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User_57205

Ospite
Buon giorno.
Oggi mi sono recata ad un negozio Upim per avere rimborso di un prodotto difettoso.
Nello schermo gigante (un metro per un metro), dietro al bancone, c‘era scritto: il rimborso è semplice, senza neanche giustificare la ragione.
Mi hanno offerto un buono spesa, del valore del capo. Mi sono rifiutata. Volevo il rimborso dei soldi. Secondo voi cosa significa rimborso ? Io avevo capito che mi rendono i soldi. Voi ?
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Luigi Criscuolo

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Secondo voi cosa significa rimborso ? Io avevo capito che mi rendono i soldi. Voi ?
da: Il diritto al rimborso del prodotto difettoso
Il rimborso del prodotto difettoso: il buono
Non è infrequente che abbiate acquistato un prodotto rivelatosi difettoso, che ne abbiate denunciato la difformità, che sia stato lo stesso venditore a richiamarli ed a denunciarne il difetto. Ebbene, se è avvenuto ciò, ribadiamo che avrete diritto alla risoluzione del contratto ed al conseguente rimborso, se:
-il difetto di conformità è presente ed è stato riconosciuto ed ammesso dallo stesso venditore oppure da voi opportunamente denunciato;
- non si tratta di un difetto lieve, (magari potrebbe essere a rischio la sicurezza dell’acquirente e/o degli eventuali utilizzatori del bene);
- non è possibile la sostituzione o la riparazione dell’oggetto acquistato.
Detto ciò, il venditore, a seguito della vostra denuncia del difetto oppure di propria iniziativa, invece del rimborso del denaro speso, potrebbe proporvi la consegna di un buono a compensazione degli eventuali acquisti futuri (ipotesi questa abbastanza frequente). Ebbene, se non siete d’accordo con questa soluzione, sarebbe opportuno che rispondiate formalmente al predetto venditore, mediante una raccomandata a.r. (in alternativa potreste inviare una mail pec da una vostra pec, se ne siete in possesso), con la quale comunichereste:
- la vostra volontà di risolvere il contratto di acquisto per le ragioni sopra descritte (difetto di conformità non lieve ed impossibilità della sostituzione o della riparazione);
- il rifiuto al rimedio alternativo propostovi (cioè la consegna del buono da spendere);
- la richiesta di rimborso, cioè di restituzione del denaro versato all’atto dell’acquisto del bene rivelatosi non conforme.
Ovviamente, ricordatevi che in mancanza di ogni riscontro positivo alla vostra comunicazione, l’unica alternativa all’accettazione del buono, sarebbe quella di promuovere una formale azione legale nei riguardi del venditore, per ottenere la restituzione dei soldi spesi (soluzione, questa, sicuramente non consigliabile quando si tratta di piccoli importi). Quindi, valutate bene se è il caso o meno, di portare avanti un braccio di ferro col venditore o se accettare di buon grado il buono propostovi.

In pratica tu sei stata una cliente effettiva ed il venditore vuole tenerti come cliente dantoti un buono che corrisponde ai soldi che già gli hai dato.
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
...
Nello schermo gigante (un metro per un metro), dietro al bancone, c‘era scritto: il rimborso è semplice, senza neanche giustificare la ragione.
Mi hanno offerto un buono spesa, del valore del capo. Mi sono rifiutata. Volevo il rimborso dei soldi. Secondo voi cosa significa rimborso ? Io avevo capito che mi rendono i soldi. Voi ?

In quello che hai postato non leggo alcun passaggio che precisi un "rimborso" mediante restituzione del denaro.

Non hai neppure precisato se ti avessero offerto la sostituzione del capo difettoso con uno "sano".

Come spiegato da @Luigi Criscuolo vi è una specifica sequenza nelle clausole dei tuoi diritti: il rimborso mediante risoluzione è sempre e solo se non sono in grado di sostituire l'articolo con uno identico.
Poi non confondere l'acquisto in un negozio "fisico" rispetto ad uno via web.
 

