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Acquistare una casa in Brasile, può essere il giusto investimento?
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<blockquote data-quote="brasil" data-source="post: 111349" data-attributes="member: 6293"><p>Grazie dell'ottimismo ma, per apprezzare questo tuo formidabile vaticinio positivista tout-cour, avremmo bisogno di sapere su quali basi si può oggi sostenere che "fra poco la Spagna riparte come pure l'Italia".</p><p></p><p>Inoltre, non è vero che oggi 2012 il valore degli immobili nella Spagna sia del 50% inferiore al 2010.</p><p></p><p>jenocera, i moderatori senz'altro sono più precisi di me, ma non mi sembra questo il luogo per fare ironie o battute al vino rosso (o alla vodka). Qui si parla seriamente e coi piedi per terra. Oggi più che mai, dati i tempi e le condizioni in cui ci stanno mettendo i politici.</p><p></p><p>Soprattutto, qui si parla con un minimo di precisione: il messaggio cui hai risposto dopo due anni era del marzo 2010. Non so come intendi tu il "fra poco la Spagna riparte come l'Italia..", ma stai attento che puoi dare risposte fuorvianti a chi non ha milioni da giocarsi a vanvera, ma forse risparmi di lavoro e di sacrifici per la sopravvivenza, che vuol dire per la scuola, la salute, le scarpe, ecc, non per le barche, lo champagne, le veline, le feste ecc.</p><p>Dal marzo 2010, il tuo "fra poco" è superato, e non mi sembra che il tuo consiglio sarebbe stato molto fruttuoso.</p><p></p><p>Cerchiamo di essere concreti, e di capire che l'Europa ha finito un ruolo, e che si dibatterà per vari decenni (speriamo senza sangue) prima di capire quale sarà o potrà essere il suo ruolo futuro. Certamente non quello industriale, né quello del terziario, né quello agricolo. Restano la cultura, l'arte, la professionalità, e un certo settore artigianale anche molto sofisticato. Ma finchè si cercano le soluzioni senza uscire dall'antica ottica capitalista delle rendite finanziarie, un miglioramento economico sarà impossibile.</p><p>Ormai quella Europea è una civiltà agonizzante, e speriamo che questa volta - e non come sempre è accaduto nella Storia - si passi da una civiltà ad un'altra senza guerre, senza sangue, senza troppi dolori. Io non ho molte illusioni, perchè nella Storia (europea e non) sarebbe la prima volta. Le varie civiltà sono sempre morte ammazzate, mai pacificamente e intelligentemente evolute da - e per - se stesse.</p><p></p><p>Detto questo, siccome in Italia pronunciare la parola "capitalismo" fa dell'autore un terribile eversivo di estrema sinistra, meritevole di bastonate, bombe ecc... anticipo fin d'ora che non ho alcuna posizione politica di estrema sinistra. Sono un riformista/costituzionalista laico e moderato, lontanissimo da UDC, da PD, da PDL, dai Radicali, da FI, dalle 5 o 6 stelle, ecc.. e semmai vicino a IDV e SEL, che non ho però mai votato.</p><p></p><p>Ho fatto omaggio a questo gruppo della mia breve e forse inopportuna analisi, al solo scopo di stimolare gli amici che ci leggono (e cercano la sopravvienza come tutti) ad una riflessione su questa crisi, che non è per nulla economica ma culturale.</p><p>I Passera (ministri o no) e le Passere (ministre e/o ospiti di feste sontuose quanto poco raccomandabili dove mia sorella per esempio non andrebbe mai) tra pochi anni saranno cenere senza nome, mentre il problema dei padri di famiglia - che lavorano e sudano o non lavorano e piangono - rimarrà.</p><p></p><p>Se molti pensano che il Brasile sia promettente, una ragione c'è. </p><p>Non dico che in Brasile ci sia un sistema perfetto o migliore, ma solo che le risorse qui ci sono, enormi risorse sufficienti per rimandare di svariati decenni il problema che l'Europa sta invece attraversando ora: risorse ambientali, minerarie-estrattive, petrolifere, umane, idriche, agricole-zoologiche, ecc, incluse quelle di un enorme mercato interno in cui piazzare l'enorme vomitevole quantità di prodotti che ci ostiniamo a considerare "qualità della vita".</p><p>Mancano indubbiamente le risorse culturali, ma siamo qui per questo ;- ))</p><p></p><p>Il Brasile non ha una storia Europea, ispanica o italica che sia, e quindi sarebbe bene parlarne per lo meno con un poco di esperienza.