Riporto un articolo che mi è molto piaciuto :
La medaglia d'oro vinta dalla Resistenza
In Liguria, da dove arrivo io, la pallanuoto è una roba seria. Ci sono piccoli paesi che vivono intorno alla loro piscina d'estate e d'inverno e delegazioni genovesi che si dannano l'anima per trovare i soldi e fare almeno una volta ogni tanto una stagione di alto livello. Ci sono miti, come Eraldo Pizzo, che incontri per strada e con i quali ti fermi a parlare come se fossero tuoi vecchi compagni di banco, quando invece rappresentano miti indelebili.
La competizione tra Recco, Sori, Nervi e Bogliasco, ma anche tra Mameli e Arenzano, o Savona, è di quelle pesanti: alcuni definiscono la pallanuoto il rugby galleggiante, per la sua aggressività, per il senso della fatica, ma anche perché i colpi non si risparmiano e quelli che non vedi, sotto il pelo dell'acqua, sono quelli che fanno più male.
Crescere in Liguria e interessarsi, almeno un pochino, alla pallanuoto è una cosa normale: ci sono emittenti locali che hanno più successo con la diretta delle trasmissioni del campionato di A1 di pallanuoto che con le repliche delle trasmissioni di Genoa e Sampdoria e i pochi soldi di un giro di sponsor che arriva più da appassionati che da persone interessate al cosiddetto ritorno di immagine, non bastano nemmeno a pagare i conti.
Poi, per il resto, ci si arrangia. Con qualche festa di piazza, con la lotteria di Natale, con le amicizie, con uno spirito che fondamentalmente è rimasto dilettantistico.
Uno spirito che purtroppo deve accomunare molti, troppi sport che nella cascata di milioni di euro che vengono amministrati dal Coni vengono solo sfiorati da poche gocce e rarissimi interessi.
La medaglia d'oro del Mondiale di Shanghai avrà mille padroni: e saranno tutti lì, ordinatamente in fila, ad appoggiarci il cappello sopra e a vantarne i meriti. Ci sarà chi dirà (copio e incollo da virgolettati di allori precedenti) che 'questa è la dimostrazione del buon lavoro che è stato fatto a livello di pianificazione, della straordinaria risposta del territorio ai programmi di rilancio nati con lungimiranza anni fa', e potrei continuare...
Io dico che questa, più di tante altre, più di quelle di Federica Pellegrini che qualche soldo lo ha visto e un po' di aiuti li ha avuti, è la medaglia di chi in quella piscina ha espresso anni di fatica, di colpi, di allenamento in palestra e in acqua e ha strappato con i denti al destino un successo strameritato non solo dalla squadra azzurra, ma da un movimento pallanuotistico che in Italia galleggia a malapena. Cosa vergognosa per la tradizione di questo sport nel nostro paese...
Io dico che questa, più di tante altre, più di quelle di Federica Pellegrini che qualche soldo lo ha visto e un po' di aiuti li ha avuti, è la medaglia di chi in quella piscina ha espresso anni di fatica, di colpi, di allenamento in palestra e in acqua e ha strappato con i denti al destino un successo strameritato non solo dalla squadra azzurra, ma da un movimento pallanuotistico che in Italia galleggia a malapena. Cosa vergognosa per la tradizione di questo sport nel nostro paese...
Questa medaglia d'oro è solo di Campagna e dei suoi ragazzi: di Tempesti, di Felugo e del dannato settebello che è un soprannome che detesto, perché mi fa pensare ai preservativi. Quando invece nella pallanuoto, nella ridda continua di espulsioni e sostituzioni, si vince davvero tutti insieme, in un gioco di squadra, di collettivo, di ritmo assoluto tra acqua e panchina.
