Endrikiuro

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Buongiorno a tutti,
nel 2010 mio padre ha acquistato all'asta un appartamento. Questo appartamento era stato ricavato nel 1996 tramite ampliamento e frazionamento di due subalterni, che sono stati soppressi per dare luogo a 5 subalterni. Questo si evince dalla visura catastale. Il decreto di trasferimento del tribunale riporta inoltre "dalla documentazione in atti risulta che per l'immobile sopra descritto è stata richiesta e ottenuta concessione edilizia in sanatoria n. XXXXX nel 2001, essendo stato realizzato con chiusura di un portico già esistente nel fabbricato costruito in in forza della licenza edilizia XXXXX del 1962".
Nel 2016 ho acquistato l'appartamento da mio padre, senza nessun problema.
Pochi giorni fa ho firmato un compromesso per la vendita presso un notaio scelto dalla parte acquirente (a caso a quanto dice, non ne aveva uno di fiducia) e questo mi chiede di visionare gli atti di frazionamento del 1996.
Il mio attuale vicino di casa ha acquistato il suo appartamento (anche esso derivante dallo stesso frazionamento) tramite normale rogito e anche a lui non erano stati chiesti questi atti.
Vi pongo le seguenti domande:
- se la pianta catastale non mostra difformità rispetto allo stato reale dell'immobile e se l'immobile è stato sanato nel 2001, perchè questo notaio (unico tra tutti) chiede questi documenti ad integrazione?
- L'ottenimento di questi atti rischia di portare via del tempo che né io né l'acquirente vorremmo perdere, abbiamo fretta entrambi. E' possibile rogitare da un notaio diverso da quello presso cui si è firmato il compromesso, se entrambe le parti sono d'accordo? Che procedura bisognerebbe seguire? Ovviamente sono consapevole che questo comporterebbe costi ulteriori rispetto a quanto preventivato, che sono però disposto a sostenere io.

Ringrazio in anticipo tutti quelli che dedicheranno del tempo.
 

Maivertu

Membro Attivo
Proprietario Casa
Buongiorno a tutti,
nel 2010 mio padre ha acquistato all'asta un appartamento. Questo appartamento era stato ricavato nel 1996 tramite ampliamento e frazionamento di due subalterni, che sono stati soppressi per dare luogo a 5 subalterni. Questo si evince dalla visura catastale. Il decreto di trasferimento del tribunale riporta inoltre "dalla documentazione in atti risulta che per l'immobile sopra descritto è stata richiesta e ottenuta concessione edilizia in sanatoria n. XXXXX nel 2001, essendo stato realizzato con chiusura di un portico già esistente nel fabbricato costruito in in forza della licenza edilizia XXXXX del 1962".
Nel 2016 ho acquistato l'appartamento da mio padre, senza nessun problema.
Pochi giorni fa ho firmato un compromesso per la vendita presso un notaio scelto dalla parte acquirente (a caso a quanto dice, non ne aveva uno di fiducia) e questo mi chiede di visionare gli atti di frazionamento del 1996.
Il mio attuale vicino di casa ha acquistato il suo appartamento (anche esso derivante dallo stesso frazionamento) tramite normale rogito e anche a lui non erano stati chiesti questi atti.
Vi pongo le seguenti domande:
- se la pianta catastale non mostra difformità rispetto allo stato reale dell'immobile e se l'immobile è stato sanato nel 2001, perchè questo notaio (unico tra tutti) chiede questi documenti ad integrazione?
- L'ottenimento di questi atti rischia di portare via del tempo che né io né l'acquirente vorremmo perdere, abbiamo fretta entrambi. E' possibile rogitare da un notaio diverso da quello presso cui si è firmato il compromesso, se entrambe le parti sono d'accordo? Che procedura bisognerebbe seguire? Ovviamente sono consapevole che questo comporterebbe costi ulteriori rispetto a quanto preventivato, che sono però disposto a sostenere io.

