PaoloNeoProp

Membro Junior
Proprietario Casa
Salve a tutti,
ho fatto una visura catastale di un appartamento finalizzata all' acquisto.
Se in visura appare :
DIVERSA DISTRIBUZIONE DEGLI SPAZI INTERNI del
15/07/2016 protocollo n. RMnnnnn in atti dal 20/07/2016
DIVERSA DISTRIBUZIONE DEGLI SPAZI INTERNI (n. xxxxxx.x/2016)

Posso concludere che il numero tra parentesi sia l'estremo che identifica il titolo edilizio?
Grazie a chi vorrà aiutarmi
 

Gianco

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La dicitura che hai riportato si riferisce all'ultima variazione catastale nulla ha a che vedere con la sua posizione edilizia. Per conoscere la regolarità edilizia dovrai fare un accesso agli atti presso l'ufficio tecnico comunale e verificare se lo stato attuale corrisponde a quello presentato. La stessa rappresentazione dovrà apparire anche nella planimetria catastale depositata.
 

PaoloNeoProp

Membro Junior
Proprietario Casa
La dicitura che hai riportato si riferisce all'ultima variazione catastale nulla ha a che vedere con la sua posizione edilizia. Per conoscere la regolarità edilizia dovrai fare un accesso agli atti presso l'ufficio tecnico comunale e verificare se lo stato attuale corrisponde a quello presentato. La stessa rappresentazione dovrà apparire anche nella planimetria catastale depositata.
Ti ringrazio, per quanto la mia domanda era se gli identificativi presenti : protocollo n. RMnnnnn e (n. xxxxxx.x/2016), potessero essere riferimenti alla pratica comunale.
Ovvero presento il progetto al comune che mi rislascia il protocollo n. xxxxxx.x/2016.
Il geometra che fa la docfa per aggiornare il catasto presenta la variazione e l'AdT rilascia il protocollo n. RMnnnnn. e nella pratica è citato il protocollo del comune.

O un altro modo di porre la questione : sarebbe possibile presentare una docfa per distribuzione spazi senza inserire un protocollo della relativa pratica comunale?
Grazie ancora
 

griz

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il catasto riceve quello che i tecnici presentano sotto loro responsabilità, avallato da firma del proprietario, si citano le date della fine lavori e basta, i dati che trovi sulla visura sono il protocollo del DOCFA, a parte la data di fine lavori che in visura non compare, non c'è altro dato che interessa il catasto.
Si possono anche censire opere abusive
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
La regola generale è che la variazione catastale debba essere presentata entro 30 gg (voglio evitare le tirate d'orecchio del pignolo e preciso @Nemesis) dalla comunicazione di fine lavori.
 

griz

Membro Storico
Professionista
La regola generale è che la variazione catastale debba essere presentata entro 30 gg (voglio evitare le tirate d'orecchio del pignolo e preciso @Nemesis) dalla comunicazione di fine lavori.
esatto, chi controlla però è il comune che vuole la copia della planimetria e registrazione al catasto contestualmente alla relazione di collaudo della pratica edilizia. In sostanza si è gestito il tutto in modo che le variazioni operate che potrebbero anche costituire un aumento della rendita catastale, siano censite alla fine lavori e non quando aggraderà al proprietario (potenzialmente mai, come è stato per molti decenni)
 

griz

Membro Storico
Professionista
Mentre i termini per l'accatastamento sarebbero tassativi, i termini per il collaudo non lo sono.
:) Giusto perche tutti capiscano: l'accatastamento va presentato entro 30 giorni dalla fine lavori dichiarata, il collaudo, corredato dalla pratica catastale si presenta anche dopo, intanto la banca dati catastale, che importa per le tasse, è aggiornata ;)
 

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