Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Un condominio con un tetto di forma alquanto strana si trova ad avere una falda singola che scarica tutta l’acqua meteorica sul fondo confinante. La falda possiede il canale di gronda, il pluviale (con innesto dissestato sulla gronda) che termina a mezz’aria con un gomito e quindi scarica come un doccione. L’acqua che esce dal doccione, quando piove poco, cade sul tetto di un gabbiotto adibito a gabinetto esterno di una bottega poco usata dal proprietario e sfitta da almeno 30/35 anni. Quando piove tanto l’acqua cade sul pavimento in battuto di cemento del cavedio a cui si accede dal retro bottega. Sul pavimento non ci sono opere di captazione e convogliamento delle acque piovane: ci sono due pozzetti (sfondati) con coperchio cieco in cemento che ricevono le acque raccolte dalla falda del gabbiotto più quelle del terrazzo dell’edificio in cui è inglobata la bottega. Di conseguenza, sia che piova tanto e sia che piova poco, la pioggia per diversi decenni si è trovata una sua strada per infilarsi nel sottosuolo. Recentemente il proprietario di una bottega contigua a quella abbandonata e che ha un muro di confine, non portante (privo di fondazione), che si affaccia sul cavedio si è trovato una parte del pavimento, vicino al cavedio, sprofondata. Da qui una bella lite tra il condominio la cui falda scarica a mezz’aria, il proprietario della bottega trascurata ed il proprietario della bottega sinistrata.
Prima domanda: esiste l’usucapione su uno scarico di tal fatta? Non deve raggiungere condottato una tubazione servente o il terreno?
Seconda domanda: esistono i margini di corresponsabilità del condominio che scarica con il doccione?
Terza domanda: esistono i margini di corresponsabilità del proprietario della bottega trascurata?
Il caso è reale.
 

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