salvatorre

Nuovo Iscritto
Ciao da Salvatore. Sono nuovo del forum e vorrei porre una questione che penso possa interessare a molti.
Abito in una unità abitativa bifamiliare con entrate e giardini indipendenti, io al primo e ultimo piano e l'altro inquilino sottostante. ho l'accesso esclusivo del sotottetto che fa solo da copertura o camera d'aria. sul tetto in questione vorrei installare un impianto fotovoltaico per produrre energia pulita e di consegunza abbattere la spesa energetica. La domanda è questa:-
"Posso io in maniera autonoma , in regola con le Leggi vigenti e senza il consenso dell'inquilino sottostante(che non capisco x quale motivo non vorrebbe lo facessi) procedere alla installazione dell'impianto in questione? Posso utilizzare tutta la superfice che mi necessita per raggiungere il voltaggio che mi serve? preciso che la parte di tetto su cui dovrebbe essere montata la struttura è di 45 mq calpestabile, mentre la struttura occuperebbe circa 33 mq(il tetto è spiovente e diviso in due parti, quella da 45 mq su cui andrebbe la struttura e latra superiore ai 50 mq che non verrebbe assolutamente intaccata).
P.S.
a quale normativa, legge, articolo di Legge o sentenza di TAR posso fare riferimento per districarmi nella questione e contestalmente fare le cosa a norma?
Ringrazio anticipatamente chi sarà in grado di aiutarmi.
Salvatore
 

cautandero

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Primo è solo il proprietario dell'appartamento sottostante e non l'inquilino che potrebbe dire qualcosa. Secondo penso che senz'altro puoi procedere a tanto poichè il Codice Civile dice che tutti i condomini possono usufruire della cosa comune purchè non nè alterino la destinazione e non impediscano ad altri di farne pari uso.
 

Raffaele Orlando

Nuovo Iscritto
un consiglio: siccome anche l'altro proprietario ha i tuoi stessi diritti, devi accertarti che non voglia partecipare anche lui alla realizzazione dell'impianto, in quanto anche se tu effettivamente gli lasci il 50% di tetto libero, non è quello utile per un nuovo impianto, in quanto immagino che la parte rimanente sia quella a Nord. Quindi fatti firmare una delibera che non è interessato alla partecipazione, e quindi ti lascia fare l'impianto senza nulla avere a pretendere nè ora nè in futuro. Ovviamente farcisci il tutto dichiarando che tutti gli oneri di realizzazione e smaltimento saranno a tuo carico, e che eventuali ispezioni, verifiche, ecc, saranno sempre a tua spese (SOLO relativamente all'impianto), così gli fai vedere la tua buona fede.
 

Ennio Alessandro Rossi

Membro dello Staff
Professionista
L’articolo 1102 (Uso della cosa comune).
1c Ciascun partecipante può servirsi della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto. 2c.A tal fine può apportare a proprie spese le modificazioni necessarie per il miglior godimento della cosa.3.c.Il partecipante non può estendere il suo diritto sulla cosa comune in danno degli altri partecipanti, se non compie atti idonei a mutare il titolo del suo possesso.

In base al primo comma di tale articolo ogni partecipante al condominio ha la facoltà di usare la cosa comune con il divieto pero’ di non alterarne la destinazione, attuando una modificazione del bene o del suo utilizzo in modo contrario alla natura della cosa, al titolo, alla legge, o alla volontà dei partecipanti, espressa attraverso o un regolamento contrattuale o con un regolamento assembleare. Per il secondo comma ogni singolo condomino può apportare, anche a sue spese, le modifiche necessarie al miglior godimento della cosa comune, senza dover chiedere autorizzazione alcuna all’assemblea dei condomini, purché non venga alterata la consistenza e la destinazione del bene per effetto della innovazione. Stabilire se siamo in un ipotesi di "alterazione" della cosa comune o di " impedimento" nel pari uso da parte di altri condomini, sarà compito di un tecnico dopo aver compiuto le opportune indagini ed accertamenti in loco .
 

Raffaele Orlando

Nuovo Iscritto
L'impedimento consiste nel non permettere all'altro inquilino dell'edificio di poter usufruire della parte di tetto utile al posizionamento dei pannelli fotovoltaici (essendo questi posizionabili, ai fini di una buona resa, esclusivamente a Sud), visto che quasi tutta la superficie disponibile verrà da te utilizzata. L'altro inquilino potrebbe perciò in futuro vantare dei diritti di quota parte di tetto esposto a Sud per posizionare lui stesso dei pannelli fotovoltaici, e si troverebbe impedito nel farlo in quanto sono presenti i tuoi. La liberatoria quindi consiste nel fatto che oggi, visti gli incentivi che ci sono e quindi la tua convenienza nel fare l'impianto, lui ti dà il via libera per posizionare l'impianto in quanto lui non è interessato a farlo, nè è intenzionato a porlo in opera in futuro (QUESTO SAREBBE L'IDEALE) e quindi non sarebbe in grado di rivendicare diritti in futuro. Non dandoti una liberatoria lui potrebbe in un prossimo futuro (magari tra qualche anno gli incentivi saranno ancora più convenienti e quindi anche lui vorrà un suo impianto) pretendere la sua metà di tetto esposto a Sud, in quanto la tua occupazione è avvenuta non dandogli la possibilità del PARI USO.
 

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