towerofterror53

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Proprietario Casa
Buona sera,
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Mio padre vorrebbe vendere un immobile che era al 50% suo e 50% della mia defunta madre
Il giudice ha attribuito delle quote agli eredi pari al 25% cadauno, di fatto oggi lui possiede il 75% ed io il 25%
Apro col dire che non sono d'accordo con la vendita dell'appartamento ma non ho la possibilità al momento di acquistare la quota di mio padre e quindi non volentieri mi vedo costretto ad avallare la vendita
Il problema sta nel fatto che mio padre non vuole riconoscermi la mia quota, ovvero vuole che io firmi per la vendita ma non vuole cedermi il 25% dei soldi ricavati dalla vendita, mi sembra assurdo.
Mi chiedo, chi acquista un immobile diviso il % fra più proprietari, dovrebbe effettuare dei pagamenti percettualizzati
Esempio, se costa 100,000 euro ed i proprietari sono due 75% e 25% l'acquirente dovrebbe bonificare 75,000 euro ad uno e 25,000 euro all'altro, non sono esperto del settore, parlo a rigor di logica
Com'è possibile che uno dei proprietari possa intascare tutto?
Aspetto vostre info ed eventuali consigli
 

rita dedè

Membro Attivo
Proprietario Casa
Ti sei risposto già da solo!
L acquirente bonificherà
75€ a tuo padre!
25€ a te!
Scritto nel contratto di compravendita!
Se vuole tuo padre,provi pure a pretendere dall acquirente,che i 25€ non li bonifichi a te!
Ma a lui(tuo padre)!
Molto probabilmente tuo padre,sostiene che a te non spetta niente,perché l immobile lo ha pagato con i suoi soldi!
Non potrà mai nessuno negarti la tua quota spettante di eredità!
Se trovate un acquirente è riuscite a vendere ancora ancora siete a cavallo!
Se tuo padre punta i piedi bene bene...........
Potresti tu,ritrovarti costretto a sciogliere la comunione ereditaria tramite via giudiziale,e qui, non butta bene la situazione,tribunale giudice,avvocato da pagare,perizie,asta!
Se al momento non hai i soldi per acquistare da tuo padre il 75% dell immobile in questione,
Figurati,se avrai i soldi,da anticipare di tasca tua,vostra,per finanziare una causa!
Buona fortuna!
 

rita dedè

Membro Attivo
Proprietario Casa
Tieni conto che tuo padre è il conige superstite!ha il diritto di abitare dentro, l immobile,immagino che ci abbia sempre abitato con tua mamma!
E deve pagare tutte le spese e tasse,che l immobile produce!
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Pretendo la tua quota prima ...o niente firma.
Tuo padre non può vendere da solo.
Il coltello dalla parte del manico lo hai tu...visto che se salta la vendita tu sei comunque contento...anzi di più.
 

quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
Nulla ci dice il discoletto sulla composizione umana del nucleo familiare...
ha impostato la cosa come se fosse un'azienda con tanto di soci e rispettive
quote di azioni. No così! non ci siamo...In una famiglia non ci sono solo i soldi e i mattoni...nella famiglia vi è la nostra vita...la mia..la tua Ritadedè...quella di
Dimaraz e quella del postante...La famiglia è la vita e il suo contrario.
Prima e unica ipotesi: se il discoletto, immagino scapoletto, fosse un bucaneve
buttasoldi...a fronte di un padre saggiamente oculato...la cosa rientrerebbe nella
norma "umana" ...Quando rimasi vedovo nel 1987, le mie due figlie, che non erano e non sono discolette, prima mi "trasferirono" l'usufrutto...poi alla vendita della casa di Modena, incassai tutto io in felicissima confusione...e le mie figlie mi portano come esempio anche come ottimo amministratore...oltre che come padre doppiamente oculato.
Se poi il discoletto fosse invece un chierichetto tutto casa e chiesa... allora ci
sarebbe da chiamare il nostro santo esperto FradJACOno per spiegarci l'arcano...
Alla prossima...meditazione...Quiproquo.
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Unica curiosità la frase che abbia deciso un Giudice per la ripartizione...ma viste le "pretese" del padre non vi sarebbe da stupirsi che questi avesse agito "ereditando" anche la quota del figlio che è stato costretto ad adire ad un Tribunale per vedere riconosciuti i diritti che la Legge gli riserva.
Visto che l'immobile (non prima casa) era cointestato con la madre defunta...più che ovvio che le quote in sede di successione ma in assenza di testamento fossero 50 e 50 ....ovvero il 25% dell'intero per entrambi.
 

quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
Unica curiosità la frase che abbia deciso un Giudice per la ripartizione...ma viste le "pretese" del padre non vi sarebbe da stupirsi che questi avesse agito "ereditando" anche la quota del figlio che è stato costretto ad adire ad un Tribunale per vedere riconosciuti i diritti che la Legge gli riserva.
Visto che l'immobile (non prima casa) era cointestato con la madre defunta...più che ovvio che le quote in sede di successione ma in assenza di testamento fossero 50 e 50 ....ovvero il 25% dell'intero per entrambi.
Il "ragioniere" Dimaraz ha fatto centro...Ti ricordi il topic sulla cointestazione del conto che a differenza della semplice delega ( del tutto ignorata...) viene considerata dalla banca, dal fisco e dalla "gente" appartenente al 50% cadauno...
mentre inopinatamente 13 sentenze di cassazione dicono il contrario dal punto di vista degli eredi??? In base al fatto di poter risalire fino a dimostrare che i
"soldacci" o meglio, come dice Ollj, il vil danaro, erano di esclusiva "proprietà"
del primo cointestatario??? Ebbene se ci trovassimo nella stessa situazione e cioè
che la cointestazione dell'alloggio fosse avvenuta, come spesso succede in famiglia (fra coniugi o meglio fra marito capiente e moglie di meno...), per i più vari motivi ( affetto...sicurezza del domani...successori...fiscali...ecc.) con denaro proveniente dai proventi del marito-padre la COSA almeno potrebbe essere più
comprensibile e se così fosse ci andrei piano dal consigliare il ricorso al gudice da
parte del discoletto-chierichetto...Al quale invece consiglio di accucciarsi quieto
fra le "braccia" del Padre....essendo, mi par di capire, anche figlio unico di padre
vedovo. Niente guerra e lite togata... ma pace e bene. qpq.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Comunque qualunque sia la provenienza, se il postante è comproprietario deve percepire la stessa quota del ricavato, volendo con un assegno a lui intestato, emesso dall'acquirente.
 

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