Antonio Azzaretto

Membro dello Staff
Cari amici,

Ormai credo che ci siamo!

Mi sembra che quella che si è aperta negli ultimi giorni sia una crisi economica e finanziaria nuova, che non abbiamo mai visto in precedenza.

Nei mesi scorsi ho scritto diverse volte che si stava preparando un dissesto economico di dimensioni mondiali, ma sinceramente non credevo che si sarebbe manifestato così precocemente.

Se avessi dovuto prevedere delle date, avrei supposto un futuro più lontano; precisamente in coincidenza con le prossime elezioni politiche americane.

E invece il terremoto giapponese, il declassamento del debito USA, e soprattutto la manifesta crisi di leadership di Obama, hanno accelerato gli smottamenti economici e politici che erano in corso da tempo.

Ma quali sono i problemi mondiali da risolvere?

Il problema principale è che la politica non ha più controllo sull' economia!

....leggi l' articolo sul blog:
Buone parole: Il buco nero della crisi economica e politica globale

 

mezzasa

Membro Attivo
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leggete questa e interessante


La manovra di Tremonti in realtà serve a ben poco. Prima di tutto perché è troppo piccola, 60/70/80 miliardi di Euro non bastano sicuramente a rassicurare i mercati nei confronti di un debito complessivo italiano di 1.800 miliardi di Euro, il che vuole dire che il debito pubblico dell’Italia è maggiore della somma del debito di tutti gli altri paesi Pigs, quindi parliamo del Portogallo, Grecia, Irlanda e Spagna. In più questa è una manovra che avrà un impatto reale, quindi dal punto di vista proprio delle entrate dello Stato, nel 2013 e nel 2014. Sicuramente troppo lontano. ricordiamoci che l’anno prossimo l’Italia si deve presentare sul mercato dei capitali nuovamente e deve contrarre una serie di contratti, quindi deve vendere una serie di Bot a un mercato che questa settimana gli ha quasi voltato le spalle. E in più abbiamo da luglio fino alla fine dell’anno, altri 80 miliardi di Euro che dobbiamo racimolare su questo stesso mercato. Questa è una manovra che in un certo senso è stata osannata, proprio perché siamo un po’ alla fine della situazione. Qui ci vuole una nuova politica. E quale può essere questa politica? Sicuramente non quella che sta seguendo il governo. Capisco che molti italiani sono preoccupatissimi all’idea di un default, però in realtà questa potrebbe essere la soluzione migliore. Se noi avessimo una classe politica di persone veramente esperte di queste cose, quindi di professionisti, ci avrebbe già pensato e vi spiego perché: L’Italia è molto diversa dalla Grecia. la Grecia prende soldi in prestito per poter sostenere la propria economia, noi invece prendiamo soldi in prestito regolarmente e semplicemente per pagare gli interessi sul debito, il che vuole dire che un default non avrebbe un impatto sulla crescita economica del paese, noi non dipendiamo dai mercati dei capitali per crescere, noi dipendiamo dai mercati dei capitali per pagare gli interessi. Un default ordinato, ragionato com’è stato fatto per esempio in Islanda potrebbe garantire tutti quanti i Bot acquistati dagli italiani. Quindi dividiamo il debito in due parti che è esattamente quello che hanno fatto gli islandesi, la parte internazionale, la parte sottoscritta dalle banche internazionali, viene messa da parte e viene organizzato per questo un pagamento posticipato che può essere una ristrutturazione del debito. Per quanto riguarda invece la parte detenuta dai risparmiatori italiani, proprio per non penalizzare gli italiani che hanno sostenuto lo Stato in tutti questi anni, rimane costante, quindi il governo si impegna a onorare quella parte di debito. Dopodiché si torna alla lira o a qualsiasi moneta vogliamo adottare e si produce una svalutazione della moneta, chiaramente sarà una svalutazione molto, molto grande e questo ridarà automaticamente competitività alla nostra economia. Dal punto di vista del commercio internazionale, non cambierà nulla, anzi molto probabilmente i nostri importatori, chi importa dall’Italia, sarà ben contento di pagare meno di quanto paga adesso, quindi le esportazioni italiane avranno sicuramente un effetto benefico. Diversa sarà la situazione delle importazioni. Dobbiamo essere disposti a fare dei sacrifici, ma tanto in ogni caso questi sacrifici li dovremo fare lo stesso, l’obiettivo però è fare dei sacrifici per poter riuscire a uscire da questa situazione, non per poter affondare ulteriormente nella situazione debitoria. Le critiche a questo tipo di politica drastica sono tutte relazionate a un modo di far politica che è ancora tipico dell’Italia, svalutazione selvaggia, attitudini nei confronti dei mercati internazionali anche queste selvagge etc.. Una decisione di questo tipo, quindi un default ragionato, un default preparato, sicuramente porterebbe a un cambiamento della classe politica, perché questa classe politica una politica di questo tipo non la fa. In Islanda è successo esattamente questo, il governo è stato fatto fuori completamente dalla popolazione e una nuova classe politica, gente che non aveva mai fatto politica fino a ora, è salita al potere e ha organizzato questo tipo di default. I sacrifici sicuramente, le conseguenze di brevissimo periodo di una politica di questo tipo saranno tremende. Noi avremo una contrazione del Pil, ci sarà un aumento della povertà, sarà sempre più difficile riuscire a arrivare una fine del mese. Però questo sarà un periodo limitato, come abbiamo visto addirittura in Argentina dove non c’è stato un default ragionato ma un default improvviso. Nel caso dell’Argentina c’è stata una contrazione del Pil del 20% nel 2002 quindi l’anno dopo del default, dal 2003 in poi l’economia ha ripreso a crescere dal 7,5% e continua a crescere al 7,5%. Penso che noi dobbiamo prenderci le responsabilità di 50 anni, perché qui non si tratta di 10 anni, qui si tratta di 50 anni di politiche sbagliate e è giunto il momento di prendersi queste responsabilità, pagheremo perché dobbiamo pagare, però che questo pagamento non sia un pagamento che finisce nel tasche delle banche internazionali, che sia invece un pagamento che finisce nelle tasche degli italiani, che dà la possibilità all’economia italiana di riprendersi perché altrimenti così noi nel giro di 6 mesi, 9 mesi, un anno, sicuramente andremo in bancarotta e da allora sarà ancora più difficile riprenderci!


