Paolo86

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Mio nonno, vedovo, è venuto a mancare lasciando scritto nel testamento olografo la sua volontà di lasciare un terzo del suo appartamento alla figlia maggiore (mia zia), un terzo alla figlia minore (mia madre), e un terzo a me (suo nipote).
Nel testamento ha anche disposto di lasciare una cifra (non specificata) "per soddisfare i suoi bisogni" all'altra nipote, ovvero mia cugina.

Mia madre si è presentata dal notaio con il testamento olografo, che è stato ufficializzato, anche se mia zia si è rifiutata di presentarsi dal notaio a firmare (cosa che io e mia madre abbiamo fatto), ritenendo che non ce ne fosse stato bisogno.

Adesso la situazione è ingarbugliata:

Mia zia si dice bisognosa di denaro e vuole vendere l'immobile o la sua quota di un terzo quanto prima, tuttavia sostiene che l'appartamento (un piccolo trilocale locato in periferia privo di ascensore e riscaldamento) valga 150.000€, e perciò è intenzionata a vendere la sua quota a mia madre per 50.000€.
A mio parere si tratta di una cifra assurda, e sono venuto a conoscenza del fatto che una condomina del mio povero nonno, proprietaria di un appartamento identico, l'ha messo sul mercato anni fa a 100.000€, senza riuscire ancora a venderlo; mi ha raccontato che l'agenzia le ha proposto di scendere a 80.000€, pur avendolo valutato 100.000€.
Mia madre è affettivamente legata all'immobile, dove è cresciuta, e vuole acquistare la quota di mia zia a prescindere dall'importo; il problema è che non dispone dei mezzi per farlo: i miei genitori sono gravati da un pesante mutuo per la prima casa (che hanno richiesto in età matura, prima erano in affitto), il quale richiede oltre 10 anni ancora per essere estinto, e non possono neanche vendere la proprietà in questione perché è stata acquistata poco prima del crollo del valore degli immobili dovuto alla crisi economica, e c'è il rischio di doverla cedere per meno dell'importo restante del mutuo.
Io sono un lavoratore precario residente in un'altra città e i miei genitori, oltre al mutuo della propria casa, mi pagano parte dell'affitto: con le mie sole entrate non posso provvedere a me stesso, e se i miei smettessero di finanziarmi dovrei tornare a vivere a casa loro, quindi perderei anche il posto di lavoro.
A me non interessa l'appartamento del nonno, e ho interesse a venderlo; ma ho ancora più interesse ad evitare che mia madre acquisti la quota di mia zia per 50.000€, poiché sarebbe la rovina economica della nostra famiglia.
Come detto, mia madre vuole acquistare la quota a tutti i costi ed è intenzionata a chiedere un prestito/secondo mutuo — che vista la sua situazione economico-finanziaria nessuna banca le concederà —, minacciando anche di rivendere ogni cosa di valore presente in casa (ben poco) e di rivolgersi a uno strozzino, pur di ottenere l'importo voluto da mia zia.
D'altro canto, mia zia si è impuntata che l'immobile vale 150.000€, e quando è stata ventilata la possibilità di farlo valutare da un'agenzia, ha detto che in questo momento gli immobili sono svalutati, ma che il valore "normale" è quello e che anzi, col tempo l'appartamento è destinato a valere sempre di più.
Quindi, a prescindere dalla valutazione, vuole 50.000€.

