nicolagiak

Nuovo Iscritto
Vi espongo in breve i fatti:sono figlio unico e mia madre (docente presso una scuola superiore) sta per vendere l'immobile che ha ereditato dai suoi genitori e che è quello in cui sino ad oggi abbiamo vissuto. All'atto di vendita dinanzi al notaio e all'acquirente, le ho richiesto di partecipare personalmente, al fine di vagliare al meglio la congruità dell'offerta (perchè non è molto capace di ben amministrare il denaro e gli affari in genere). La risposta è stata negativa, asserendo che io non posso partecipare in quanto non avente voce in capitolo. Preavviso che io sono un brillante studente laureato e sto proseguendo i miei studi fuori sede; ciò mi comporta degli alti costi che vengono, ahimè, coperti SOLO dalle mie esigue entrate provenienti da lavoretti vari (quindi senza alcun sussidio, neanche minimo, da parte di mia madre). Per di più, mia madre ha vari debiti presso banche e, per coprire i quali, le rigiro pura la mia reversibile pari a 700,00 euro mensili (a me intestata a seguito del decesso di mio padre). Giungo quindi alla domanda: sulla base di una tale situazione, esiste un rimedio giuridico per imporre a mia madre la mia presenza all'atto della registrazione e della firma sul contratto davanti al notaio? E se no, una volta firmato e registrato il contratto, quali rimedi giurisdizionali sono in mia disponibilità per ovviare ad eventuali pregiudizi che finiribbero per ricadere sulle mie spalle?
Ringraziandovi, colgo l'occasione per porgere cordiali saluti.
 

Adriano Giacomelli

Membro dello Staff
Proprietario Casa
La risposta giusta ti è stata fornita dall'ottimo Maidealista. Tuttavia non si comprende come la tua volontà di vigilare per tutelare i tuoi o suoi interessi nel timore che pregiudizi ricadano sulle tue spalle.
Obiezioni:
A) vendere un immobile non comporta pregiudizi conseguenti, salvo in capo al solo venditore
B) Intervenire in un atto già concordato e stravolgere gli accordi, comporterebbe più oneri che vantaggi
C) se i rapporti economici tra madre e figlio, sono basati sulla mancanza di fiducia, risulta strano o particolarmente meritevole il tuo assegno mensile.
 

nicolagiak

Nuovo Iscritto
Ne siamo certi?
ciò anche se questo condiziona il mio avvenire? A tal proposito c'è una sentenza fondamentale delle SS UU Cassaz. con le quali si prefigura un obbligo di assistenza economica a favore dei figli finchè questi non abbiano raggiunto una totale indipendenza economica. Posto questo elemento, non crede che un atto posto in mio danno e nella situazione economica che Le ho sopra descritto sia sempre e comunque esente da censure?
E anche qualora l'atto vada esente da censure giuridiche, non posso agire nei confronti di mia madre per ottenere le somme ricavate? Beh, credo che questo sia proprio possibile, considerando anche la "aggravante" data dal mancato aiuto negli ultimi anni insieme all'apprensione, da parte sua, della mia pensione reversibile mensile.
In attesa di risposta, Le invio cordiali saluti.
 

Adriano Giacomelli

Membro dello Staff
Proprietario Casa
Difficile entrare nel merito in un rapporto tra madre e figlio. I° se l'appartamento era dei suoi genitori rientra nella sua piena disponibilità. Di certo che se tua madre ha debiti e tu volessi rivalerti su di Lei, non avresti polpa a cui attaccarti. Quindi una situazione molto difficile che, mancando di possibilità concrete di azione, mi verrebbe di consigliarti di tenere un rapporto elegante e di non scendere a questo passo degradante di agire contro di essa.
Con tutte le attenuanti di essere persona non a conoscenza dei fatti e delle persone.
 

Gratis per sempre!

  • > Crea Discussioni e poni quesiti
  • > Trova Consigli e Suggerimenti
  • > Elimina la Pubblicità!
  • > Informarti sulle ultime Novità

Le Ultime Discussioni

Alto