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Roma, 3 dic. - (Adnkronos) - Italia, Stati Uniti, Grecia, Belgio e Regno Unito sono i Paesi che lasciano più indietro i loro bambini svantaggiati rispetto a paesi come Danimarca, Finlandia, Irlanda, Svizzera e Paesi Bassi. E' quanto emerge dal rapporto dell'Unicef 'Report Card 9 : Bambini e adolescenti ai margini'.
Secondo il rapporto, le conseguenze e i costi dell'essere "lasciati indietro" o "ai margini" possono essere enormi per i bambini, come pure per l'economia e le società. E' la prima volta che i 24 paesi dell'Ocse vengono classificati sulla base dei livelli di disuguaglianza negli ambiti della salute, dell'istruzione e del benessere materiale dell'infanzia.
"Mentre imperversano i dibattiti sulle misure di austerità e sui tagli alle spese sociali, il rapporto si concentra sulle centinaia di migliaia di bambini che rischiano di essere lasciati ai margini nei paesi più ricchi del mondo", ha dichiarato il direttore del Centro di Ricerca Innocenti dell'Unicef, Gordon Alexander. "Questo non deve accadere: il criterio di valutazione proposto in questo rapporto non si basa su ideali teorici di maggiore uguaglianza, ma su quanto alcuni paesi Ocse hanno già ottenuto per i loro bambini nel limitare il loro rischio di rimanere esclusi dal benessere medio della società in cui vivono".
Secondo il rapporto un numero limitato di Paesi (Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi e Svizzera) risulta ai primi posti nella promozione dell'equità in termini di benessere dell'infanzia. Per contro, Grecia, Italia e Stati Uniti stanno lasciando ancora piu' indietro i loro bambini. La Svizzera presenta il livello più contenuto di disuguaglianza nel benessere materiale, seguita a breve distanza dall'Islanda e dai Paesi Bassi. I divari relativi più elevati si registrano, invece, in Slovacchia, negli Stati Uniti e in Ungheria. La disuguaglianza nei risultati scolastici per gli studenti di 15 anni (nelle competenze nella lettura, nella matematica e nelle scienze) risulta minore in Finlandia, seguita da Irlanda e Canada. E' maggiore, invece, in Belgio, quindi in Francia e in Austria.
I livelli più bassi di disuguaglianza negli indicatori di salute si registrano nei Paesi Bassi, seguiti da Norvegia e Portogallo, mentre i divari più ampi si trovano in Ungheria, in Italia e negli Stati Uniti. Poiché gran parte dei dati presentati nel rapporto si riferisce agli anni direttamente precendenti la crisi finanziaria, il rapporto tra i bambini e gli adolescenti ai margini descrive il quadro che emerge dalla ricerca come "un'istantanea scattata in un periodo di crescita economica" e avverte che l'impatto più pesante della flessione economica rischia di ricadere proprio sulle famiglie più vulnerabili e sui loro bambini.
Centinaia di studi effettuati in diversi paesi dell'Ocse hanno dimostrato che tra i costi del lasciare troppo indietro i bambini e gli adolescenti figurano una maggiore probabilità di ricevere un'alimentazione inadeguata, dei risultati scolastici peggiori, lo stress cronico e una compromissione dello sviluppo. "I costi più pesanti del divario", si scrive su I bambini e gli adolescenti ai margini, "ricadono sul bambino. Ma il lungo elenco dei problemi sopra citati si traduce anche in costi significativi per la società nel suo complesso. Una disuguaglianza nella parte inferiore della distribuzione al di là di certi livelli produce un conto da pagare che per i contribuenti si traduce ben presto sotto forma di maggiori criticità nei servizi sanitari e ospedalieri, nell'insegnamento di riparazione, nei programmi di assistenza e di protezione sociale …".
Il rapporto mette in risalto quei paesi che stanno utilizzando in modo più efficace gli assegni familiari e le esenzioni fiscali per colmare il divario in termini di disuguaglianza e di povertà nei redditi tra i bambini: questo è un chiaro esempio di come la disuguaglianza nella parte più svantaggiata della distribuzione è sensibile alle politiche adottate. Al tempo stesso, il rapporto mostra numerosi esempi di paesi che hanno risultati medi migliori nei vari ambiti di benessere infantile e che sono in grado di limitare a livelli minimi il divario per i bambini più svantaggiati. Si sostiene, pertanto, che sia possibile raggiungere una maggiore uguaglianza senza sacrificare l'efficienza, l'eccellenza e le prestazioni economiche. "I 24 paesi dell'Ocse messi a confronto sono tutti paesi economicamente avanzati e dotati di capacità analoghe di limitare la povertà infantile", ha dichiarato Gordon Alexander. "Il fatto che alcuni paesi stiano facendo meglio di altri dimostra che le dinamiche di esclusione possono essere spezzate e che, quando l'esclusione viene individuata tempestivamente, si possono prendere dei provvedimenti atti a prevenire l'allargamento del divario tra bambini. Le differenze tra paesi evidenziate dal rapporto offrono un obiettivo realistico per il miglioramento".
Minori, Italia con Grecia e Usa tra Paesi dove disuguaglianza tra bimbi è più alta - Yahoo! Notizie
 

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