiesto (cosa? l'assegno o il regresso?), per il quale vale la prescrizione dopo 10 anni.
:sob::sob: ...
 

chiacchia

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Fermi tutti sono stato in posta e ho chiesto la scadenza, la risposta è stata due anni, poi a casa ho preso la ricevuta dell'assegno e ho visto che non è un assegno loro lo chiamano vaglia circolare??? avrà al stessa funzione? penso di si, in effetti a me interessa che possa dimostrare in caso di contenzioso che io ho bloccato i soldi mettendoli a disposizione del CTU il quale li ha rifiutati non per colpa mia ma per colpa di chi doveva pagare l'altra parte.
Problemi sempre problemi UFFA!
 

Nemesis

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non è un assegno loro lo chiamano vaglia circolare
Art. 6, comma 3 del D.P.R. n. 144/2001:
Il credito incorporato nel vaglia postale si prescrive il 31 dicembre del secondo anno successivo a quello di emissione.
Quindi, trascorso tale termine senza l'incasso da parte del beneficiario, chi l'ha richiesto ha il termine prescrizionale ordinario decennale ex art. 2946 c.c. per ottenerne il rimborso.
 

Gianco

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A questo punto salta fuori un altro problema. Il giudice quando liquida gli onorari dei CTU li imputa alla parte e l'importo sarà corrisposto in solido fra i componenti. Il frazionamento dell'importo dovuto è un problema che riguarda gli stessi.
 

chiacchia

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Gianco, anche se andiamo fuori tema cosa vuoi dire? il giudice aveva scritto che la parcella era da saldare in pari quote, gli avvocati avversari si sono lamentati asserendo che non era chiara la cosa, il giudice spazientito ha chiarito: in pari quote ereditarie, tutto questo per iscritto, loro ancora non contenti hanno detto che non volevano pagare niente, ed ecco che il CTU è stato costretto a rivolgersi a un suo avvocato ecc. in tutto questo io varie volte ho contattato il CTU per pagarlo e lui mi ha sempre detto di non preoccuparmi, ma io preoccupandomi ho emesso l'assegno per provare la mia volontà di saldarlo, il mio intendo e di non essere incolpato di inadempienza e subire, non per mia colpa, l'aggiunta di spese legali per la riscossione della parcella del CTU.
Cosa altro potrei fare?
Buon ferragosto
 

Gianco

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Se le disposizioni del giudice stabiliscono che la parcella del CTU debba essere ripartita in parti che lui stesso ha definito, ti devi attenere a quella decisione ed il CTU non può pretendere che l'importo gli venga liquidato in solido fra i diversi componenti delle parti. Comunque se anche gli avvocati hanno espresso delle perplessità, l'enunciazione dovrebbe essere poco chiara. Certamente il vostro avvocato vi avrà chiarito quale interpretazione dare alla liquidazione del giudice.
 

chiacchia

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Più che il mio avvocato è stato il CTU in persona che ha sempre detto che non mi devo preoccupare, ma! staremo a vedere.
 

Gianco

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Evidentemente, qualcuno del tuo gruppo è convinto che il giudice cambierà le quote che ciascuno dovrà pagare al CTU. E' questione di tempo ma quest'ultimo otterrà quello che gli spetta, magari con gli interessi e con il rimborso delle spese legali e non.
Io ti consiglio di pagare direttamente la tua quota al CTU dietro rilascio di regolare fattura a te intestata.
 

chiacchia

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Giancoooo ciao mi sono dato alle vacanze, ma la storia dell'assegno nasce proprio da questo, il CTU da me non vuole essere pagato, ossia, vuole che io paghi la mia quota ma dovendo fare un atto di ingiunzione mi ha detto, a voce, non posso accettare i vostri soldi ma di non preoccuparmi, ecco perché ho fatto l'assegno circolare o come lo chiama la PPTT perché cosi un domani io posso dimostrare che volevo pagare e se c'è in atto una ingiunzione non è per colpa mia, e un giudice dovrebbe, almeno in teoria, tenere conto del fatto e non addebitarmi le spese dell'ingiunzione....almeno lo spero
 

Gianco

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L'assegno circolare postale che hai fatto emettere dalle poste non dimostra che tu glielo hai dato. Forse sarebbe meglio che gli inviassi un vaglia postale con la motivazione adeguata.
 

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