Gagarin

Membro Assiduo
Professionista
Ho interpellato una ditta per avere un preventivo per un impianto fotovoltaico da mettere sul tetto a tegole della mia casa.
Il preventivo mi starebbe pure bene, ma una voce mi lascia perplesso: sarebbero a carico della ditta le pratiche per le autorizzazioni comunali, ma sarebbe a mio carico l'eventuale compilazione della Dia o della Scia in caso di esistenza di vincoli ambientali.
Sono andato al Comune ma nessuno mi ha saputo dire se nella mia zona ci siano o no dei vincoli ambientali per l'installazione a filo tetto di pannelli fotovoltaici: loro dicono di fare domanda (spesa di 200,00 euro per diritti di segreteria e di altri 1.500,00 circa per oltre dodici documenti da allegare alla domanda stessa, di cui alcuni in bollo ed altri asseverati da un tecnico: alla faccia della semplificazione burocratica! Siamo in piena epoca borbonica e della tassa sul sale!), poi, dopo circa 3-4 mesi (sic!) mi daranno una risposta. Se ci fossero vincoli ambientali, la cosa comparirà nella risposta e allora dovrò predisporre anche la Dia o la Scia.
Dato che non mi va di buttar via dei soldi e non mi va neanche di sottoscrivere un contratto con una spesa "in bianco", qualcuno mi saprebbe dire:
1) come si potrebbe fare a sapere in anticipo se vi siano o no vincoli ambientali;
2) perchè si alternativamente dovrebbe fare la Dia oppure la Scia: che differenza c'è, perchè sono alternative fra loro e quando si fa una o l'altra;
3) il loro costo approssimativo
.
Grazie e un saluto a tutti i partecipanti al forum.
 
Ultima modifica di un moderatore:

essezeta67

Membro Senior
Proprietario Casa
Impossibile che all'Ufficio urbanistica del Comune non risultino eventuali vincoli ambientali.
Appunto! Un ufficio tecnico comunale che da anni rilascia permessi di costruire, DIA o SCIA, dovrebbe ben sapere se ci sono vincoli ambientali perchè in questo caso qualsiasi abilitazione rilasciata dal comune, deve sottostare alle clausole della Sovrintendenza ai Beni ambientali. Saluti.
 

Gagarin

Membro Assiduo
Professionista
Probabilmente mi sono spiegato male. Il Comune PRIMA di dirmi se ci siano o no vincoli urbanistici, vuole che vengano presentati tutta una serie di documenti (come ho già scritto) pagando anche i 200,00 euro di spese di segreteria; solo DOPO mi dirà se devo presentare anche Dia o Scia per eventuali vincoli ambientali (nel senso che se l'autorizzazione non mi viene concessa tout court è inutile presentare anche Dia o Scia per problemi ambientali). Non trovate che sia un Comune simpatico e vicino ai cittadini?
In ogni caso ieri ho fatto un'altra scoperta (UNA COSA CHE MOLTISSIME PERSONE NON SANNO E CHE CON QUESTO FORUM VORREI PORTARE ALL'ATTENZIONE DI TUTTI: non lo sapeva neanche la ditta che monta gli impianti) che indica come in Italia i cittadini siano trattati da servi della gleba (a questo proposito forse molti non sanno che per poter usufruire delle agevolazioni per il risparmio energetico, come l'acquisto di una stufa a pellet, occorre che l'abitazione possegga un certo indice termico con finestre certificate per la dispersione energetica: questo non te lo dice nessuno e, dopo aver impiantato la stufa, quando si fa la domanda per la detrazione, questa non viene accettata se non in presenza dei requisiti suddetti): se metto un impianto fotovoltaico sul tetto lo Stato considererà lo stesso tetto non più semplice copertura, ma una fonte di reddito. Pertanto esso andrà accatastato (a pagamento) e, di conseguenza, aumenterà la rendita catastale dell'abitazione e, quindi, tutta la tassazione che su tale rendita si basa (IMU, TARES, IRPEF, ISEE, etc..). Quando l'impianto verrà dismesso si dovrà fare l'operazione inversa. Quindi, ricapitolando, spendo dei soldi per impiantare un impianto fotovoltaico di durata ventennale (ammortamento in circa 10 anni), lo Stato non mi concede alcuna agevolazione, il GSE mi rimborsa l'eventuale energia in eccesso a 0,11 euro circa il KWh (cioè circa 1/10 di quanto io lo pago al gestore), la manutenzione dell'impianto sarà a mio carico (180,00-200,00 euro/anno), l'assicurazione dell'impianto sarà a mio carico (non meno di 150,00 euro/anno), il Comune non solo pretende una spesa di altre 2.000,00 euro (almeno 2-3 anni per ammortizzarle) a fondo perduto solo per l'espletamento di una massa indescrivibile di pratiche burocratiche (senza considerare il tempo che perdo per espletarle) ma si prende anche 3-4 mesi per darti una risposta, lo Stato non ti da alcuna agevolazione e, invece di ringraziarti almeno per non consumare la sua costosissima elettricità, lucra pure sul tuo impianto. Ma allora chi me lo fa fare di mettere un impianto fotovoltaico? Continuo a consumare l'elettricità "statale" e a produrre CO2 e chi se ne frega!
 

raffaelemaria

Membro Assiduo
Professionista
Non direi che l'impianto fotovoltaico aumenta la rendita catastale dell'immobile, né che devo denunciarlo al catasto. Tra l'altro la domanda nel docfa c'è, ma non è obbligatorio rispondere. può anche darsi che in futuro lo stato modifica le norme, ma è tutto da vedere. Quanto richiede il Comune è una assurdità, prima verifico le possibilità di installazione dell'impianto poi presento documenti e richieste se fattibile. Forse è meglio che mandi un tecnico a fare le dovute verifiche.
 

Gagarin

Membro Assiduo
Professionista
Sono riandato a chiedere sulla base di quanto mi avete scritto: si erano sbagliati. Si devono riaccatastare solo gli impianti superiori a 2oo KW in qualunque posto impiantati. Grazie per le risposte.
 

Gratis per sempre!

  • > Crea Discussioni e poni quesiti
  • > Trova Consigli e Suggerimenti
  • > Elimina la Pubblicità!
  • > Informarti sulle ultime Novità

Le Ultime Discussioni

Alto