Elisabetta Ugolotti

Membro Attivo
Proprietario Casa
Chiedo un parere e chiarimenti a chi ha esperienza in merito
dopo una permuta fatta dal notaio a pari valore agevolando il mio ex compagno che ha rilevato la mia metà casa in campagna facendone la sua residenza, in cambio di un appartamentino a Milano, l'ho messo ora in vendita per poter poi di nuovo comprare un monolocale in liguria al posto della metà casolare.
Nessun vero guadagno solo spese notarili a mio carico.
Ora sembra che l'atto permuta sia stato fatto su una cifra di 50.000 Euro pari valore, io ignoravo totalmente questa faccenda del plusvalore che ora sembra invece essere applicato al mio caso, a detta del notaio se io vendo a 250.000 euro mi ritroverei a dover pagare circa 40000 euro di plusvalore
In più intendevo comprare subito il monolocale dopo la vendita avrei dovuto semplicemente rogitare, ma se è così non lo posso più fare.
La mia richiesta, qualcuno mi suggerisce un modo più corretto di applicazione? Perché questa ingiustizia? anche quando effettivamente non c'è proprio alcun guadagno bensì solo perdite?
Il mio commercialista parla dell'applicazione del prezzo valore all'immobile nella vendita, ma non ne ho trovato alcun esempio rispetto al plusvalore su internet
Grazie a chi mi aiuta!
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
La permuta è stata dichiarata ad un valore corretto...oppure avete puntatk al minimo possibile per risparmiare imposte?

Fosse questo il caso direi che ti sei affidato a pessimi tecnici/consulenti o siete degli sprovveduti.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Certo che valutare 50.000 € un immobile che ne vale 250.000 € è un errore madornale, per giunta di difficile soluzione. Sarebbe accettabile, non so fino a che punto possa essere credibile, che tu dimostrassi interventi di ristrutturazione e manutenzione straordinaria le cui fatture raggiungano un importo circa o pari a 200,000 €. Sinceramente la vedo molto in salita.
 

Elisabetta Ugolotti

Membro Attivo
Proprietario Casa
Grazie, purtroppo l’ho realizzato alcuni mesi dall’atto. Forse è stata una mossa da parte del mio ex per impedirmi di venderla ed io sono stata disadettenta alla lettura dell’atto che aveva concordato col notaio. Però la mia domanda era anche rispetto la possibilità di dimostrare che il plusvalore non è effettivo perché si procede subito all’acquisto di un altro immobile pari valore, mi sembra che le logiche finanziarie in certi casi manchino di obiettività
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Sarebbe accettabile, non so fino a che punto possa essere credibile, che tu dimostrassi interventi di ristrutturazione e manutenzione straordinaria le cui fatture raggiungano un importo circa o pari a 200,000 €.

SE (e ribadisco il SE) ci fossero stati interventi onerosi tali spese son ben più che accettabili in riduzione, ma senza lavori la vedo dura ci possano essere delle fatture...salvo si voglia fare "carte false" o "fatturazioni elusive"...in entrambi i casi si va sul "penale".
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Però la mia domanda era anche rispetto la possibilità di dimostrare che il plusvalore non è effettivo perché si procede subito all’acquisto di un altro immobile pari valore, mi sembra che le logiche finanziarie in certi casi manchino di obiettività

Non sono le norme a mancare di "obbiettività"...ma la tua "logica" ad essere quantomeno fantasiosa.

Se passasse il tuo concetto nessuno dovrebbe più pagare le tasse sugli utili perché reinveste il ricavato di una vendita su un analogo bene.
 

Franci63

Membro Storico
Proprietario Casa
Forse è stata una mossa da parte del mio ex per impedirmi di venderla ed io sono stata disadettenta alla lettura dell’atto che aveva concordato col notaio
La scelta di dichiarare un valore modesto (immagino pari circa ai valori catastali) è stata fatta per una questione di risparmio fiscale in sede di atto, probabilmente senza pensare alle implicazioni successive.
Purtroppo , se non ci si informa prima, si va incontro a queste sorprese impreviste.
L'unica possibilità per non pagare plusvalenze in sede di vendita, è che tu prenda la residenza nell'immobile che vuoi vendere, e la mantenga almeno per la metà più uno dei giorni in cui sei stata proprietaria.
Es. permuta un anno fa, prendi residenza e ci stai un anno e un giorno.
Così potrai vendere senza plusvalenze.
 

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