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nuoviorizzonti

Membro Attivo
Professionista
inizialmente pensavo fosse curioso....,

poi ho capito che invece è triste.....

molto triste che così pochi frequentatori abbiano letto e commentato questo post.....

e ciò che più mi spaventa non è tanto il suo contenuto....

quanto il fatto che le persone non ne comprendano l'importanza e la fondatezza.

Aveva ragione Beppe ....... non siamo ancora pronti (a sapere la verità) e "gl' altri"... lo SANNO!!!
 

mezzasa

Membro Attivo
Proprietario Casa
all italia serve una manovra di 200 miliardi per ripartire e chi li deve pagare chi ha rubato , chi he evaso alla graanda ( pagare le tasse non e di destra ne di sinistra e civilta ) sapete quanti don verze ci sono in italia ha centinaia e se pensate 130 140 miliardi e l evasione piu gli sprecri piu icentinaia di don verze fanno moltieuro e in 5 6 anni l italia avrebbe un bebito publico intorno ai 300 milioni di euro
 

sergio gattinara

Membro dello Staff
Proprietario Casa
Non conosco che mestiere fai e quanta conoscenza dei mercati hai; per quel poco che ne capisco io le possibilità di fare qello che tu dici sono nulle.
Ho vissuto in argentina diversi anni ela seguo dal 1971,non puoi paragonarla anoi-. Lo stesso vale per
l Islanda. Quando siamo entrati nell euro ci hanno obbligato ad un cambio capestro per non farci essere
troppo concorrenziali ! no la cura è tagliare laspesa. c è poco dafare Tutto il restoèFANTASIA CONTABILE
 

meri56

Membro Assiduo
Proprietario Casa
Non sono in grado di dire se quanto riportato nell'articolo è corretto, però so che dopo il default gli argentini,
compresi quelli delle classi medie, vendevano per strada tutto ciò che poteva avere un minimo valore.
Per niente al mondo vorrei che accadesse una cosa simile a noi.
 

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