C'è anche la questione di mia cugina: mio nonno ha trascorso gli ultimi anni come malato terminale, non auto-sufficiente e non sempre lucido, a casa dei miei genitori, con me (all'epoca vivevo da loro), mia madre e mio padre ad occuparsi di lui 24 ore su 24, con l'aiuto di varie infermiere a domicilio.
Mia zia e mia cugina, diversamente da me e dai miei genitori, sia prima che durante la malattia, passavano a trovare il nonno un paio d'ore la settimana; noi vivevamo tutti i giorni a contatto con lui, e questo soprattutto quando non era più capace di badare a sé stesso. Mia zia non se n'è occupata quasi per niente.
Il rapporto era completamente diverso, per lui ero come un figlio, mi aveva cresciuto lui, e anche perché preoccupato per la mia condizione di disoccupato di lungo corso, ha deciso di lasciarmi un terzo della sua proprietà.
I miei genitori hanno utilizzato i risparmi presenti nel conto corrente del nonno per le sue cure (medicinali, infermiere, dottori, pannoloni ecc.), e non sono stati in ogni caso sufficienti.
Mia zia, non rendendosi conto delle spese che affronta un malato terminale, trova sospetto che nel corso di alcuni anni siano "spariti" molti soldi, e anche se i miei hanno tenuto traccia delle spese su un quaderno, c'è un ammanco di 2000-3000€ che non sono riusciti a far tornare.
Nella lettura del testamento, pertanto, anche se mio nonno ha disposto di lasciare dei soldi (non si sa quali né quanti) a mia cugina "per soddisfare i suoi bisogni", di fatto mia cugina non ha ricevuto neanche un euro.
A mia zia la cosa non è andata giù, l'ha vista come una discriminazione tra nipoti, e probabilmente per questo sta cercando di "gonfiare" il valore dell'immobile, per ricevere de facto un mezzo e ottenere la parità morale tra figlie e cugini... Ma, se anche la volessimo assecondare, non ne abbiamo le possibilità.
Mia cugina, oltretutto, è nata con una rara malformazione, e non è chiaro se si tratti di qualcosa d'innocuo (è ancora una ragazzina) o se prima o dopo necessiti di qualche operazione (probabilmente costosa); è anche studiosa e sin da bambina ha manifestato la volontà entrare in qualche prestigiosa università britannica — cosa fuori dalla portata dei suoi genitori, a loro volta indebitati per un mutuo e che lamentano una costante mancanza di denaro; però mi sorge il dubbio che mia zia possa impugnare il testamento e ottenere anche il 100% della proprietà, a seconda di come vengono interpretati questi "bisogni" in sede legale...
Mia zia è laureata, s'intende di questioni legali e ha una personalità forte e manipolatrice; mia madre, al contrario, è poco istruita, ha cominciato a lavorare da giovane, e si fa condizionare dal carattere della sorella; inoltre vuole evitare lo scontro per mantenere un buon rapporto, cosa che però non noto anche dalla parte opposta... Al contrario: mia zia le fa pressioni psicologiche per acquistare, minacciando ultimatum: sostiene di aver bisogno di soldi e che venderà la sua quota a qualcun altro.
Pur essendo scettico all'idea che qualcuno possa spendere 50.000€ per comprare un terzo di quell'immobile, non posso escludere che data la sua personalità possa convincere qualcuno ad acquistare in vista di una rivalutazione, e questo qualcuno esigerebbe più di 50.000€ per rivendere la sua quota di un terzo a mia madre...

Non sono certamente un esperto di queste cose e quindi vorrei sapere a questo punto cosa si può fare e come può evolvere la cosa. Tra i diretti interessati se ne discute in continuazione senza arrivare a niente.

Mia zia può impugnare il testamento ed eliminare la mia quota, dividere in quattro parti uguali, o facendo appello alla salute di mia cugina ottenere il 100% dell'immobile? Può accusarci di aver rubato 3000€?
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Tralascio i commenti sul "vorrei ma non posso" (declinato anche al plurale)...ma riguardo al "desiderio" di tua madre se non ha la consapevolezza delle sue azioni poi non si lamenti.

Quanto a tua "zia" e alle sue rivendicazioni bisognerebbe esaminare il totale del patrimonio che tuo nonno ha lasciato.
In primis...è sempre nelle "facoltà" di tua zia impugnare il testamento e/o citarvi in causa e nulla puoi fare per impedrglielo.
Spetterà poi al Giudice valutare se ha torto o ragione.
Tu descrivi il solo immobile come unico bene arrivato in successione visto che tutte le sue disponibilità in denaro sono state utilizzate per le cure.
L'eventuale "ammanco" di 2/3mila euro che non risucite a giustificare non credo sia un grosso problema e, nel caso, il Giudice valuterà con riferimento a quante erano le somme disponibili e per quanti anni sia durata l'assistenza.
Se poi avete sostenuto voi le spese del funerale (perchè i suoi soldi erano finiti)...queste vanno a scalare.

Il lascito in denaro che aveva previsto per tua cugina...non essendo quantificato diventa irrilevante...se non c'erano "soldi" nulla le spetta.

Quanto all'immobile, posto che tuo nonno aveva facoltà di disporre liberamente di 1/3 dello stesso...e le 2 figlie diritto legittimo ad ottenere la metà ciascuna del rimanente (1/3+1/3) direi che abbia redatto correttamente e tua zia non possa pretendere nulla più.

Se la zia vuole "monetizzare" o comunque dividere quella che è diventata una "comunione" sull'immobile... o vende la sua quota o compra le altre.
Se non trovate un accordo "bonario" dovrà rivolgersi ad un Giudice per la divisione anche con messa all'asta.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Io aggiungerei che il prezzo di vendita sarà inferiore a quello di mercato, per ovvie ragioni. E poi chi è che acquista una quota minore di un immobile posseduto dalle altre quote? L'unica persona che può acquistare all'asta ad un prezzo conveniente sia tua madre o tu. Tua zia dovrà abbassare le pretese se non vuole ricevere ancora meno poiché al prezzo di vendita andranno decurtati tutti gli oneri affrontati.
Infine, vi consiglierei di farla stimare, magari da più agenzie immobiliari, per risparmiare.
 

