Dan77

Nuovo Iscritto
Buona sera,

volevo sentire la vostra opinione sulla mia situazione.

Sono in procinto di fare il rogito per l'acquisto di un immobile da impresa edile costruito su di un terreno che è stato ricevuto in donazione alle tre persone che l'hanno venduto all'impresa costruttrice dalla quale io dovrei comprare. Si tratta di 3 figli che l'hanno ricevuta in donazione nel 1995 dal padre deceduto nel 1999 che ha tenuto l'usufrutto fino alla morte assieme alla moglie (morta nel 2004).

Ora la banca riceve la relazione dal notaio incaricato dell'atto con indicato che il terreno è stato appunto donato al proprietario precedente e che la Direzione della banca potrebbe richiedere integrazione alla documentazione fornita (es. stato famiglia del donatore per vedere che non abbia figli esclusi dalla donazione) per deliberare sul mutuo.

L'importo del mutuo è di circa il 30% del valore dell'immobile.

Secondo voi si corrono rischi che il mutuo non venga concesso?
Esistono altri documenti che si possono presentare perchè il mutuo venga concesso lo stesso che voi sappiate? Oppure c'è qualche altra strada percorribile per avere sto finanziamento?

Grazie delle risposte.
 
U

User_29045

Ospite
Secondo me se non ci sono in giro altri figli esclusi dalla donazione, nessuno può chiedere la revoca della donazione per rientrare in possesso della cosiddetta "legittima", quindi dovresti stare tranquillo.

E' chiaro che la banca ha sempre il coltello dalla parte del manico, e se decide di non erogare il mutuo, non ci sono santi.

Se la banca dice 'NO', a mio avviso non esistono altri documenti che si possono presentare affinché il mutuo venga comunque erogato.

Sarebbe stato sufficiente mettere nel compromesso la clausola che la compravendita era subordinata all'erogazione del mutuo da parte di un istituto bancario magari di comune gradimento tra acquirente e venditori: l'avete fatto?
 

Dan77

Nuovo Iscritto
Sì, è stato fatto solamente che l'immobile è di mio interesse e per motivi di tempo faccio fatica ad attendere altro anche in relazione all'arredamento già definito e in attesa di essere ordinato. Grazie per la risposta. Saluti
 
U

User_29045

Ospite
Se la compravendita è subordinata all'erogazione del mutuo, il pericolo più grosso l'hai scongiurato. Il pericolo più grosso sarebbe quello di essere costretto a rogare, pur non avendo disponibilità economica, nel qual caso dovresti svendere tutto ciò che hai per entrare in possesso della somma, e se non ci riesci viene oltretutto citato in giudizio per danni (il costruttore direbbe in giudizio che per colpa tua ha perso un altro cliente di sicura solvibilità). Capisco perfettamente che hai DEFINITO (ma non ordinato, come tu stesso dici) l'arredamento, ma ti assicuro che le banche si divertono a snervare i loro clienti, specialmente se chiedono mutui. Io nel 2009-2010 volevo chiedere un piccolo mutuo di 35.000 euro a una banca, ci ho aperto il conto corrente, ho fatto l'accredito dello stipendio, ogni mese mi chiedevano copia della busta paga e io gliela mandavo, ma la DELIBERA non arrivava mai, temporeggiavano continuamente. Il caso ha voluto che venisse a mancare una zia di secondo grado, e mi e' caduta in mano proprio la cifra che cercavo. Chiuso il conto corrente, salutata la banca, ma l'esperienza fatta mi ha dimostrato ciò che già sapevo e a cui mi rifiutavo di credere: la banca è quell'istituto che ti presta denaro solo se puoi dimostrare di non averne bisogno.
 

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