Fift@

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Danno il buono per queste cose, queste clausole sono specificate altrove. I cartelloni ti dicono i tuoi diritti poi sono chiariti altrove
 

Luigi Criscuolo

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Danno il buono per queste cose, queste clausole sono specificate altrove. I cartelloni ti dicono i tuoi diritti poi sono chiariti altrove
però se vogliamo andare a vedere il verbo rimborsare in questo caso significa rimette i soldi nella borsa da dove erano stati tolti. In questo caso il venditore non rimborsa ma trattenendo i soldi obbliga il cliente a fare un qualsiasi acquisto presso di lui.
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
però se vogliamo andare a vedere il verbo rimborsare in questo caso significa rimette i soldi nella borsa da dove erano stati tolti. In questo caso il venditore non rimborsa ma trattenendo i soldi obbliga il cliente a fare un qualsiasi acquisto presso di lui.

Ma nella Legge che tu steso hai postato non è imposto alcuna "risoluzione del contratto" se non quando risulti impossibile la riparazione o la sostituzione dell'articolo difettoso.

Chi acquista nei negozi fisici ha tutto il tempo di "valutare" la merce che intende acquistare ed una volta pagata ha perfezionato un contratto che vincola il venditore solo alla "garanzia" sui difetti di rispondenza (presenti ma occulti...o futuri) entro i 24 mesi.
Se il difetto viene contestato entro 10/15 giorni (in realtà la legge fissa in 2 mesi ma nessuno arriva a tanto) si ha diritto alla sostituzione.
Successivamente solo alla riparazione.

Se poi vogliamo disquisire sui significati dei termini...anche il dare un buono spesa significa rimborsare. Figurativamente è pur sempre un "titolo di credito" al pari di qualsiasi banconota (pure questa priva di qualsiasi valore intrinseco)
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Ma nella Legge che tu steso hai postato non è imposto alcuna "risoluzione del contratto" se non quando risulti impossibile la riparazione o la sostituzione dell'articolo difettoso.
ma non mi sembra di aver affermato che il cliente abbia diritto di restituire senza giustificato motivo il prodotto acquistato e possa pretendere la restituzione dei soldi (come invece succede negli USA).
Se un tizio entra in un negozio di mercerie, prova diversi golf, alla fine ne compra uno; tornato a casa, guardandolo con attenzione, trova una smagliatura che porterà alla rottura del prodotto; torna al negozio, non trova un golf identico di taglia e colore, la riparazione, tipo rammendo invisibile, costa più del guadagno ( nota ho parlato di guadagno non di prezzo al cliente) del venditore per cui non si parla neanche di riparare, se il cliente non vuole il golf di un'altro colore perché deve accettare un buono da spendere nel negozio? L'intenzione del cliente è comprare quel prodotto e non accantonare una somma presso il negoziante da spendere in futuro .
Se poi vogliamo disquisire sui significati dei termini...anche il dare un buono spesa significa rimborsare. Figurativamente è pur sempre un "titolo di credito" al pari di qualsiasi banconota (pure questa priva di qualsiasi valore intrinseco)
sai l'unica differenza, secondo me sostanziale, è che i soldi rimborsati il cliente poi li utilizza come e dove vuole, mentre il buono lo vincola al venditore, come avevo scritto nell' intervento precedentemente.
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
non trova un golf identico di taglia e colore

La vedo pressochè impossibile...salvo sia andato ad acquistare un capo in un atelier di sartoria su misura.
Anche se non presente per taglia il capo sarà reperibile presso altri punti vendita se non dal produttore.

Oltre ad essere prodotti in Cina...esistono anche Cinesi che ti fanno rammendi con pochi Euro...considerato che su un capo hanno margini di guadagno anche del 50% figurati se non gli conviene ripararlo.

Comunque non altera il succo del discorso: il venditore non ha obbligo di restituire il denaro salvo sia impossibilitato a risolvere con riparazione/sostituzione...e su questo @Carmen Emilia non ha precisato nulla.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
La vedo pressochè impossibile...salvo sia andato ad acquistare un capo in un atelier di sartoria su misura.
a me è capitato un due o tre volte, accompagnando degli stranieri a fare shopping, che trovando dei difetti dopo aver comprato dei capi di vestiario in catene di negozi delle vie commerciali di Roma, di dover ritornare con loro per fare il cambio, una volta l'acquirente ha trovato la taglia giusta di un altro colore e l'ha presa mentre nelle altre due volte non c'era la taglia (erano saldi) per cui gli hanno restituito i soldi. Una di queste due volte si trattava di un paio di scarpe vendute con lo sconto del 30% (costavano 180 € in origine) che calzate la sera per uscire si è staccato parzialmente il tacco.
 

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