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Ho ricevuto dall'Agenzia delle Entrate - Territorio - di Napoli un atto formale di contestazione per violazione alle norme tributarie. Mi irrogano una sanzione di € 1032 per non aver accastato all'urbano un immobile di cui sono proprietario per 2/14, come risulta dalla loro visura catastale. Il termine per provvedere alla catastazione è scaduto il 30.11.2012.

L'immobile di cui si parla era è manufatto in comproprietà di tutti i fondi vicini (tra cui il mio) e consiste in un'antica vasca scoperta, non interrata, in cui moltissimi anni fa veniva raccolta l'acqua sorgiva e veniva fatta raffredare (siamo a Ischia dove c'erano acque sotterranee molto calde) e successivamente veniva usata.

Da ricerche sul web mi sembra di capire che questo manufatto non deve essere accatastato all'urbano perchè è una vasca scoperta.

Inoltre, e questa è la questione tranchant, questo terreno e ivi compreso la particella relativa al 2/14 della vasca l'ho venduto nel gennaio del 2001 e quindi alla scadenza dell’obbligo di catastazione non ero proprietario dell’immobile.

Dalla visura catastale fatta ora risulta, in effetti, che la particella relativa al terreno, di cui ero proprietario, è stata regolarmente intestata al compratore mentre la particella relativa alla vasca, anche se indicata nell’atto, risulta ancora intestata a me. E’ probabile che il notaio non abbia effettuato l’aggiornamento catastale o ci sia stato un disguido nel’eseguire l’adempimento.

A questo punto, trattandosi di una contestazione formale e non di un invito interlocutorio e tenendo conto che andare all’Agenzia del territorio di Napoli, per me che sono a Palermo, è impraticabile ho in mente di fare un ricorso alla CTP. Secondo voi ci sono altri mezzi per fare in modo che entro i cinquanta giorni che restano alla scadenza del termine per ricorrere la pretesa erariale venga formalmente annullata?

Allego il dettaglio dell’atto in cui si descrive il manufatto da accastare.
 

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Gianco

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Ti consiglio di fare un foglio di osservazioni nel quale riporti tutta la storia, dimostri di non essere più proprietario ed infine chiedi che, stante quanto esposto l'Ufficio provveda a regolarizzare l'intestazione (meglio sarebbe se preventivamente accertassi se le domande di voltura siano state presentate dal notaio. Infine la segnalazione, indirizzata al catasto di Napoli, la inoltri in quello di Palermo.
 

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Ti consiglio di fare un foglio di osservazioni nel quale riporti tutta la storia, dimostri di non essere più proprietario ed infine chiedi che, stante quanto esposto l'Ufficio provveda a regolarizzare l'intestazione (meglio sarebbe se preventivamente accertassi se le domande di voltura siano state presentate dal notaio. Infine la segnalazione, indirizzata al catasto di Napoli, la inoltri in quello di Palermo.
Grazie dei consigli Guanco. Questa sarebbe la via più semplice ma temo che non si concluda con un formale provvedimento di annullamento in autotutela dell'avviso di irrogazione di sanzione che dovrei ricevere entro e non oltre il 26.01.2018. Infatti in tale data scade il termine per ricorrere e l'avviso diventerebbe incontestabile ancorché privo di fondamento.
Fare il ricorso mi sembra la strada più prudente perché comunque il ricorso viene introdotto mediante notifica all'Ufficio il quale, se vuole anzi dovrebbe farlo, può annullare l'atto dandomene notizia prima che depositi il ricorso in Commissione.
 

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Prima di inoltrare le osservazioni, verifica se le procedure sono state rispettate. Accertati dal notaio.
Il notaio che rogò l'atto nel 2001 non c'è più e tutto il suo repertorio è stato depositato all'archivio notarile di Napoli. Ho chiesto all'archivio (e sono stati incredibilmente gentili ed efficienti) una copia dell'atto in quanto io ne avevo una copia informale. Non posso fare altri controlli. Al catasto delle due particelle oggetto della vendita risulta aggiornata solo quella del terreno ma non quella relativa alla vasca comune a tutti i terreni. Penso che ci sia stato un disguido nel trasferire l'atto sulle annotazioni catastali. Ritengo che a me, in quanto venditore, basti provare di aver venduto il bene e l'atto pubblico è una prova incontrovertibile. Penso anche che il catasto dovrebbe aggiornare d'ufficio, in base all'atto, l'eventuale dimenticanza del notaio o il disguido nella fase di annotazione dell'atto sui registri catastali.
 

Gianco

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In assenza di poter verificare se la relativa domanda di voltura è stata inoltrata, con una spesa per i diritti di € 71 potrai riproporla adesso e ti liberi da ogni problema. Comunque un tecnico che sa muoversi in catasto potrebbe venirne a capo con apposite ricerche.
 

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In assenza di poter verificare se la relativa domanda di voltura è stata inoltrata, con una spesa per i diritti di € 71 potrai riproporla adesso e ti liberi da ogni problema. Comunque un tecnico che sa muoversi in catasto potrebbe venirne a capo con apposite ricerche.
Grazie. Aspetto che mi arrivi la copia dell'atto estratta dall'archivio notarile. Poi ho un nipote ingegnere che mi ha detto che, avendo tutti i riferimenti, è possibile fare questa correzione online. Aspetto che arrivi l'atto e poi vedo se la può fare da Palermo e ti aggiorno.
 

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La questione si è conclusa dopo che mi sono costituito in giudizio. L'Agenzia delle entrate - territorio mi ha contattato telefonicamente per dirmi che aveva inviato il provvedimento di annullamento. Nè io ne mio fratello avevamo ricevuto nulla per cui ho chiesto che mi inviasse alla mia pec copia del provvedimento che allego. Dopo averlo ricevuto ho comunicato alla commissione tributaria provinciale la rinuncia alla lite per cessata materia del contendere.
Morale di tutto questo ambaradan: 1) ricerche catatastali
2) richiesta di copia dell'atto di vendita all'archivio notarile di Napoli (€ 38)
3) predisposizioe del ricorso e invio dello stesso all'agenzia delle entrate di Napoli (circa 9 €)
4) pagamento della tassa di presentazione ricorso (€ 30) invio del ricorso alla CT di Napoli (9 €).
Tutta questa trafila l'ho gestita da solo ma se non avessi avuto le competenze avrei dovuto rivolgermi ad un professionista e, a quel punto, sarebbe convenuto pagare e basta.
Un'ultima considerazione: poiché è un errore dell'ufficio due parole di scuse sarebbero doverose. Ma questo con la nostra burocrazia è fantascneza.
 

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Gianco

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Chi la dura la vince! Complimenti a te e una nota di biasimo per l'ufficio che per una sua imperizia ti ha obbligato a spendere tempo e soprattutto, denaro.
 

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