uva

Membro Storico
Proprietario Casa
Riassumo la novità in oggetto, introdotta col maxiemendamento al Decreto Ristori.

Il locatore che ha concesso la riduzione canone al conduttore ha diritto ad un contributo a fondo perduto fino al 50% della riduzione accordata, col limite max di 1.200 euro all'anno per singolo locatore.
Le condizioni ed il funzionamento sono i seguenti.

1) L'immobile deve essere adibito ad abitazione principale del conduttore (suppongo sia richiesta la residenza anagrafica).
2) L'immobile deve essere ubicato in un Comune ad alta tensione abitativa, come da elenco redatto dal Cipe.
3) Il contributo riguarda i contratti di locazione abitativi in essere al 28/10/2020.
4) Il diritto al contributo matura nell'anno 2021.
5) Per l'anno 2021 è previsto un fondo di 50 milioni di euro da destinare a questo bonus.
6) In base a questo fondo e alle domande pervenute, l'Agenzia delle Entrate determinerà la percentuale (non superiore al 50% della riduzione canone concordata) da erogare ai locatori.
7) Le modalità applicative di tutto ciò verranno stabilite con un provvedimento che verrà emanato dall'Agenzia delle Entrate entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione.

Da quanto ho capito non rileva quando è stata concordata la riduzione del canone (nell'anno in corso o anche prima) ma è importante che l'accordo tra locatore e conduttore sia stato registrato all'Agenzia delle Entrate.
Se un locatore ha concesso a più inquilini la riduzione canone con riferimento a più contratti che rispettano i requisiti previsti per il bonus, non mi è chiaro se il limite max di 1.200 euro si riferisce a tutti oppure ad ogni singolo contratto.

Se qualcuno ha info più precise può commentare qui, grazie.
 

basty

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Non ho informazioni, ma .. un commento me lo permetterai.
Qual’è la differenza tra una riduzione concessa in un comune ad alta tensione abitativa, e quella in un comune “normale”?
Forse nel “tipo” di locatore?
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
Posso rispondere per la realtà del mio Comune (Torino) che da molto tempo è "ad alta tensione abitativa".
Qui vengono incentivati i contratti di locazione concordati, perché i canoni inferiori a quelli di mercato facilitano gli inquilini in difficoltà nel trovare un'abitazione che non costi troppo in relazione ai loro redditi.
I locatori sono incentivati con agevolazioni fiscali: tassazione del reddito e IMU ridotte rispetto ai contratti "liberi".

Questo contributo aiuta i locatori che hanno dovuto concedere riduzioni a causa della crisi economica generata dall'emergenza sanitaria.
Soprattutto quelli che avendo stipulato contratti "liberi", con canoni superiori a quelli concordati, li hanno ridotti in modo sostanzioso.

Inoltre l'importo del fondo destinato a questa iniziativa (50 milioni di euro per il 2021) impone limitazioni e requisiti anche stringenti a chi potrà usufruire del bonus.
 

davideboschi

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Qual’è la differenza tra una riduzione concessa in un comune ad alta tensione abitativa, e quella in un comune “normale”?
Me lo sono chiesto anch'io appena letto il thread.
A logica, il motivo per cui si riduce il canone sono le difficoltà del conduttore a pagare, e la causa di tali difficoltà è quella che ha condotto al decreto ristori, ossia la crisi dovuta al lock-down.
Mi pare ovvio che i conduttori in difficoltà sono sparsi un po' dappertutto e non solo nei comuni ad alta tensione abitativa.
D'altra parte, tali comuni sono stati individuati allo scopo di facilitare il mercato (soprattutto degli affitti) laddove la domanda è alta in rapporto all'offerta, e non a individuare le aree dove i conduttori sono economicamente più deboli che altrove.

In sostanza, non si capisce perché una riduzione del canone in un comune ad alta tensione abitativa debba essere parzialmente ristorata, e una altrove no.
In pratica, in un comune ad alta tensione abitativa il locatore può contare su un ristoro parziale, altrove invece può dare pure lo sfratto...
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Chiedevo ragioni tecniche: un conto sono agevolazioni fiscali a fronte di contratti e canoni concordati. Altro è un bonus a fronte diriduzioni (che lo sono per tutti)
In un primo tempo avevo sentito annunciare un bonus pari al 50% della riduzione applicata. Era una regola non discriminante.

