martino954

Nuovo Iscritto
Ho avuto un accertamento da redditometro; ho spiegato, senza successo, rispondendo con onestà al questionario, ho seguito, poi, le indicazioni del commercialista secondo cui un ricorso alla comm. provinciale avrebbe avuto ragione: ora attendo l'esito, ma alcuni amici consulenti mi hanno detto che è impossibile smontare un siffatto accertamento, cioè non c'è niente da fare e il ricorso non serve nulla: la verità non verrà accertata, io dovrò pagare e basta. Qualcuno conosce come funzionano o ha qualche motivo per pensare che non sempre vada a finire con un esame superficiale (ha comprato la tal macchina, quindi paqghi indipendentemente dalle dimostrazioni portate per accertare la provenienza del danaro)?
Grazie
martino
 

arianna26

Membro Senior
Proprietario Casa
secondo me potrebbe dipendere da quale sia la tal auto, una cosa è comprare una matiz altra è comprare un suv. ovvio che non mi credano se dico che i soldi me li ha regalati mia nonna.. magari pensionata.
 

moronxyz

Nuovo Iscritto
Beh..se uno gira in Cayenne e dichiara 10.000 euro l'anno è dura da controbattere, pero' è anche vero che uno puo' avere dei soldi indipendentemente dal lavoro che fa. Conosco tantissime persone con un impiego normale che hanno un alto tenore di vita semplicemente perchè hano soldi di famiglia, beni immobili, propriietà, rendite etc..etc...Non mi sono mai imbattuto in problemi di accertamento da redditometro ma suppongo che il problema sorge solo se NON si possono sipegare certi acquisti.
 

Allen

Nuovo Iscritto
Hai fatto ricorso perchè dopo il questionario ti hanno comunque condannato a pagare?
Io sono andato direttamente dal funzionario dell'Agenzia delle Entrate che si occupava della mia pratica e piano piano dopo varie richieste di documenti sono riuscioto a dimostrare il tutto. Come vedi ha torto chi ti dice che non riuscirai a dimostrare le tue ragioni. Hai provato a contattare il funzionario addetto alla pratica?
 

