Buongiorno a tutti,
Desideravo un Vs. consiglio e aiuto circa le modalità più consone per una transazione finanziaria ( restituzione di denaro) che dovrei fare nei prossimi mesi.
Breve accenno dei fatti...
Circa 20anni fa diedi del denaro ( somma discreta) ad un conoscente/amico fidato ( iscritto albo e consulente professionale di risparmi molto rispettato ), avendone cure di gestirli personalmente senza passare x la gestione patrimoniale ( che normalmente fa di professione )
Ha fatto (e tuttora sta facendo) un ottimo lavoro , sempre tutto legalmente e con rispetto delle tassazione vigente in materia di investimenti .
Nei prox mesi ho chiesto la restituzione di parte del capitale accumulato ( circa 100.000 euro) e con la parte rimanente, di poterla utilizzare come un flusso di una (modesta) rendita mensile.
C'è il completo accordo su tutto con la controparte, ma mi chiedevo quale potesse essere la modalità migliore per effettuare tale trasferimento in denaro : semplice bonifico ? o meglio una donazione in denaro tra privati con atto notarile ? Leggendo alcuni post precedenti mi sono venuti molto dubbi e preoccupazioni per eventuali "verifiche fiscali" future. Non perchè ci siano alcun comportametno illegale , anzi ....forse per troppo zelo ...
Come cautelarmi per evitare una presunta richiesta/accertamento delle Agenzia delle Entrate nel momento in cui vedranno l'importo del bonifico e successivamente ( breve/medio termine) un acquisto di un appartamento ( uso abitazione) ed un flusso di ricezione sul mio c/c di una rendita mensile di 500/600 euro ?
Perché pagare ancora un 8 % per la donazione, quando i miei risparmi sono stati tassati alla fonte a suo tempo ? Ovviamente non ho contabili ( li ha forse il mio conoscente, ma ne dubito che possoano risalire fino a 10 anni fa come prescrive la legge….) che possa giustificare tale incremento di capitale.
Potrebbe bastare il mio ( discreto) reddito di lavoro dipendente a giustificare un eventuale “ opposizione” per l’ onere della prova, davanti ad una "contestazione" ?
Ho pensato anche di poter aprire un c/c cointestato con il mio conoscente ( c’è il suo consenso) e poter prelevare al bisogno le somme che mi necessitano, magari dilazionate nel tempo ….
Grazie dei Vs preziosi consigli.
Un saluto caloroso.
Desideravo un Vs. consiglio e aiuto circa le modalità più consone per una transazione finanziaria ( restituzione di denaro) che dovrei fare nei prossimi mesi.
Breve accenno dei fatti...
Circa 20anni fa diedi del denaro ( somma discreta) ad un conoscente/amico fidato ( iscritto albo e consulente professionale di risparmi molto rispettato ), avendone cure di gestirli personalmente senza passare x la gestione patrimoniale ( che normalmente fa di professione )
Ha fatto (e tuttora sta facendo) un ottimo lavoro , sempre tutto legalmente e con rispetto delle tassazione vigente in materia di investimenti .
Nei prox mesi ho chiesto la restituzione di parte del capitale accumulato ( circa 100.000 euro) e con la parte rimanente, di poterla utilizzare come un flusso di una (modesta) rendita mensile.
C'è il completo accordo su tutto con la controparte, ma mi chiedevo quale potesse essere la modalità migliore per effettuare tale trasferimento in denaro : semplice bonifico ? o meglio una donazione in denaro tra privati con atto notarile ? Leggendo alcuni post precedenti mi sono venuti molto dubbi e preoccupazioni per eventuali "verifiche fiscali" future. Non perchè ci siano alcun comportametno illegale , anzi ....forse per troppo zelo ...
Come cautelarmi per evitare una presunta richiesta/accertamento delle Agenzia delle Entrate nel momento in cui vedranno l'importo del bonifico e successivamente ( breve/medio termine) un acquisto di un appartamento ( uso abitazione) ed un flusso di ricezione sul mio c/c di una rendita mensile di 500/600 euro ?
Perché pagare ancora un 8 % per la donazione, quando i miei risparmi sono stati tassati alla fonte a suo tempo ? Ovviamente non ho contabili ( li ha forse il mio conoscente, ma ne dubito che possoano risalire fino a 10 anni fa come prescrive la legge….) che possa giustificare tale incremento di capitale.
Potrebbe bastare il mio ( discreto) reddito di lavoro dipendente a giustificare un eventuale “ opposizione” per l’ onere della prova, davanti ad una "contestazione" ?
Ho pensato anche di poter aprire un c/c cointestato con il mio conoscente ( c’è il suo consenso) e poter prelevare al bisogno le somme che mi necessitano, magari dilazionate nel tempo ….
Grazie dei Vs preziosi consigli.
Un saluto caloroso.