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Plusvalenze di terreni suscettibili di edificabilità ceduti a titolo oneroso
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<blockquote data-quote="tenerife" data-source="post: 27523" data-attributes="member: 6100"><p>Buongiorno a tutti.</p><p>Desidero attirare la vostra attenzione e competenza sul quesito in oggetto, quesito dalle mille sfaccettature.</p><p>A giugno 2005 ho venduto a Roma un terreno di 13.500 mq. All'epoca esso ricadeva all'interno della zona industriale L1 (grande industria) del PRG (in vigore dal 1962), le cui norme imponevano un lotto minimo di 15.000mq per poter edificare. All'interno di questo terreno (accatastato come terreno agricolo) c'era l'abitazione principale ed i suoi annessi di pertinenza. L'abitazione è stata costruita nel 1925 da mio nonno. Il terreno è stato erditato da mio padre e sua sorella nel 1975, a seguito di ciò, sono state pagate tasse di successione, INVIM e tutto quanto dovuto su un valore dichiarato e all'epoca ritenuto congruo dal Ministero delle Finanze, il quale scrive chiaramente di abitazione con pertinenze e terreno senza mai riferirsi ad un contesto edificabile pur essendo all'epoca in vigore lo stesso PRG che era in vigore al momento della vendita. Faccio questa precisazione perchè le norme tecniche di attuazione impediscono l'esistenza di abitazioni all'interno di una destinazione L1. L'agenzia delle entrate mi ha invitato a comparire con tutta la documentazione in mio possesso per acquisire elementi necessari per quantificare la tassa di plusvalenza visto che secondo l'agenzia il terreno è da considerarsi edificabile. Tale richiesta -seppure a livello ricognitivo- mi è pervenuta a distanza di 5 anni e mezzo dal rogito. Il punto è: Esiste un termine entro il quale l'Agenzia delle Entrate può richiedere questa tassa, e di contro ne esiste uno entro il quale non è più ammissibile? Ammesso che sia riconosciuta l'edificabilità, a quanto pare l'agenzia delle entrate sta applicando i criteri del decreto Bersani che nello specifico, essendo una norma di interpretazione autentica, per tale viene ritenuta (e più sentenze l'hanno confemato) retroattiva sia per ciò che concerne la definizione di "suscettibile di edificabilità" sia per l'aspetto fiscale che ne consegue. Solo di recente, nel 2008, la Commissione Tributaria Regionale dell'Emilia Romagna ha dichiarato incostituzionale -motivandolo- tale norma facendone così venir meno gli effetti retroattivi. Ciò mi rende leggermente più ottimista...</p><p>Qualora l'Agenzia delle Entrate fosse -comunque- in diritto e nei termini per richiedere tale tassa, sappiate che accetto qualsiasi Vostro ulteriore consiglio e informazione utili a "demolire" la tesi dell'edificabilità; il prossimo 8 novembre dovrò confrontarmi nuovamente con il funzionario dell'agenzia che ha tutte le intenzioni di volermi tassare.</p><p>Grazie e buona giornata a tutti.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="tenerife, post: 27523, member: 6100"] Buongiorno a tutti. Desidero attirare la vostra attenzione e competenza sul quesito in oggetto, quesito dalle mille sfaccettature. A giugno 2005 ho venduto a Roma un terreno di 13.500 mq. All'epoca esso ricadeva all'interno della zona industriale L1 (grande industria) del PRG (in vigore dal 1962), le cui norme imponevano un lotto minimo di 15.000mq per poter edificare. All'interno di questo terreno (accatastato come terreno agricolo) c'era l'abitazione principale ed i suoi annessi di pertinenza. L'abitazione è stata costruita nel 1925 da mio nonno. Il terreno è stato erditato da mio padre e sua sorella nel 1975, a seguito di ciò, sono state pagate tasse di successione, INVIM e tutto quanto dovuto su un valore dichiarato e all'epoca ritenuto congruo dal Ministero delle Finanze, il quale scrive chiaramente di abitazione con pertinenze e terreno senza mai riferirsi ad un contesto edificabile pur essendo all'epoca in vigore lo stesso PRG che era in vigore al momento della vendita. Faccio questa precisazione perchè le norme tecniche di attuazione impediscono l'esistenza di abitazioni all'interno di una destinazione L1. L'agenzia delle entrate mi ha invitato a comparire con tutta la documentazione in mio possesso per acquisire elementi necessari per quantificare la tassa di plusvalenza visto che secondo l'agenzia il terreno è da considerarsi edificabile. Tale richiesta -seppure a livello ricognitivo- mi è pervenuta a distanza di 5 anni e mezzo dal rogito. Il punto è: Esiste un termine entro il quale l'Agenzia delle Entrate può richiedere questa tassa, e di contro ne esiste uno entro il quale non è più ammissibile? Ammesso che sia riconosciuta l'edificabilità, a quanto pare l'agenzia delle entrate sta applicando i criteri del decreto Bersani che nello specifico, essendo una norma di interpretazione autentica, per tale viene ritenuta (e più sentenze l'hanno confemato) retroattiva sia per ciò che concerne la definizione di "suscettibile di edificabilità" sia per l'aspetto fiscale che ne consegue. Solo di recente, nel 2008, la Commissione Tributaria Regionale dell'Emilia Romagna ha dichiarato incostituzionale -motivandolo- tale norma facendone così venir meno gli effetti retroattivi. Ciò mi rende leggermente più ottimista... Qualora l'Agenzia delle Entrate fosse -comunque- in diritto e nei termini per richiedere tale tassa, sappiate che accetto qualsiasi Vostro ulteriore consiglio e informazione utili a "demolire" la tesi dell'edificabilità; il prossimo 8 novembre dovrò confrontarmi nuovamente con il funzionario dell'agenzia che ha tutte le intenzioni di volermi tassare. Grazie e buona giornata a tutti. [/QUOTE]
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