nikkino80dc

Membro Attivo
Si supponga che Tizio sia proprietario di un bene immobile di cui non può più godere (ad es. problematiche con un vicino dedito a minacciarne il godimento) e di non riuscire a vendere il suddetto bene in quanto, non trovando un compratore interessato e avendo necessità di liquidità, dovrebbe svenderlo a condizioni veramente incongrue. A questo punto Tizio si reca in una banca offrendo il bene in garanzia per un prestito consistente. Naturalmente, ottenuto il finanziamento, non ci pensa proprio a restituire una sola rata del prestito ottenuto. Questa situazione può essere materialmente ritenuta una astuta vendita indiretta, perseguita attraverso mezzi legali? Ovviamente Tizio non confesserebbe mai di aver architettato un piano per disfarsi legalmente dello scomodo immobile, attenendo peraltro alla sua sfera soggettiva le motivazioni che non gli consentono di vendere il bene. In tal caso, il soddisfacimento del credito ipotecario della banca è subordinato alla vendita all'incanto del bene (che la stessa aveva proceduto a periziare) o la banca può aggredire le rendite finanziarie o altri beni mobili e immobili del debitore? In tal caso Tizio, nel richiedere il prestito alla banca, volendo cautelarsi dall'aggressione di altre sostanze, è tenuto a limitare per iscritto la garanzia del proprio debito alla sola consistenza del bene ipotecato oppure l'istituto erogante, se non pattuito diversamente, è tenuto a soddisfarsi esclusivamente sul bene ipotecato? In definitiva: anche in questo caso vale la regola secondo cui "il debitore risponde delle obbligazioni contratte con i suoi beni presenti e futuri"? Gradirei che il quesito venga soddisfatto dopo un'attenta lettura, senza aprire parentesi su ipotesi non contemplate. Grazie per l'attenzione.
 

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