fraudolent

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Un parere ed un consiglio a questo gruppo di utenti, esperti e non.
Mi trovo in questa situazione:
in un fondo agricolo indiviso (11 comproprietari), sorge un edificio, su zona E del PRG, costruito da uno dei comproprietari; l'immobile abusivo è stato condonato con titolo rilasciato a favore del comproprietario.
Nell'anno in corso tutti si sono visti recapitare dall'agenzia del territorio la sanzione prevista dalla mancata denuncia/accatastamento dell'immobile "rurale" che è stata pagata dal comproprietario/ex abusivo, liberando tutti gli altri col pagamento, e la stessa agenzia ha proceduto all'accatastamento d'ufficio con attribuzione rendita presunta e categoria C/6, confermando.
Tralasciando le questioni giuridiche su accessione, accessione invertita, usucapione, ed urbanistiche sulla legittimità del rilascio del condono, e premettendo che gli altri comproprietari non hanno alcun interesse nei confronti dell'immobile, la mia domanda è la seguente:
è possibile procedere alla revisione dell'accatastamento dell'immobile di modo che tutte le obbligazioni fiscali ricadano sul proprietario dell'edificio, e se si, come procedere?
Grazie
 

Gianco

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Se la pratica di condono edilizio è stata portata a termine, l'accatastamento è stato realizzato. In alternativa non può essere rilasciata la concessione a sanatoria.
L'unica possibilità è che il condono è stato richiesto con la L.47/85 era permesso di dichiarare il fabbricato nel catasto fabbricati, omettendo di presentare il tipo mappale, l'introduzione in mappa della sagoma del fabbricato. Per questo motivo alla recente verifica non essendo presente in mappa l'ufficio ha proceduto a risolvere il problema dopo avervi notificato la richiesta di accatastamento, che se non vi è pervenuta è stata affissa all'albo pretorio del comune.
Non vi resta che chiedere al fratello per verificare se la pratica è stata portata a conclusione o incaricare un geometra per fare le opportune verifiche.
 

Gianco

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I giorni scorsi hanno inviato ad un mio cliente un "Atto di contestazione per violazione delle norme tributarie" nel quale si afferma che l'accertamento è stato fatto su fabbricati non dichiarati in catasto. Il lotto è stato venduto nel 1980, l'acquirente ha realizzato un fabbricato in assenza di licenza edilizia che ha regolarmente sanato con la L.47/85. La stessa prevedeva che i fabbricati potessero essere accatastati senza dover preventivamente inoltrato il tipo mappale, con il quale la sagoma del fabbricato veniva inserita sulla mappa.
Evidentemente il catasto, dopo avere regolarmente censito l'immobile, intestandolo regolarmente agli attuali proprietari, non ha trasferito il terreno all'urbano collegandolo al fabbricato, creando questo pasticcio all'italiana.
 

fraudolent

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Grazie per le risposte e gli spunti di riflessione.
Preliminarmente voglio sottolineare che la pratica di condono fu inoltrata presso gli uffici comunali dal singolo comproprietario; il comune ha rilasciato il condono sulla base della 47/85 laddove l'istante "dichiarava che erano in corso le pratiche di accatastamento".
Come già ho avuto modo di chiarire sopra, non mi addentro sulla legittimità del titolo di condono rilasciato dal Comune (che sapeva benissimo che l'immobile in questione sorgeva su un fondo indiviso non frazionabile) che ritengo comunque viziato.
Detto ciò, dal momento che adesso l'immobile è stato accatastato dall'agenzia del territorio, secondo voi è possibile variare tale accatastamento? e se si in che modo attribuire l'immobile a quel comproprietario in possesso del condono, fermo restando che il fondo è indiviso e non frazionabile?
Per ciò che concerne l'"Atto di contestazione per violazione delle norme tributarie", se dello stesso tipo di cui sto parlando, potrebbe essere impugnato se reca la scritta "firmato digitalmente" per nullità assoluta in quanto trattasi di atto non ha chiavi crittografiche e certificati previsti dal codice delle amministrazioni digitali
 

Gianco

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L'accatastamento è una dichiarazione di parte ed il comune è a conoscenza che quell'immobile è stato condonato da tuo fratello che, probabilmente si sarà dichiarato proprietario. Pertanto, solo a lui potrà chiedere le tasse relative al fabbricato condonato.
Il rilascio della concessione edilizia relativa al condono edilizio era subordinato alla chiusura della pratica, compreso l'accatastamento.
secondo voi è possibile variare tale accatastamento? e se si in che modo attribuire l'immobile a quel comproprietario in possesso del condono, fermo restando che il fondo è indiviso e non frazionabile?
Passando ai quesiti posti: L'accatastamento può essere variato solo su incarico conferito dal proprietario risultante in catasto o dai suoi aventi causa. Un comproprietario del terreno non ha titolo. Eventualmente il problema dovrebbe essere portato all'esame dell'autorità giudiziaria. Infine il terreno è frazionabile dai possessori. Se voi proprietari, intestati voleste intervenire dovreste farlo tramite giudice. Mentre se ne possedeste una parte, su quella potreste intervenire.
 

fraudolent

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Grazie.
Il soggetto in questione non è mio fratello in quanto io rappresento gli altri comproprietari.
Le tasse relative al fabbricato come la tari non interessano in questa sede, dato che le obbligazioni sono in capo a colui che materialmente usufruisce del bene, bensì il problema è da un lato assolvere all'IMU, in quota proporzionale ai millesimi di proprietà, pur sapendo di non essere in alcun modo proprietari, e dall'altro dichiarare il fabbricato in ragione della sua rendita nella denuncia annuale al fisco.
Il terreno non è frazionabile, in quanto ricadente in zona E del PRG con lotto minimo di 12000mq e, di conseguenza, un suo frazionamento presupporrebbe una lottizzazione abusiva.
Quindi, da quello che ho capito dal tuo prezioso intervento, è che è possibile attribuire catastalmente l'edificio ad uno solo dei comproprietari se gli stessi concordemente danno mandato ad un geometra per operare per questo fine
 

Gianco

Membro Storico
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Il terreno non è frazionabile, in quanto ricadente in zona E del PRG con lotto minimo di 12000mq e, di conseguenza, un suo frazionamento presupporrebbe una lottizzazione abusiva.
Non c'è legge che vieti un frazionamento al di sotto di quella norma. Difatti le motivazioni per il frazionamento sono molteplici: divisione fra comproprietari, rettifica di confini, cambio di coltura, individuazione di una servitù, ecc. ecc.. La lottizzazione abusiva è un'altra cosa: presuppone la realizzazione di urbanizzazioni, strade, non servitù di passaggio e acquedotti, fognature, elettrificazione.
Quindi, da quello che ho capito dal tuo prezioso intervento, è che è possibile attribuire catastalmente l'edificio ad uno solo dei comproprietari se gli stessi concordemente danno mandato ad un geometra per operare per questo fine
Con l'accatastamento non si attribuisce la proprietà, ma si indica il committente, possessore con dichiarazione di parte. Tale procedura viene accettata dall'ufficio, salvo diritti di terzi.
 

fraudolent

Nuovo Iscritto
Professionista
Scusami Gianco
allora mi stai dicendo che il lotto di terreno che è di 10mila mq può essere frazionato in deroga al prg che prevede per i lotti ricadenti in zona agricola E un lotto minimo di 12mila mq?
Ho chiesto a diversi tuoi colleghi oltre che ad un paio di notai che mi hanno risposto negativamente.
Se è possibile il frazionamento in quote corrispondenti ai millesimi di proprietà allora avrei risolto il problema
 

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