Balsal

Membro Junior
Proprietario Casa
Salve, io e mia moglie (ed un figlio minore), coniugati in regime di separazione dei beni, abbiamo attualmente la residenza in casa di mia proprietà 100%. Da pochissimo abbiamo acquistato una casa, stesso comune, a distanza di circa 40 mt dalla attuale, di cui è più grande e comoda, sopratutto dopo previsti lavori di ristrutturazione. L'acquisto, (senza mutuo) è stato fatto a nome di mia moglie che, non avendo altri immobili o quote di immobili in suo possesso, ha potuto usufruire delle agevolazioni prima casa. Ora lei (per ora da sola) dovrebbe prenderne la residenza, così che l'allaccio utenze, IMU, Tares e vari aspetti fiscali siano affrontati come sua residenza principale.
Stiamo facendo i furbi, o semplicemente tuteliamo un diritto che ci deriva dal matrimonio in separazione dei beni? L'ufficiale d'anagrafe del nostro comune (di cui conosco il parere in proposito, anche per dei precedenti) prevedo metta delle difficoltà a questo cambio di residenza, con nostro grande danno economico. In previsione di questa difficoltà chiedo a chi esperto in proposito di potermi elencare una serie di argomentazioni (o riferimenti normativi) valide con cui motivare il cambio di residenza di mia moglie senza che debba essere io a perdere la residenza attuale. Prevediamo di trasferirci in modo definitivo appena finiti i lavori di ristrutturazione che, tra reperimento risorse e lavori veri e propri, non sarà prima di due anni. Rimane un po' particolare il fatto che le due case, vista la vicinanza tra loro, possono essere considerate vissute contemporaneamente dalla nostra famiglia, come in effetti è, visto che ci rechiamo tutti i giorni per seguire il giardino, pulizie, depositarvi attrezzature e scorte (sono agricoltore hobbista), legname etc.
Insomma, come zittire ogni obiezione dell'ufficiale anagrafe e l'agente di polizia municipale che verrà incaricato delle verifiche.
Saluti
 

essezeta67

Membro Senior
Proprietario Casa
Ai fini IMU, puoi dare da intendere quello che vuoi, ma il comune concede aliquota ridotta e detrazioni per una sola abitazione nell'ambito appunto di uno stesso comune. L'unica possibilità, sempre ai fini IMU, di avere due abitazioni principali nello stesso comune è una sentenza di separazione o divorzio. Saluti.
 

Balsal

Membro Junior
Proprietario Casa
Ai fini IMU, puoi dare da intendere quello che vuoi, ma il comune concede aliquota ridotta e detrazioni per una sola abitazione nell'ambito appunto di uno stesso comune. L'unica possibilità, sempre ai fini IMU, di avere due abitazioni principali nello stesso comune è una sentenza di separazione o divorzio. Saluti.
Ok per l'IMU, ma per tutto il resto? luce, acqua, Tarsu o Tares, tutte senza agevolazione? e le spese notarili già sostenute, se non gli viene concessa la residenza, dovrà aggiungere la differenza con le spese per seconda casa (+ penalizzazione)? Francamente mi sembra un pò eccessivo a carico di una persona che non ha nessun (e sottolineo nessun) altro immobile di proprietà. A questo punto il matrimonio in separazione di beni non avrebbe senso di esistere.
 

essezeta67

Membro Senior
Proprietario Casa
Non ti do ragione e neppure torto: di fatto la famiglia è una e le case sono due per cui una è per forza seconda casa del nucleo famigliare, oppure mi vuoi dare da intendere che un po' giorni vivete da una parte e un po' di giorni dall'altra a 40 metri di distanza???
Comunque, escluso l'IMU, per le spese notarili non c'è problema: la moglie deve obbligatoriamente avere la residenza nel comune dove è sita casa non nella casa e questo mi sembra che l'abbia già. Di fatto la casa potrebbe essere anche data in locazione e le agevolazioni per l'acquisto non vengono perse. Per le utenze non saprei dirti ma penso che non facciano tutte le storie come per l'IMU; prova a telefonare ai vari uffici. Saluti.
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
L'ufficiale d'anagrafe del nostro comune (di cui conosco il parere in proposito, anche per dei precedenti) prevedo metta delle difficoltà a questo cambio di residenza, con nostro grande danno economico. In previsione di questa difficoltà chiedo a chi esperto in proposito di potermi elencare una serie di argomentazioni (o riferimenti normativi) valide con cui motivare il cambio di residenza di mia moglie
Semplicemente tua moglie avrà diritto a essere iscritta in anagrafe nell'abitazione che ha acquistato solo se vi dimorerà abitualmente.
La residenza è una situazione di fatto. Di là dalle convenienze economiche.
 

essezeta67

Membro Senior
Proprietario Casa
questi contribuenti, una ne pensano e cento ne fanno, pur di evitare di versare le regolari gabelle (tasse e contributi) ciao

A questo proposito, alcuni impiegati comunali di uffici IMU che conosco personalmente riferiscono che stanno aumentando notevolmente le "separazioni" specialmente tra chi possiede più di un immobile....chissà perchè.....a voi le dovute conclusioni......
 

Balsal

Membro Junior
Proprietario Casa
questi contribuenti, una ne pensano e cento ne fanno, pur di evitare di versare le regolari gabelle (tasse e contributi) ciao

Non si tratta di evitare, ma di pagare in modo equo, senza essere paragonati ad un nababbo con la/le ville in costa.
Ho aperto questa discussione, da non esperto dell'argomento, proprio per chiedere se vi sia un modo corretto per evitare un salasso, giusto per affrontare con serenità una ristrutturazione.
D'altronde di casi anomali sulle residenze di coniugi ne siamo tutti a conoscenza, o no? e ben altro che distanze di 40mt. Non che mi faccia molto piacere doverne discutere con l'ufficio anagrafe, ma neanche passare per fesso.
Ad ogni modo, ringrazio per i consigli. Ciao.
 

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