Il nostro è un paese di mare, di poeti, santi e navigatori. I poeti mi annoiano, di santi ce ne sono troppi, di navigatori mi è bastato mio padre che sul mare ha fatto collezione di infarti. Ma il mare ci ha reso abili e arruolati al nuoto: dovremo imparare prima a nuotare che a camminare, dovremmo essere pieni di piscine e di fuoriclasse del crawl su questa portaerei protesa nel Mediterraneo chiamata Italia dove abbiamo più chilometri di costa che di autostrada.... E invece ci troviamo con società che si litigano l'acqua delle corsie perché in metropoli come Milano e Roma, che chiedono le Olimpiadi senza sapere neppure organizzare un Mondiale, le uniche piscine da 50 metri che esistono sono private... E non ne costruiscono di pubbliche dal dopoguerra.
Potrei sfogarmi per ore e mi, vi, rovinerei la gioia di una medaglia della quale si parlerà lo spazio di poche ore, giusto il tempo che la gente torni a chiedersi se Federica si è davvero messa con Magnini o se è tornata con Marin.
Questi ragazzi meritano non una medaglia, ma un monumento, perché hanno ridato dignità a uno sport che l'Italia praticamente ha inventato e del quale avevamo dimenticato quasi tutto. Uno sport che passa nelle repliche notturne, se c'è spazio, e i cui protagonisti guadagnano meno di un impiegato nonostante sgobbino per dieci ore al giorno ad allenarsi e prendano colpi che nemmeno un pugile prenderebbe mai.
Questa medaglia è davvero d'oro, come il cuore di questi ragazzi immersi a faticare nella piscina cinese. Come il ricordo di una partita che, magari poche persone, sicuramente io tra questi, è e resterà indelebile. Oggi la pallanuoto italiana ha di nuovo la sua dignità: ce l'hanno data questi ragazzi, impariamo la lezione e teniamocela stretta... questa si chiama ancora Resistenza, in un paese che costruisce sport tra le macerie.
Altro che organizzare Mondiali e Olimpiadi...
La medaglia d'oro vinta dalla Resistenza - Yahoo! Eurosport IT
:daccordo:
La medaglia d'oro vinta dalla Resistenza
In Liguria, da dove arrivo io, la pallanuoto è una roba seria. Ci sono piccoli paesi che vivono intorno alla loro piscina d'estate e d'inverno e delegazioni genovesi che si dannano l'anima per trovare i soldi e fare almeno una volta ogni tanto una stagione di alto livello. Ci sono miti, come Eraldo Pizzo, che incontri per strada e con i quali ti fermi a parlare come se fossero tuoi vecchi compagni di banco, quando invece rappresentano miti indelebili.
La competizione tra Recco, Sori, Nervi e Bogliasco, ma anche tra Mameli e Arenzano, o Savona, è di quelle pesanti: alcuni definiscono la pallanuoto il rugby galleggiante, per la sua aggressività, per il senso della fatica, ma anche perché i colpi non si risparmiano e quelli che non vedi, sotto il pelo dell'acqua, sono quelli che fanno più male.
Crescere in Liguria e interessarsi, almeno un pochino, alla pallanuoto è una cosa normale: ci sono emittenti locali che hanno più successo con la diretta delle trasmissioni del campionato di A1 di pallanuoto che con le repliche delle trasmissioni di Genoa e Sampdoria e i pochi soldi di un giro di sponsor che arriva più da appassionati che da persone interessate al cosiddetto ritorno di immagine, non bastano nemmeno a pagare i conti.
Poi, per il resto, ci si arrangia. Con qualche festa di piazza, con la lotteria di Natale, con le amicizie, con uno spirito che fondamentalmente è rimasto dilettantistico.
Uno spirito che purtroppo deve accomunare molti, troppi sport che nella cascata di milioni di euro che vengono amministrati dal Coni vengono solo sfiorati da poche gocce e rarissimi interessi.
