Mio figlio nell'Aprile 2006, ha acquistato un piccolo immobile come prima casa ,nel centro storico del paese, pagando la cifra di € 17.500,00. Su questo immobile bisognava fare dei lavori di ristrutturazione, per cui, a cura del suo Architetto di fiducia presentava progetto di ristrutturazione al Comune. Dopo alcuni mesi si trasferiva a Roma per studio, dovendo completare gli studi, per cui veniva meno l'interesse ad avere la casa.
Nel frattenpo avemmo la verifica dell'Agenzia delle Entrate, poichè non avendo strasferito la residenza in quella casa, aveva perso il diritto alle agevolazioni fiscali, e quindi fummo costretti a pagare, le imposte, sovrattasse e sanzioni.
Nell'Ottobre 2009, dopo circa tre anni ed alcuni mesi, mio figlio vendeva l'immobile per la cifra di € 21.000,00.
Teoricamente, ci sarebbe stata una plusvalenza di € 3500,00, ma il notaio prima di chiudere l'atto, ci consigliava di non chiedere la tassazione diretta del 20%. In effetti ci faceva notare, che sommando al costo per l'acquisto della casa, le spese notarili, la parcella del tecnico e tasse comunali, si superava addirittura l'importo di € 21000,00 dichiarati nella vendita.
Detto questo mio figlio non dichiarava nulla, non essendo titolare di altri redditi, non presentava neanche la dichiarazione dei redditi, nella quale al massimo avrebbe dovuto dichiarare la sola plusvalenza.
Le mie domande , essendo sopravvenuti dei dubbi sono queste :
1) Si doveva o non doveva dichiarare la plusvalenza ? (anche se esigua, non prendendo per buoni i costi sopportati)
2) Ad oggi, non essendo ancora arrivata ancora nessuna verifica cosa possiamo fare ? Potremmo mettere in atto il ravvedimento e fare un'autodenuncia per evitare sanzioni più gravi, eventualmente ?
Grazie a Voi tutti.
Nel frattenpo avemmo la verifica dell'Agenzia delle Entrate, poichè non avendo strasferito la residenza in quella casa, aveva perso il diritto alle agevolazioni fiscali, e quindi fummo costretti a pagare, le imposte, sovrattasse e sanzioni.
Nell'Ottobre 2009, dopo circa tre anni ed alcuni mesi, mio figlio vendeva l'immobile per la cifra di € 21.000,00.
Teoricamente, ci sarebbe stata una plusvalenza di € 3500,00, ma il notaio prima di chiudere l'atto, ci consigliava di non chiedere la tassazione diretta del 20%. In effetti ci faceva notare, che sommando al costo per l'acquisto della casa, le spese notarili, la parcella del tecnico e tasse comunali, si superava addirittura l'importo di € 21000,00 dichiarati nella vendita.
Detto questo mio figlio non dichiarava nulla, non essendo titolare di altri redditi, non presentava neanche la dichiarazione dei redditi, nella quale al massimo avrebbe dovuto dichiarare la sola plusvalenza.
Le mie domande , essendo sopravvenuti dei dubbi sono queste :
1) Si doveva o non doveva dichiarare la plusvalenza ? (anche se esigua, non prendendo per buoni i costi sopportati)
2) Ad oggi, non essendo ancora arrivata ancora nessuna verifica cosa possiamo fare ? Potremmo mettere in atto il ravvedimento e fare un'autodenuncia per evitare sanzioni più gravi, eventualmente ?
Grazie a Voi tutti.