arcy

Membro Attivo
Buon pomeriggio,

volevo porre alla vostra attenzione la seguente problematica:

mio padre ha venduto l'anno scorso un terreno agricolo (uliveto) della superficie di 90 are al prezzo di 15.000 con regolare atto di compravendita stipulato dal notaio.
Qualche giorno fa abbiamo ricevuto una cartella esattoriale da parte dell'Agenzia delle Entrate a seguito di accertamento con cui è contestato la vendita di detto terreno al un valore sottostimato rispetto al valore medio di mercato.
Secondo l'Agenzia delle Entrate il valore medio di mercato sarebbe stato non di euro 15.000 ma di euro 24.700 imputando a debito le tasse di registro per la differenza non corrisposta oltre a pesanti sanzioni pecuniarie per un totale da corrispondere entro 60 gg. di euro 3.600.
Come mi devo comportare?
So che c'è la possibilità di ricorrere alla mediazione tramite il giudice di pace o adire le vie legali.
Ma il paradosso è perchè contestarle al venditore e non all'acquirente visto che nell'atto è anche scritto che le tasse di registro e spesse correlate alla compravendita sono a carico dell'acquirente.

Grazie per le risposte
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
So che c'è la possibilità di ricorrere alla mediazione tramite il giudice di pace
Il giudice di pace non c'entra nulla. Il reclamo con la proposta di mediazione va notificato alla Direzione provinciale o alla Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate che ha emanato l’atto.
Ma il paradosso è perchè contestarle al venditore e non all'acquirente
Non è detto che i due atti (al venditore e all'acquirente) siano notificati contemporaneamente. Entrambe le parti sono responsabili in solido. Ma l'amministrazione non è vincolata né dal beneficio dell'ordine, né, tanto meno, dal beneficio di previa escussione.
 
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arcy

Membro Attivo
Il giudice di pace non c'entra nulla. Il reclamo con la proposta di mediazione va notificato alla Direzione provinciale o alla Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate che ha emanato l’atto.
Non è detto che i due atti (al venditore e all'acquirente) siano notificati contemporaneamente. Entrambe le parti sono responsabili in solido. Ma l'amministrazione non è vincolata né dal beneficio dell'ordine, né, tanto meno, dal beneficio di previa escussione.

ok
sono molto sorpreso da questa condotta scorretta e vessatoria da parte dell'Agenzia delle Entrate finalizzata a sgrafignare danaro dai suoi contribuenti, considerato che il prezzo pattuito tra le parti è congruo al prezzo medio di mercato e tra l'altro il pagamento è avvenuto tramite assegno circolare regolarmente citato nell'atto, quindi il tutto è alla luce del sole e non a scopo di lucro.
Mi chiedo in tutto questo se esiste anche la corresponsabilità del notaio, in quanto regìa e responsabile dell'atto di compravendita avrebbe dovuto quanto meno rendere edotti l'acquirente e il venditore circa il rischio derivante da un eventuale accertamento da parte dell'Agenzia delle Entrate in caso di plusvalenza del bene venduto.
Mi sarei guardato bene prima di procedere alla stipula, piuttosto avrei preteso di trascrivere nello stesso atto che eventuali accertamenti e richieste di oneri e sanzioni per plusvalenze sarebbero state a carico dell'acquirente.
 
Ultima modifica:

arcy

Membro Attivo
Potresti farti fare una perizia asseverata, e fare ricorso: certo è una bella menata.
a quale titolo se non ne ho più il possesso da oltre un anno tra l altro non sono rimasto neanche in buoni rapporti con l'acquirente visto che per la chiusura dell'atto di compravendita mi ha fatto penare.........
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
avrei preteso di trascrivere nello stesso atto che eventuali accertamenti e richieste di oneri e sanzioni per plusvalenze sarebbero state a carico dell'acquirente.
L'eventuale plusvalenza è un reddito del venditore. Pretendere di far pagare le relative imposte al compratore è bizzarro.
E come già scritto, per l'imposta di registro le parti sono obbligate in solido.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
A volte mi diverto anch'io a giocare sulle parole.... : e tutto dipende da quale parte si guardano i fatti.
In fondo il venditore si è accontentato di 15.000 € per un uliveto che pare ne valga 24.700.......

ma hai ragione: a cominciare a parlare di plusvalenze, non sei stato tu, ma arcy.
 

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