Ringrazio in anticipo tutti quelli che dedicheranno del tempo.
Certo che puoi
Avverti il primo notaio, lo liquidi con le spese sostenute fino ad ora, presumo qualche centinao di euro e dai tutto al nuovo notaio
 

Franci63

Membro Storico
Proprietario Casa
se la pianta catastale non mostra difformità rispetto allo stato reale dell'immobile e se l'immobile è stato sanato nel 2001, perchè questo notaio (unico tra tutti) chiede questi documenti ad integrazione?
Perché vuole tutelare il suo cliente (l’acquirente), e far verificare che la situazione urbanistica sia a posto, e non ci siano irregolarità.
Il fatto che tu e il vicino abbiate comprato senza quella documenti non significa nulla: l’acquirente ha tutto il diritto di far fare le verifiche prima del rogito.
E' possibile rogitare da un notaio diverso da quello presso cui si è firmato il compromesso, se entrambe le parti sono d'accordo? Che procedura bisognerebbe seguire?
E’ possibile, ma non viene esclusa la possibilità che anche il nuovo notaio voglia approfondire la situazione dell’immobile.
In ogni caso, va saldato il vecchio notaio per il lavoro svolto, e fornito al nuovo il contratto preliminare e i documenti necessari per il rogito.
 

Endrikiuro

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Grazie per la risposta franci63.
Capisco benissimo il voler tutelare il cliente e allo stesso modo io ci tengo a vendere tutto in ordine. Proprio per questo, oltre al notaio che aveva fatto il rogito a mio favore nel 2016, ho contattato altri 3 notai che si sono occupati del trasferimento di 3 subalterni diversi ma derivanti dallo stesso frazionamento e ampliamento (stessi lavori e stessa pratica). Tutti concordano che, in presenza di condono edilizio (che tra l'altro ho in formato cartaceo ed ho allegato nel compromesso) quegli atti sono del tutto superflui, perché è il condono a garantire la conformità del tutto.
Io vorrei solo evitare che l'eccessiva pignoleria ( o scarsa conoscenza? ) stia portando il notaio attuale a richiedere documenti che non hanno alcun valore, in quanto successivamente condonati.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Questo notaio sarà pignolo per tutelare l'acquirente o gli altri operano in modo superficiale, ma sbrigativo? Probabilmente il primo sarà più esoso degli altri tre. I liberi professionisti operano sulla base della loro esperienza. Ciò non toglie che il prodotto finale debba essere regolare: questo potrà essere verificato nel proseguo!
 

Maivertu

Membro Attivo
Proprietario Casa
Grazie per la risposta franci63.
Capisco benissimo il voler tutelare il cliente e allo stesso modo io ci tengo a vendere tutto in ordine. Proprio per questo, oltre al notaio che aveva fatto il rogito a mio favore nel 2016, ho contattato altri 3 notai che si sono occupati del trasferimento di 3 subalterni diversi ma derivanti dallo stesso frazionamento e ampliamento (stessi lavori e stessa pratica). Tutti concordano che, in presenza di condono edilizio (che tra l'altro ho in formato cartaceo ed ho allegato nel compromesso) quegli atti sono del tutto superflui, perché è il condono a garantire la conformità del tutto.
Io vorrei solo evitare che l'eccessiva pignoleria ( o scarsa conoscenza? ) stia portando il notaio attuale a richiedere documenti che non hanno alcun valore, in quanto successivamente condonati.
Il notaio tutela le parti, chi ti assicura che un altro notaio non ti chieda la stessa documentazione del primo?
 

chiacchia

Membro Storico
Proprietario Casa
Oltre a quanto già detto puoi semplicemente liquidare il primo notaio gli dite che l'affare no si fa più e poi andate da un'altro notaio che avete già contattato, tutto questo se siete già d'accordo voi due non si è obbligati a dare spiegazioni al primo notaio
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Tutti concordano che, in presenza di condono edilizio (che tra l'altro ho in formato cartaceo ed ho allegato nel compromesso) quegli atti sono del tutto superflui, perché è il condono a garantire la conformità del tutto.
Non sono notaio, ma temo abbiano torto.
Conosco un caso che potrebbe ricadere nella casistica dove il condono (amministrativo) non sana tutte le irregolarità.

Il condono non porta automaticamente alla concessione della agibilità: ad esempio se vengono a mancare i rapporti aeroilluminanti, il comune condona le opere (incassando l'obolo), ma sentenze di cassazione hanno confermato che non possono essere disattese norme prevalenti, come quelle legate a criteri sanitari: per cui non potrebbe essere rilasciata la vecchia abitabilità.
Per la cronaca la mansarda di cui parlo è ben più luminosa dell'alloggio sottostante: ma tant'è. Geometricamente non è rispettato il rapporto 1/8
 

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