Paolo86

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Vi ringrazio delle risposte.

Purtroppo la cosa non si sblocca e, anzi, mia zia vuole impugnare il testamento se non acquistiamo la sua quota di un terzo dell'immobile (immobile del valore di circa 80.000€) per 50.000€... Abbiamo un mese di ultimatum.

Sostiene che il testamento abbia vizi di forma perché quando il nonno ha scritto che lascia un terzo a Paolo, non ha specificato di quale Paolo si tratti, non avendo scritto "mio nipote Paolo" né il mio cognome; dice anche che il nonno non era lucido quando ha redatto il testamento, ma non è vero: quando ha scritto stava ancora bene e ha cominciato ad avere momenti di assenza anni dopo... Mia zia lo sa ma finge di non sapere, e cerca di convincere i nostri parenti che non era più lui, perché altrimenti non avrebbe fatto disparità tra sua figlia e il figlio di sua sorella nel testamento.
Mio nonno ha trascorso gli ultimi anni chiuso in casa a guardare la televisione senza vedersi quasi mai con nessuno a parte me, i miei genitori, mia zia, suo marito e mia cugina, quindi ho il sospetto che la linea della sua legale sia di farlo passare per demente per rendere nullo il testamento, anche se in quel periodo dal punto di vista mentale era sano al 100%.
Il problema è che non c'è nessuno di esterno che lo possa testimoniare, è la nostra parola contro quella di mia zia (e forse anche del marito, e può darsi che testimoni il falso anche mia cugina...).
Il nonno prendeva numerose medicine, ma non sappiamo in quel periodo quali (i documenti non si trovano, forse sono stati fatti sparire), e non vorrei che la legale di mia zia si aggrappasse a qualche farmaco con effetti collaterali "mentali", per far credere al Giudice che nonno non era lucido.

Di recente la zia non fa altro che sottoporci a pressioni psicologiche: minaccia di rovinarci, insulta, dice a mia madre di non considerarla più sua sorella, che è avida e attaccata al denaro perché non paga (ma come avevo spiegato non abbiamo neanche disponibilità economica), mi dice che sono un fallito, che non c'importa niente di sua figlia, che il testamento non è valido e le spetta l'80% dell'immobile perché le cadono i capelli per lo stress e dovremmo pagare anche i danni psicologici (da che pulpito!).

Mi sa, quindi, che ci conviene setacciare Modena in cerca di un bravo avvocato...
Il problema è che mia zia è "assatanata" e non cede di un millimetro, anche se vincessimo la causa credo che il giorno dopo farebbe ricorso e quindi che ci tocchi espletare tutti i gradi di giudizio... Io non m'intendo di queste cose: quanti anni e soldi ci vogliono?

Inoltre, se anche vincessimo in tribunale, sono sicuro che lei per ripicca andrebbe avanti a chiedere 50.000€ in eterno, o che piuttosto di accettare un terzo del reale prezzo di mercato blocchi tutto e/o faccia andare l'immobile all'asta giudiziaria in modo che anche noi se ne ricavi due lire (è quello che ha minacciato in una delle chiamate deliranti).

Come può evolvere la cosa, e cosa consigliate?
Ho l'impressione che voglia solo rompere le scatole perché sua figlia non ha ereditato niente, e che quindi non voglia far avere niente neppure a noi.
Forse vuole mandarci in rovina con spese legali senza fine.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Il problema è che non c'è nessuno di esterno che lo possa testimoniare, è la nostra parola contro quella di mia zia (e forse anche del marito, e può darsi che testimoni il falso anche mia cugina...).
Tuo nonno era seguito dal suo medico personale e/o da uno specialista. Costoro potranno testimoniare con cognizione di causa sulla sua salute mentale all'epoca della stesura del testamento.
Le imprecisioni riscontrate in detto documento non sono determinanti, perché vanno interpretate, ponendosi nei panni del testatore. Se scrive Paolo, non sarà certamente Paolo Berlusconi, ma il Paolo con il quale ha continui contatti in famiglia. Per intenderci, qualora si indicasse un immobile non sarebbe necessario indicare gli estremi identificativi, ma genericamente il terreno in località X. Addirittura se fosse poco avvezzo ai dati catastali, il testamento potrebbe essere annullato, perché ovviamente redatto sotto dettatura.
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Mi sa, quindi, che ci conviene setacciare Modena in cerca di un bravo avvocato...
Il problema è che mia zia è "assatanata" e non cede di un millimetro, anche se vincessimo la causa credo che il giorno dopo farebbe ricorso e quindi che ci tocchi espletare tutti i gradi di giudizio... Io non m'intendo di queste cose: quanti anni e soldi ci vogliono?

