sergio 41

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Salve a tutti,
Nell'atto notarile di vendita terreno agricolo, il notaio riporta una dichiarazione del venditore che non corrisponde a verità non essendo stato nemmeno interpellato il venditore stesso sull'argomento. Si suppone che tale dichiarazione sia stata suggerita dal compratore per sua convenienza, infatti riporta :
"la parte venditrice dichiara che il terreno in oggetto, ai sensi
dell'art.10 della legge 21 Novembre 2000 n° 353, non ha subito incendi"
Tale clausola, oltre che favorire il compratore agli effetti della legge riportata, accresce falsamente anche il valore del terreno che anziché essere considerato incolto, viene successivamente valutato dall'Agenzia delle Entrate come terreno coltivato e sopravalutato
con conseguente maggiore imposta di registro,interessi e sanzioni.
La domanda è: può essere impugnato l'atto nel caso il compratore non voglia pagare le maggiori imposte? Quale consiglio suggerite?
Grazie a chi risponde.
 

Dimaraz

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Brevemente: il venditore è presente alla stipula dell'atto e con la sua firma dichiara di aver compreso il contenuto!!!

Perché accusare gli altri a posteriori?
 

sergio 41

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Probabilmente il passaggio incriminato è passato inosservato alla lettura. D'altra parte
è accertato che il notaio non ha rivolto alla parte venditrice alcuna domanda a riguardo.
Si accusano gli "altri a posteriori " GIUSTIFICATAMENTE in seguito ad accertamento di rettifica valore ...... non trovi?
 

Nemesis

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"la parte venditrice dichiara che il terreno in oggetto, ai sensi dell'art.10 della legge 21 Novembre 2000 n° 353, non ha subito incendi"
Tale clausola, oltre che favorire il compratore agli effetti della legge riportata
Perché tale dichiarazione favorirebbe il compratore?
E perché tale dichiarazione non corrisponderebbe al vero?
 

sergio 41

Membro Attivo
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Perché tale dichiarazione favorirebbe il compratore?
E perché tale dichiarazione non corrisponderebbe al vero?
1) Per effetto della legge citata che vieta entro un periodo di tempo (15 anni) la possibilità di strutture.
2) Perché il terreno risulta effettivamente incendiato, anche dalla corrispondenza
epistolare intrattenuta tra venditore e compratore!
 

Dimaraz

Membro Storico
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Probabilmente il passaggio incriminato è passato inosservato alla lettura. D'altra parte
è accertato che il notaio non ha rivolto alla parte venditrice alcuna domanda a riguardo.
Si accusano gli "altri a posteriori " GIUSTIFICATAMENTE in seguito ad accertamento di rettifica valore ...... non trovi?

No.
Posso "umanamente" comprendere la svista o più facilmente l'impreparazione della "gente comune" su certi temi...ma quando si firma un atto si dovrebbe essere pienamente coscenti (e "conoscienti") di cosa si dichiara, quindi non posso "giustificare" una accusa a posteriori e nemmeno un Giudice (corretto) ne darebbe peso.

accresce falsamente anche il valore del terreno che anziché essere considerato incolto, viene successivamente valutato dall'Agenzia delle Entrate come terreno coltivato e sopravalutato
con conseguente maggiore imposta di registro,interessi e sanzioni.

Ravviso quantomeno una logica "scorretta".
La mancata dichiarazione avrebbe certamente "penalizzato" il valore del terreno (quaora il buovo propiretario intendesse alienarlo a breve)...ma nessuno ti obbligava a vendere.
Altresì "contorto" il ragionamento che imputi all' Agenzia delle Entrate.
Dichiarare che il terreno non ha subito incendi non significa lo stesso sia coltivato...ma è un fatto notorio che l' Agenzia delle Entrate parta sempre con il principio che nelle compravendite si tenti di falsare i dati per risparmiare sulle "gabelle" ...9 su 10 chew avrebbero comunque contestato la classificazione.

Il tutto se in atto avete dichiarato che il terreno fosse incolto.

In conclusione, e sulla base di quanto hai spiegato, iniziare una lite sulle tue contestazioni offre chences pressochè nulle di avere sentenza a favore.
 

sergio 41

Membro Attivo
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Completamente e totalmente in disaccordo .... "ma quando si firma un atto si dovrebbe essere pienamente coscenti (e "conoscienti") di cosa si dichiara" (retorica!)

"Ravviso quantomeno una logica "scorretta".
La mancata dichiarazione avrebbe certamente "penalizzato" il valore del terreno (quaora il buovo propiretario intendesse alienarlo a breve)...ma nessuno ti obbligava a vendere." (concetto questo si che è scorretto.!).
Un terreno precedentemente coltivato che subisce incendi, si che risulta essere incolto, infatti lo è.
Definisci "contorto" il ragionamento dell'Agenzia delle Entrate (!!!) . L'accertamento è basato sui valori riportati dalle tabelle OMI per i terreni coltivati mentre per i terreni incolti risultano di 1/4 .
Cmq grazie per il supporto.
 

Dimaraz

Membro Storico
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Completamente e totalmente in disaccordo .... "ma quando si firma un atto si dovrebbe essere pienamente coscenti (e "conoscienti") di cosa si dichiara" (retorica!)

Retorica???!!!
Chiamala come vuoi...ma quando non si è informati, in certi campi, ci si affida ad esperti.

Un terreno precedentemente coltivato che subisce incendi, si che risulta essere incolto, infatti lo è.

Quindi intendi che tutti i terreni che non hanno subito incendi ...sono coltivati!!!???

Se tu hai dichiarato incolto il terreno in atto di vendita non è la clausola con cui si dichiara che non ha subito incendi negli ultimi 15 anni a ri-qualificarlo come coltivato.

La Legge che hai citato ha lo scopo di contrastare la specuolazione sulle aree boschive che vengono incendiate per sfruttarle ad altri scopi.
Nulla centra con l'accertamento che viene fatto dall' Agenzia delle Entrate.
 

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