Satte

Nuovo Iscritto
Salve, ho aderito da poco e non sono molto pratico del forum.Ciò premesso, mi scuso già da adesso se commetterò degli errori nell'utilizzo di questo utilissimo strumento. Il mio quesito è il seguente: Ho venduto di recente un appartamento e il notaio ha preteso con forza di inserire nel rogito tutti gli assegni ricevuti dall'acquirente nell'arco di circa quindici mesi,ossia il periodo decorrrente dalla data del preliminare. Tutti! Nessuno escluso! Per l'ammontare di circa 90.000 eur:shock:rbene,su tale somma dovrò pagare altre tasse? eventualmente a quanto ammonteranno? Il comportamento del notaio con la complicità dell'acquirente,in qualche misura,mi hanno penalizzato?
Grazie mille.
 

Andrea Sini

Membro dello Staff
Professionista
Il notaio si è attenuto alle norme: vige l'obbligo di indicare in atto tutti gli assegni con indicazione della banca, numero di assegno ed l'importo .
Chi vende non paga tasse, travve eventuale plusvalenza se c'è (vendita di un immobile entro 5 anni dall'acquisto), in questo caso la base imponibile sarà il prezzo di vendita- il prezzo di acquisto e poche altre spese tassato al 20%.
Se sono trascorsi più di 5 anni non c'è questo problema.
 

Jrogin

Fondatore
Membro dello Staff
Professionista
Come a correttamente già scritto l'ottimo qdsini ti confermo che la procedura adottata dal notaio è quella richiesta dalla legge.
 

massaro tommaso

Nuovo Iscritto
In base al c.d. Decreto Bersani, sono ormai più di tre anni che nei rogiti vengono indicati tutti gli estremi degli assegni con si è pagato l'immobile.
La procedura effettuata dal notaio è perfettamente legittima ma anzi, obbliga il medesimo (obbliga ripeto) a fare quello che ha fatto.
Geom. Massaro-Collegio Pistoia
 

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