Maresca

Membro Junior
Proprietario Casa
Ciao a tutti,

sfruttando la legge sul recupero delle taverne, un inquilino ha trasformato le sue taverne in appartamenti indipendenti (separandoli dalle sue abitazioni al piano superiore) e ora li ha affittati.

Ha fatto questi interventi senza chiedere alcun permesso, semplicemente una volta terminati i lavori ha mandato all'amministrazione il nuovo ricalcolo dei millesimi condominiali.

Ora ha affittato questi due nuovi appartamenti ma c'è il problema che (ovviamente) non ci sono cassette della posta disponibili per questi appartamenti.

Lui afferma che il condominio deve mettere delle nuove caselle postali per questi nuovi appartamenti, e che la spesa spetta al condominio in quanto le caselle postali sono di proprietà del condominio.

Noi non gli abbiamo mai contestato alcun lavoro fatto e non siamo contrari neanche all'installazione delle nuove caselle, ma riteniamo che debba pagarsele lui.

Che lui abbia almeno moralmente torto è una cosa condivisa da tutti, ma lui dice che la legge gli da ragione.


Qualcuno può confermare? Io ho come l'impressione che non sia la legge a dargli ragione, quanto piuttosto una sua interpretazione della legge (immagino quella sulla corrispondenza).

Grazie
 

alberto bianchi

Membro Storico
Proprietario Casa
sfruttando la legge sul recupero delle taverne, un inquilino ha trasformato le sue taverne in appartamenti indipendenti
purtroppo abbiamo un amministratore che crede a tutto e dei condomini che hanno paura di qualsiasi cosa
Perché non fate una "soffiatina" al Comune ? Siete sicuri che i lavori rispettino la legge ?
Secondo te costa di più cambiare le cassette per le lettere o ripostare allo status quo le taverne e rinunciare all'introito dei canoni di locazione ?
Lancia una moneta in aria e fai un "testa o croce".
 
Ultima modifica:

Maresca

Membro Junior
Proprietario Casa
Perché non fate una "soffiatina" al Comune ? Siete sicuri che i lavori rispettino la legge ?
Secondo te costa di più cambiare le cassette per le lettere o ripostare allo status quo le taverne e rinunciare all'introito dei canoni di locazione ?
Lancia una moneta in aria e fai un "testa o croce".

non c'è nessuna soffiata da fare al comune, le taverne sono state trasformate in unità abitative al catasto, quindi il comune era d'accordo...
 

Maresca

Membro Junior
Proprietario Casa
Basta che il coraggio lo abbia tu: avvisa l'amministratore che se si inventa di dare retta al galletto" tu impugni la delibera e/o lo citi per danni.

per questo sto cercando informazioni a riguardo, perchè lui dice che per legge è così, io vorrei sapere se è vero o meno.

l'amministratore, per qualsiasi problema, dice sempre si a tutti pur di non avere problemi.
 

Franci63

Membro Storico
Proprietario Casa
non c'è nessuna soffiata da fare al comune, le taverne sono state trasformate in unità abitative al catasto, quindi il comune era d'accordo...
Questa mi pare un’affermazione non corretta.
Il fatto che in Catasto si sia modificata la destinazione degli immobili, non significa che i lavori, e la variazione stessa, siano stati eseguiti regolarmente dal punto di vista urbanistico.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
le taverne sono state trasformate in unità abitative al catasto, quindi il comune era d'accordo..
mi risulta che il Regolamento edilizio del comune di Milano non conceda l'abitabilità ai locali seminterrati.

Estratto del Regolamento di Igiene del Comune di Milano:
3.1.8. Dichiarazione di alloggio inabitabile.
Il Sindaco, sentito il parere o su richiesta del Responsabile del Servizio n. 1 della
U.S.S.L., dichiara l'inabitabilità di un alloggio o parte di esso per motivi igienicosanitari.
Le cause che possono determinare le dichiarazioni di cui al precedente comma
sono le seguenti:
14
1) condizioni di degrado tali da pregiudicare la salute degli occupanti;
2) improprietà dell'alloggio (soffitta, seminterrato, rustico, box, ecc.);
3) mancanza di ogni sistema o adeguati dispositivi di riscaldamento;
4) requisiti di superficie e altezza con una deficienza superiore al 15% delle
misure previste agli articoli 3.4.10., 3.4.11 e 3.4.12;
5) requisiti di aeroilluminazione inferiori al 70% di quelli previsti agli articoli
3.4.13 e seguenti;
6) mancanza dei servizi igienici o di acqua potabile.
L'alloggio dichiarato inabitabile deve essere sgomberato con ordinanza del
Sindaco e non potrà essere rioccupato se non dopo la sua ristrutturazione ed il
rilascio di una nuova licenza d'uso.
 

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