raflomb

Membro Assiduo
Partendo da elementi e circostanze oggettive (dati di fatto) e
informazioni già presenti nell’archivio dell’anagrafe tributaria
oltre ad altri dati che l’Agenzia delle Entrate potrà reperire in
base ai suoi normali poteri istruttori, si vuole arrivare ad una
complessiva determinazione di sintesi del reddito totale del
contribuente per sottoporlo a tassazione.
In buona sostanza si è studiato un percorso alla rovescia e cioè,
anziché indagare soltanto sulle fonti di entrata del contribuente
si prenderà spunto, per l’indagine, sulle sue fonti di uscita,
cioè sul suo tenore di vita.
Il ragionamento è semplice: se il contribuente Tizio dispone di un
certo tipo di auto, di un’abitazione in proprietà, di un’eventuale
residenza secondaria (casa al mare o altrove),di imbarcazioni, di
motocicletta, di collaboratori familiari (domestici) etc. ovvero
ha fatto acquisti di immobili per determinate somme, non potrà non
aver dichiarato un reddito inferiore ad una determinata soglia
perché altrimenti dovrà dare dimostrazione (ovviamente con prove
oggettive) di dove ha preso il denaro necessario per sostenere il
suo tenore di vita.
A tali controlli saranno addetti sia la Guardia di Finanza che
l’Agenzia delle Entrate e scenderanno in campo anche gli enti
locali quali i Comuni.
 QUALI I CONTRIBUENTI CONTROLLATI
Tutte le persone fisiche. Quindi in primis, come al solito, i
lavoratori autonomi (imprenditori e professionisti), ma anche i
lavoratori dipendenti che manifestano un tenore di vita ( e quindi
capacità di ricchezza) superiore al loro stipendio. E’ ovvio che
quest’ultima fattispecie tende a fare emergere l’irregolarità di
quei lavoratori dipendenti (e pare che da noi ce ne siano più di
uno) che svolgono anche lavoro <<in nero>>.
 QUALI GLI INDICATORI (SPIE DI REDDITO).
Come detto gli elementi su cui si concentrerà l’attenzione del
Fisco saranno molteplici:
a) Abitazione principale di proprietà, in base ai metri quadrati ed
alla ubicazione (città, zona etc.);
b) Residenza secondaria: anche qui in base agli elementi di cui al
precedente punto a);
c) Imbarcazione: se a vela o a motore es in base all’anno di
immatricolazione ed alle dimensioni (lunghezza);
d) Autovettura o autovetture: se a gasolio o a benzina, cavalli
fiscali, anno di immatricolazione, costo di acquisto;
e) Moto: cilindrata;
f) Collaboratori familiari conviventi a tempo pieno;
g) Acquisti immobili (incremento patrimoniale)
Altri (aeromobili, cavalli da corsa etc.).
 COME VERRANNO PESATI GLI INDICATORI DI REDDITO.
Secondo vari elementi: la questione è abbastanza complessa e ci
riserviamo di tornare sull’argomento, ma a grandi linee si può
dire che ogni elemento verrà <<pesato>> dai coefficienti del Fisco
per far si che si arrivi, dalla somma di tutti questi elementi,
alla stima del reddito ascrivibile al contribuente. Dopodichè si
confronterà il reddito presunto dal redditometro con il reddito
effettivamente dichiarato dal contribuente.
 UNA CLAUSULA DI SALVAGUARDIA PER IL CONTRIBUENTE.
Affinchè L’Agenzia delle Entrate possa avere titolo per
rettificare il reddito dichiarato è però necessario che si
verifichino due condizioni:
a) Il reddito dichiarato dal contribuente sia inferiore al 75% del
reddito <<presunto>> dal redditometro;
b) Tali scostamenti si verifichino per due o più periodi di imposta
(anni solari).
 COME DIFENDERSI
Se al contribuente verrà contestato un tenore di vita, calcolato
in base al redditometro, superiore al suo reddito dichiarato, avrà
la possibilità di difendersi in vari modi. Tra questi:
a) Dimostrare di avere redditi esenti da imposta o soggetti a
ritenuta alla fonte a titolo di imposta (BOT, interessi bancari
etc.);
b) Aver venduto titoli di proprietà;
c) Aver venduto immobili di proprietà;
d) Aver ricevuto donazioni;
etc.
Come si vede è, e mi pare ovvio, consentito al contribuente di
dimostrare la regolare disponibilità di ricchezza maggiore di
quella dichiarata, a condizione però di fornirne prova.
In buona sostanza nell’accertamento sintetico da redditometro si
manifesta l’inversione dell’onere della prova, laddove è il
contribuente che intende contestare la richiesta dell’Ufficio in
base al redditometro che deve dimostrare come e dove ha preso le
risorse necesarie per sostenere il suo <<tenore di vita>>.
 LA PROCEDURA DEL REDDITOMETRO
Si articolerà in varie fasi, tra cui:
a) L’anagrafe tributaria, una volta elaborati i dati in suo possesso,
effettuato il confronto tra il reddito dichiarato e quello
presunto del redditometro, segnalerà ai vari uffici quei
contribuenti il cui reddito dichiarato è inferiore al 75% di
quello indicato dal redditometro.
b) L’Agenzia delle Entrate comunicherà ai contribuenti che non
risultano in regola con i conteggi del redditometro del loro
scostamento da questo.
c) I contribuenti avranno quindici o trenta giorni dal ricevimento
della comunicazione per trasmettere all’Agenzia delle Entrate le
proprie giustificazioni.
d) L’Agenzia delle Entrate, dopo aver ricevuto le giustificazioni del
contribuente potrà, a seconda della validità di tali
giustificazioni, seguire una di queste tre vie:
− Emettere l’avviso di accertamento di rettifica del reddito
dichiarato;
− Archiviare la pratica;
− Avviare indagini per ulteriori chiarimenti.
QUALCHE CONSIGLIO.
Lo strumento del redditometro, come detto, avrà nel prossimo
futuro una rilevanza di peso nelle procedure di accertamento del
reddito.
Pertanto invito tutti i lettori a prestare massima attenzione agli
acquisti <<importanti>> quali immobili o mobili registrati
(autovetture, imbarcazioni etc.) al fine di evitare di trovarsi <<
spiazzati>> in caso di richieste di chiarimenti da parte
dell’Agenzia delle Entrate.
Va da se che, se i calcoli del redditometro non quadrano con le
spese che si intendono effettuare, se tali spese si faranno
ugualmente bisognerà essere pronti a dimostrare, con prove certe,
che le maggiori risorse di ricchezza utilizzate sono di fonte
regolare di fronte alla legge.
PER CONCLUDERE.
Mi pare importante sensibilizzare i lettori sull’importanza
dell’argomento ed invitarli a discuterne in anticipo con i propri
commercialisti al fine di non trovarsi poi impreparati in caso di
eventuali richieste da parte dell’Agenzia delle Entrate.
 

Allen

Nuovo Iscritto
In merito alle donazioni è importante che siano fatte tramite strumenti tracciabili o meglio dal notaio, mai e poi mai in contanti perchè non c'è modo poi di dimostrarle.

Gli accertamenti potranno anche durare circa un anno, per esperienza personale, con richieste di ulteriori documentazioni, in primis estratti conto.

X raflomb: aggiungere paragrafo "h) cavalli" dopo autovetture e barche (quelli veri non quelli del motore), e non chiedetemi perchè ma è così.
 

StLegaleDeValeriRoma

Membro Assiduo
Professionista
Concordo sulle precisazioni del buon raflomb e mi sembra azzardato fasciarsi la testa prima di sapere l'esito del ricorso sempre che sia stato redatto da un professionista esperto di diritto tributario ... altrimenti in appello scelga meglio a chi affidarsi.
Avv. Luigi De Valeri:daccordo:
 

martino954

Nuovo Iscritto
Mi sono affidato ad un commercialista esperto in diritto tributario che mi è stato segnalato dalla associazione Commercianti della Provincia, ma a me del tutto sconosciuto: la domanda era per sapere, visto che siamo in tanti ormai ad avere subito tale accertamento, se il ricorso nei casi verificati finora, cerca di accertare la verità o se i risultati cui l'Agenzia delle Entrate è pervenuta con il Redditometro sono non demolibili (si sa che invertire l'onere della prova, a distanza di 5 anni e in modo scientifico è quanto di più difficile ci possa essere: una persona onesta non costruisce per se stesso le prove di ogni operazione che fa, specie se visto il reddito che produce non può chiamare il commercialista ad ogni operazione che esegue, ma pensa che la correttezza delle sue scelte possa essere il criterio da seguire: tanto più che questo strumento viene usato a partire dal 2005-2006 e que4sti sono i primi risultati).
Grazie
Martino
 

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