La medaglia d'oro del Mondiale di Shanghai avrà mille padroni: e saranno tutti lì, ordinatamente in fila, ad appoggiarci il cappello sopra e a vantarne i meriti. Ci sarà chi dirà (copio e incollo da virgolettati di allori precedenti) che 'questa è la dimostrazione del buon lavoro che è stato fatto a livello di pianificazione, della straordinaria risposta del territorio ai programmi di rilancio nati con lungimiranza anni fa', e potrei continuare...
Io dico che questa, più di tante altre, più di quelle di Federica Pellegrini che qualche soldo lo ha visto e un po' di aiuti li ha avuti, è la medaglia di chi in quella piscina ha espresso anni di fatica, di colpi, di allenamento in palestra e in acqua e ha strappato con i denti al destino un successo strameritato non solo dalla squadra azzurra, ma da un movimento pallanuotistico che in Italia galleggia a malapena. Cosa vergognosa per la tradizione di questo sport nel nostro paese...
Io dico che questa, più di tante altre, più di quelle di Federica Pellegrini che qualche soldo lo ha visto e un po' di aiuti li ha avuti, è la medaglia di chi in quella piscina ha espresso anni di fatica, di colpi, di allenamento in palestra e in acqua e ha strappato con i denti al destino un successo strameritato non solo dalla squadra azzurra, ma da un movimento pallanuotistico che in Italia galleggia a malapena. Cosa vergognosa per la tradizione di questo sport nel nostro paese...
Questa medaglia d'oro è solo di Campagna e dei suoi ragazzi: di Tempesti, di Felugo e del dannato settebello che è un soprannome che detesto, perché mi fa pensare ai preservativi. Quando invece nella pallanuoto, nella ridda continua di espulsioni e sostituzioni, si vince davvero tutti insieme, in un gioco di squadra, di collettivo, di ritmo assoluto tra acqua e panchina.
Il nostro è un paese di mare, di poeti, santi e navigatori. I poeti mi annoiano, di santi ce ne sono troppi, di navigatori mi è bastato mio padre che sul mare ha fatto collezione di infarti. Ma il mare ci ha reso abili e arruolati al nuoto: dovremo imparare prima a nuotare che a camminare, dovremmo essere pieni di piscine e di fuoriclasse del crawl su questa portaerei protesa nel Mediterraneo chiamata Italia dove abbiamo più chilometri di costa che di autostrada.... E invece ci troviamo con società che si litigano l'acqua delle corsie perché in metropoli come Milano e Roma, che chiedono le Olimpiadi senza sapere neppure organizzare un Mondiale, le uniche piscine da 50 metri che esistono sono private... E non ne costruiscono di pubbliche dal dopoguerra.
Potrei sfogarmi per ore e mi, vi, rovinerei la gioia di una medaglia della quale si parlerà lo spazio di poche ore, giusto il tempo che la gente torni a chiedersi se Federica si è davvero messa con Magnini o se è tornata con Marin.
Questi ragazzi meritano non una medaglia, ma un monumento, perché hanno ridato dignità a uno sport che l'Italia praticamente ha inventato e del quale avevamo dimenticato quasi tutto. Uno sport che passa nelle repliche notturne, se c'è spazio, e i cui protagonisti guadagnano meno di un impiegato nonostante sgobbino per dieci ore al giorno ad allenarsi e prendano colpi che nemmeno un pugile prenderebbe mai.
Questa medaglia è davvero d'oro, come il cuore di questi ragazzi immersi a faticare nella piscina cinese. Come il ricordo di una partita che, magari poche persone, sicuramente io tra questi, è e resterà indelebile. Oggi la pallanuoto italiana ha di nuovo la sua dignità: ce l'hanno data questi ragazzi, impariamo la lezione e teniamocela stretta... questa si chiama ancora Resistenza, in un paese che costruisce sport tra le macerie.
Altro che organizzare Mondiali e Olimpiadi...
La medaglia d'oro vinta dalla Resistenza - Yahoo! Eurosport IT
:daccordo: