alexfin

Membro Ordinario
Proprietario Casa
Buongiorno a tutti, scrivo perché, testarda fino in fondo, vorrei la Vostra opinione in merito a uno dei tanti cavilli della burocrazia italiana. Abito con mio marito, nella SUA casa, ma la mia vecchia prima casa, in affitto fino all’anno scorso, ora è in vendita; ovviamente nel frattempo mi sono dovuta intestare le utenze tra cui la famigerata TIA (imposta sulle immondizie) che pagherò al 50% in quanto casa disabitata, secondo le regole di quel comune. La cosa strana è che l’ufficio preposto, mi ha chiesto lo “stato famiglia” rilasciato dal mio comune (che ora è quello dove abito con mio marito) in quanto comunque paghero’ per due persone essendo sposata. I dubbi sono i seguenti:
1) se io e mio marito abitiamo altrove e paghiamo le immondizione gia’ per la casa dove abitiamo, perché devo pagare per due anche per la mia “seconda casa” che comunque è dichiarata disabitata?
2) Perché detto ufficio (società srl che svolge il servizio di igiene urbana, quindi penso rientri nei un privati gestori di pubblici servizi), a cui io ho inviato una autocertificazione, pretende invece uno stato famiglia rilasciato dal mio comune di residenza, il quale comunque mi chiede 14,50 euro di bolli? Non dovrebbe accontentarsi di una autocertificazione in virtu’ dell’ art. 40 d.p.r. 28/12/00 n.445 ?? Che rabbia…. Prima lo Stato emana leggi per semplificare la burocrazia e poi non si riesce a farle applicare…. :rabbia:
Cosa ne dite? Grazie a tutti
 

essezeta67

Membro Senior
Proprietario Casa
1) se io e mio marito abitiamo altrove e paghiamo le immondizione gia’ per la casa dove abitiamo, perché devo pagare per due anche per la mia “seconda casa” che comunque è dichiarata disabitata?

Perchè. sfortunatamente, alcuni comuni fanno pagare la tassa rifiuti anche su immobili disabitati. Leggiti il regolamento comunale per essere sicura che sia/non sia dovuta...Saluti.
 

erwan

Membro Assiduo
si può autocertificare ciò che si produce ad organi della pubblica amministrazione, e si capisce perché: la PA può controllare da sola.

i privati invece, come questa srl, non sono tenuti ad accettare le autocertificazioni.
 
J

JERRY48

Ospite
Concordo
I privati possono accettare le dichiarazioni sostitutive di certificazione e di atto di notorietà, ma non ne hanno l'obbligo.

Nel caso in cui i privati decidano di accettare l'autocertificazione, per le dichiarazioni sostitutive di certificazione non è mai prevista la firma autenticata. Per le dichiarazioni sostitutive dell'atto di notorietà, invece, la firma deve essere autenticata da un notaio, cancelliere, segretario comunale o funzionario incaricato dal sindaco (art. 21 comma 2 DPR 445/2000).
 

alexfin

Membro Ordinario
Proprietario Casa
Allora.... aggiornamento.... l'ufficio del comune dove risiedo mi ha confermato che ASSOLUTAMENTE, dal 1 gennaio 2012, la ditta incariìcata al servizio della TIA non ha alcun diritto di chiedermi lo stato famiglia non autocertificato ma prodotto dal comune. Addirittura è fatto divieto al mio comune di produrmelo!! si sono persino offerti di conferire loro stessi con la suddetta srl.
:^^:
cito testualmente :

Dal 1° gennaio 2012 i certificati rilasciati ai privati non potranno
essere esibiti ad altre Pubbliche Amministrazioni e gestori di
pubblici servizi (art. 40 d.p.r. 28/12/2000).
Per effetto dell’entrata in vigore delle modifiche all’art. 40 d.p.r.
445/2000 tutte le certificazioni riporteranno, a pena di nullità, la
seguente dicitura:
"A partire dal 1 Gennaio 2012 il presente certificato non può essere
prodotto agli organi della pubblica amministrazione o ai privati
gestori di pubblici servizi (art. 40 c.2 d.p.r. 28 dicembre 2000 n.
445)".
La modifica introdotta dalla norma ha lo scopo di promuovere
l’utilizzo dell’autocertificazione da parte del privato cittadino :
infatti, il comma 1 dell’art. 40 d.p.r. 445/2000 , come modificato
dall’art.15 della legge 183/2011, prevede che nei rapporti con gli
organi della Pubblica Amministrazione o con i gestori di pubblici
servizi, i certificati e gli atti di notorietà siano sempre sostituiti
con le dichiarazioni di cui agli artt. 46 e 47 del d.p.r. 445/2000,
cioè con le cd autocertificazioni .
 

essezeta67

Membro Senior
Proprietario Casa
Caso eclatante del "non rilascio" di certificato di stato di famiglia:
due coniugi pensionati hanno in casa con loro, da qualche anno, un figlio adulto "di ritorno" (divorziato). Necessitano di ISEE per una determinata prestazione; chiedo redditi e beni mobiliari e immobiliari di tutti i componenti dello stato di famiglia: purtroppo non sanno rispondere se il figlio appunto di ritorno, si è inscritto di nuovo nella loro famiglia oppure no e in quel momento non è rintracciabile perchè si trova temporaneamente all'estero per un impegno di lavoro. Li mando in comune per il rilascio di un certificato di stato famiglia per essere sicuri dei componenti della loro famiglia e mi ritornano con un modulo di autocertificazione da compilare e in cui devono dichiarare ....quello che non sanno!!!! Telefono all'impiegato del comune e spiego la situazione: dopo un tira e molla e informazioni che non si possono dare per telefono per la privacy e altro giro in comune, finalmente si degnano di dire "verbalmente" ai due anziani pensionati che il loro figlio non risulta iscritto nella loro famiglia........Se tutto questo è una semplificazione delle pratiche burocratiche...ditemi voi....
 

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