Qui trovo limiti di costituzionalità: come se il ristoro ai ristoranti fosse dato solo agli stellati Michelin, e non alle trattorie
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
trovo limiti di costituzionalità
Trovi limiti di costituzionalità anche nella norma che limita le agevolazioni fiscali per i contratti concordati (che possono essere stipulati ovunque) solo a quelli relativi ad immobili ubicati in Comuni ad alta tensione abitativa e in quelli dove è stato deliberato lo stato di emergenza ?

agevolazioni fiscali a fronte di contratti e canoni concordati.
agevolazioni che non riguardano gli immobili ubicati in tutti i Comuni italiani.
Non ho mai letto né sentito che ciò possa essere anticostituzionale.
 

basty

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Proprietario Casa
Trovi limiti di costituzionalità anche nella norma che limita le agevolazioni fiscali per i contratti concordati (che possono essere stipulati ovunque)
Premesso che non ho titoli per sparare sentenze, sul punto citato non ho obiezioni: quelle agevolazioni sono coerenti con lo scopo di calmierare i canoni dove serve.
Qui si parla di “ristorare” categorie che hanno rinunciato ad un reddito. Mi pare situazione diversa. E non vedo cosa centri la tensione abitativa: le motivazioni fornite non mi soddisfano. C’è ne saranno altre più valide?
 

davideboschi

Membro Attivo
Proprietario Casa
Trovi limiti di costituzionalità anche nella norma che limita le agevolazioni fiscali per i contratti concordati (che possono essere stipulati ovunque) solo a quelli relativi ad immobili ubicati in Comuni ad alta tensione abitativa e in quelli dove è stato deliberato lo stato di emergenza ?
Le agevolazioni fiscali sono, e dovrebbero restare, un modo per eliminare o ridurre le difficoltà a quei soggetti che per problemi del territorio (tensione abitativa), eventi naturali (calamità ed emergenze) o di qualsiasi altro tipo, sono svantaggiati rispetto agli altri cittadini. Quindi servono a rendere equo un qualcosa che equo non è.

Nel caso in esame, le difficoltà sono per i conduttori che hanno perso in tutto o in parte il reddito, e per i locatori che non possono percepire i canoni.
Siccome queste difficoltà sono sparse in tutto il territorio e non solo in certe zone, non pare equo (da qui il dubbio di incostituzionalità) che un soggetto che perde il reddito in una certa zona ha diritto a farsi integrare il canone di affitto dallo Stato (perché in definitiva è di questo che si tratta), mentre un altro che perde il reddito in un'altra zona questo diritto non ce l'ha.

Poi anche sul principio delle agevolazioni fiscali si può discutere, ma una volta accettato il principio, le conseguenze da trarre sono queste.
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
soggetti che per problemi del territorio (tensione abitativa),

Quindi secondo te persone che vivono a Torino, Milano, ecc (Comuni ad alta tensione abitativa) magari con un buon lavoro e redditi/patrimoni medio-alti, sono sicuramente
svantaggiati rispetto agli altri cittadini
che risiedono in Comuni esclusi dalle agevolazioni in quanto non ad alta tensione abitativa né in stato di emergenza (cittadine più piccole, con meno opportunità per lavorare e produrre reddito)?
 

davideboschi

Membro Attivo
Proprietario Casa
Quindi secondo te...
Non farmi dire cose che non ho detto.

Spiegherò meglio la mia argomentazione.

Sarai d'accordo che, a pari reddito, affittare in città è più oneroso che affittare nell'hinterland o in un paesino, al punto che i prezzi rischiano di rendere impossibile trovare una casa nonostante ii redditi medio-alti.

Creare un elenco di luoghi dove il mercato va stimolato mediante agevolazioni fiscali, può avere un senso.

Ma non ha senso che quello stesso elenco venga usato per discriminare chi deve ricevere are aiuti economici per i danni dal lock - down, e chi no.

Poi, ripeto, non sono favorevole alle agevolazioni fiscali, soprattutto all'abuso che se ne fa in Italia.
Secondo me le tasse dovrebbero essere basse per tutti, e il mercato andare dove deve andare.
Le agevolazioni fiscali dovrebbero essere limitate a correggere le grandi storture che il mercato rischia di prendere in certi casi particolari.
Invece in Italia sono diventate un metodo generalizzato per limitare i danni prodotti da una tassazione da rapina.
 

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