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Contabilizzazione del calore calcolo
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<blockquote data-quote="Luigi Criscuolo" data-source="post: 333609" data-attributes="member: 15764"><p>secondo me installando le termovalvole su impianti datati si riscontrano sovente problemi di confort. E' inutile nasconderlo i vecchi impianti di riscaldamento sono stati progettati per funzionare con una temperatura dell'acqua circolante attorno agli 80°. I progettisti di quegli impianti si basavano sul rendimento del singolo elemento di termosifone per dimensionare il termosifone medesimo in funzione del volume dell'ambiente da riscaldare e di altri parametri quali la distanza dalla caldaia, il piano e l'esposizione dell'appartamento. Il rendimento dell'elemento del termosifone è in funzione della differenza di temperatura tra l'acqua in entrata e l'acqua in uscita: perchè questa differenza rappresenta la temperatura ceduta all'ambiente. Sapendo che per mantenere ai classici 21° la temperatura di un volume ambiente ci vogliono dai 32 ai 37 W per mc il dimensionamento del termosifone era una semplice proporzione. Altra considerazione da fare è quella che la maggior parte dei caloriferi datati venivano fatti funzionare con la manopola che regolava il flusso di dell'acqua circolante sempre aperta perché il costo del riscaldamento era fissa ed il confort si raggiungeva aprendo le finestre con l'impianto acceso e non chiudendo la valvola di regolazione del flusso dell'acqua. Questo perché anche nei caloriferi datati la quantità di calore ceduto all'ambiente è funzione della quantità di acqua calda che transita nel calorifero stesso. Questa situazione di una volta è assimilabile ad una termovalvola nella posizione di massima apertura, quindi se si diminuisce la quantità di acqua calda che circola nel calorifero datato il suo rendimento sarà inferiore e l'ambiente sarà meno riscaldato. Se a questo gli si aggiunge il cambiamento del tipo di caldaia con una caldaia moderna del tipo a condensazione, la temperatura dell'acqua circolante sarà al massimo di 60°. Questo perché le caldaie condensazione recuperano il calore generato dalla condensazione dei fumi prodotti dalla combustione del metano e la condensazione avviene al di sotto dei 56°. Il calore recuperato serve per riscaldare l'acqua circolante così si riducono i consumi per farla funzionare. Il problema è che in moltissimi casi si hanno situazioni tipo queste: costo medio del riscaldamento ante termovalvole 750 € a gestione con temperature ambiente di 22,3° e termosifone tutto aperto; costo del primo anno di riscaldamento con le termovalvole piazzate sul 4 di circa 920 € ed una temperatura ambiente di 20,8° , costo del secondo anno di riscaldamento con le termovalvole regolate sul 3 ed una temperatura di 19,3° di 800 €: insomma con i contabilizzatori di calore montati su vecchi impianti rammodernati si corre anche il rischio di pagare di più e di stare al freddo.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Luigi Criscuolo, post: 333609, member: 15764"] secondo me installando le termovalvole su impianti datati si riscontrano sovente problemi di confort. E' inutile nasconderlo i vecchi impianti di riscaldamento sono stati progettati per funzionare con una temperatura dell'acqua circolante attorno agli 80°. I progettisti di quegli impianti si basavano sul rendimento del singolo elemento di termosifone per dimensionare il termosifone medesimo in funzione del volume dell'ambiente da riscaldare e di altri parametri quali la distanza dalla caldaia, il piano e l'esposizione dell'appartamento. Il rendimento dell'elemento del termosifone è in funzione della differenza di temperatura tra l'acqua in entrata e l'acqua in uscita: perchè questa differenza rappresenta la temperatura ceduta all'ambiente. Sapendo che per mantenere ai classici 21° la temperatura di un volume ambiente ci vogliono dai 32 ai 37 W per mc il dimensionamento del termosifone era una semplice proporzione. Altra considerazione da fare è quella che la maggior parte dei caloriferi datati venivano fatti funzionare con la manopola che regolava il flusso di dell'acqua circolante sempre aperta perché il costo del riscaldamento era fissa ed il confort si raggiungeva aprendo le finestre con l'impianto acceso e non chiudendo la valvola di regolazione del flusso dell'acqua. Questo perché anche nei caloriferi datati la quantità di calore ceduto all'ambiente è funzione della quantità di acqua calda che transita nel calorifero stesso. Questa situazione di una volta è assimilabile ad una termovalvola nella posizione di massima apertura, quindi se si diminuisce la quantità di acqua calda che circola nel calorifero datato il suo rendimento sarà inferiore e l'ambiente sarà meno riscaldato. Se a questo gli si aggiunge il cambiamento del tipo di caldaia con una caldaia moderna del tipo a condensazione, la temperatura dell'acqua circolante sarà al massimo di 60°. Questo perché le caldaie condensazione recuperano il calore generato dalla condensazione dei fumi prodotti dalla combustione del metano e la condensazione avviene al di sotto dei 56°. Il calore recuperato serve per riscaldare l'acqua circolante così si riducono i consumi per farla funzionare. Il problema è che in moltissimi casi si hanno situazioni tipo queste: costo medio del riscaldamento ante termovalvole 750 € a gestione con temperature ambiente di 22,3° e termosifone tutto aperto; costo del primo anno di riscaldamento con le termovalvole piazzate sul 4 di circa 920 € ed una temperatura ambiente di 20,8° , costo del secondo anno di riscaldamento con le termovalvole regolate sul 3 ed una temperatura di 19,3° di 800 €: insomma con i contabilizzatori di calore montati su vecchi impianti rammodernati si corre anche il rischio di pagare di più e di stare al freddo. [/QUOTE]
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