</p><p></p><p>Grazie</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="brasil, post: 111349, member: 6293"] Grazie dell'ottimismo ma, per apprezzare questo tuo formidabile vaticinio positivista tout-cour, avremmo bisogno di sapere su quali basi si può oggi sostenere che "fra poco la Spagna riparte come pure l'Italia". Inoltre, non è vero che oggi 2012 il valore degli immobili nella Spagna sia del 50% inferiore al 2010. jenocera, i moderatori senz'altro sono più precisi di me, ma non mi sembra questo il luogo per fare ironie o battute al vino rosso (o alla vodka). Qui si parla seriamente e coi piedi per terra. Oggi più che mai, dati i tempi e le condizioni in cui ci stanno mettendo i politici. Soprattutto, qui si parla con un minimo di precisione: il messaggio cui hai risposto dopo due anni era del marzo 2010. Non so come intendi tu il "fra poco la Spagna riparte come l'Italia..", ma stai attento che puoi dare risposte fuorvianti a chi non ha milioni da giocarsi a vanvera, ma forse risparmi di lavoro e di sacrifici per la sopravvivenza, che vuol dire per la scuola, la salute, le scarpe, ecc, non per le barche, lo champagne, le veline, le feste ecc. Dal marzo 2010, il tuo "fra poco" è superato, e non mi sembra che il tuo consiglio sarebbe stato molto fruttuoso. Cerchiamo di essere concreti, e di capire che l'Europa ha finito un ruolo, e che si dibatterà per vari decenni (speriamo senza sangue) prima di capire quale sarà o potrà essere il suo ruolo futuro. Certamente non quello industriale, né quello del terziario, né quello agricolo. Restano la cultura, l'arte, la professionalità, e un certo settore artigianale anche molto sofisticato. Ma finchè si cercano le soluzioni senza uscire dall'antica ottica capitalista delle rendite finanziarie, un miglioramento economico sarà impossibile. Ormai quella Europea è una civiltà agonizzante, e speriamo che questa volta - e non come sempre è accaduto nella Storia - si passi da una civiltà ad un'altra senza guerre, senza sangue, senza troppi dolori. Io non ho molte illusioni, perchè nella Storia (europea e non) sarebbe la prima volta. Le varie civiltà sono sempre morte ammazzate, mai pacificamente e intelligentemente evolute da - e per - se stesse. Detto questo, siccome in Italia pronunciare la parola "capitalismo" fa dell'autore un terribile eversivo di estrema sinistra, meritevole di bastonate, bombe ecc... anticipo fin d'ora che non ho alcuna posizione politica di estrema sinistra. Sono un riformista/costituzionalista laico e moderato, lontanissimo da UDC, da PD, da PDL, dai Radicali, da FI, dalle 5 o 6 stelle, ecc.. e semmai vicino a IDV e SEL, che non ho però mai votato. Ho fatto omaggio a questo gruppo della mia breve e forse inopportuna analisi, al solo scopo di stimolare gli amici che ci leggono (e cercano la sopravvienza come tutti) ad una riflessione su questa crisi, che non è per nulla economica ma culturale. I Passera (ministri o no) e le Passere (ministre e/o ospiti di feste sontuose quanto poco raccomandabili dove mia sorella per esempio non andrebbe mai) tra pochi anni saranno cenere senza nome, mentre il problema dei padri di famiglia - che lavorano e sudano o non lavorano e piangono - rimarrà. Se molti pensano che il Brasile sia promettente, una ragione c'è. Non dico che in Brasile ci sia un sistema perfetto o migliore, ma solo che le risorse qui ci sono, enormi risorse sufficienti per rimandare di svariati decenni il problema che l'Europa sta invece attraversando ora: risorse ambientali, minerarie-estrattive, petrolifere, umane, idriche, agricole-zoologiche, ecc, incluse quelle di un enorme mercato interno in cui piazzare l'enorme vomitevole quantità di prodotti che ci ostiniamo a considerare "qualità della vita". Mancano indubbiamente le risorse culturali, ma siamo qui per questo ;- )) Il Brasile non ha una storia Europea, ispanica o italica che sia, e quindi sarebbe bene parlarne per lo meno con un poco di esperienza. Grazie [/QUOTE]
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