Nessuno può risponderre a simili domande....altrimenti se leggessimo il "futuro" non saremmo qui.

Se ti spaventi solo perchè qulacuno sbraita più forte...tappati le orecchie.
Affronterai i problemi se tua zia smette di "starnazzare" ed passa dalle parole ai fatti.
 

Rina Scita

Membro Ordinario
Proprietario Casa
Ma la successione è stata fatta.?Se non vi trovate d'accordo sul prezzo dell'immobile spetterà ad un giudice stabilirlo dopodiché la zia dovrà accettare quel terzo zitta e muta. Se poi impugna il testamento e magari viene annullato le spetterà la sua quota come di diritto. Se gli eredi sono solo tua madre e tua zia la quota sarà 50%. Consulta un avvocato prima che tua madre firmi qualcosa e che non si faccia intimidire dai discorsi che rimangono appunto solo discorsi.
 

Paolo86

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
La successione è stata fatta e ho pagato un terzo dell'IMU, anche se la zia si rifiuta di pagare la sua parte di utenze, spese condominiali e non so se altro (il che grava sulle spalle di mia madre).

Più che la demenza vera e propria - il Giudice rimarrebbe col dubbio perché sarebbe la nostra parola contro la loro - il problema potrebbero essere eventuali farmaci con effetti collaterali come stordimento e/o confusione mentale: l'accusa si potrebbe attaccare al fatto che il nonno era momentaneamente non-lucido nel momento in cui aveva redatto il testamento per colpa di un farmaco pesante, e mostrare il foglietto con gli effetti collaterali in aula.
A quel punto il processo potrebbe pendere a favore di mia zia se non trovo il modo di dimostrare che in quel momento di quel giorno del 2013 nonno si rendeva conto di quello che stava scrivendo, ma il testamento è saltato fuori da un bauletto dopo la morte e nessuno sapeva nemmeno che l'aveva scritto, quindi con tutta probabilità quel giorno si trovava in casa da solo, non l'ha visto nessuno.
Poi la zia ha sostenuto che la legale dalla scrittura abbia fatto una perizia calligrafa "capendo subito" che non stava bene mentalmente: ma leggendo il testamento non ci vedo niente di strano, ha solo scritto in maniera un po' tremolante perché era anziano e malato, le sue volontà sono chiare e l'italiano è corretto...

Il nonno si faceva accompagnare dai medici da mia madre o da una ditta che si occupa di trasportare gli anziani (una sorta di taxi), ma tutte le volte c'era qualche ragazzo nuovo ed aiutano molti anziani, quindi non credo che nessuno si possa ricordare se il nonno il quel periodo (diciamo quel mese) stesse bene di testa, né credo che vorrebbero prendersi la responsabilità di testimoniare in tribunale.
Se i medici dopo le visite hanno dato al nonno un foglio con scritto lo stato psico-fisico e quali medicine prendere e quel foglio che è scritto a penna non si trova, come possiamo dimostrare che era lucido?
Oltretutto più avanti ha perso un po' la testa sul serio, quindi non credo che i medici testimonino niente senza avere i documenti relativi a quel periodo in mano, non credo che ricordino a memoria come stavano i loro pazienti ogni mese del 2013.

Sono riuscito con fatica a far desistere mia madre dal cercare di comprare la quota di mia zia (anche se vorrebbe), che continua a farle pressioni ecc. e mia madre spera ancora di salvare il rapporto, anzi, accusa me per come viene trattata dalla sorella, perché dice che se fosse stato per lei avrebbe trovato in qualche modo 50.000€ riappacificandosi, mentre io che mi oppongo a questa compravendita da usura sarei il responsabile delle liti tra sorelle... Quindi non è che ho "paura" della zia, fosse per me la manderei al diavolo, non le risponderei più al telefono né la farei entrare in salotto quando suona il campanello, ma mia madre continua a voler cercare di salvare il rapporto parlando con mia zia tutte le volte che si fa viva (in pratica facendosi insultare), e dopo si lamenta che la tormenta, che non riesce a dormire la notte ecc.
Mia zia sa che è l'anello debole, e continua a darle addosso sperando che alla fine non ce la faccia più e ceda assecondando le sue richieste per farla smettere.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
A quel punto il processo potrebbe pendere a favore di mia zia se non trovo il modo di dimostrare che in quel momento di quel giorno del 2013 nonno si rendeva conto di quello che stava scrivendo
L'onere della prova è a carico di tua zia. E' lei che deve dimostrare che tuo nonno non era in grado d'intendere e volere nel momento in cui ha steso il testamento olografo.
 

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