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Nuove Normative, Disegni e Proposte di Legge
Proposta legislativa puntando sulla leva fiscale per far ripartire il paese
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<blockquote data-quote="Ennio Alessandro Rossi" data-source="post: 169378" data-attributes="member: 4594"><p>Ho ricevuto l'invito dal ns. apprezzato marco-idealista di (ri) postare qui questo mio intervento per sottoporlo a piu' ampia critica ; volentieri provvedo.( non me ne vorranno quelli che l'anno già visionata)</p><p> </p><p>PROPOSTA LEGISLATIVA - PER FAR RIPARTIRE IL PAESE</p><p>(inviata ai componenti della Commissione Attività produttive della Camera )</p><p> </p><p>Gentile onorevole, sono un professionista e non amo far perdere tempo ne cerco notorietà ne esibizionismi ma la proposta legislativa che ho elaborato potrebbe portare un notevole slancio alla ripresa. Gliela illustro</p><p>Di pochi giorni fà, sul Il Sole 24 ore, la notizia che i fallimenti immobiliari sono raddoppiati. Cio’ è sintomo di una crisi grave e crescente. Eppure se il Legislatore si svegliasse e fosse aperto alle proposizioni esterne questo Paese potrebbe anche riprendersi .</p><p>Il settore edile traina 28 settori portanti dell’economia su 36 ; se riparte l’edilizia riparte il Paese . Non è il caso di costruire nuovi carrozzoni ma recuperare fabbricati energivori puntando sulla leva fiscale <u>SI PUO' FARE . ECCO COME .</u></p><p> </p><p>La proposta seguente punta al “ bersaglio grosso”, ossia al quel 70% di unità abitative obsolete , energivore , che per la maggior parte appartengono a privati cittadini .</p><p> </p><p><strong>CONCETTUALMENTE </strong>la proposta prevede la possibilità per l’ impresa di costruzione di acquistare in proprio da un privato una unità abitativa da sottoporre a ristrutturazione pagando un imposta unica di registro dell’ <strong>0,1%</strong> complessiva, <strong>contro l’ attuale 10%</strong>. (imposta registro, catastali, ipotecarie). Lo Stato non subirebbe alcuna perdita fiscali, anzi ci guadagnerebbe come piu’ avanti si leggerà .</p><p>In pratica se l’impresa oggi comperasse una unità abitativa di 200.000,00 euro da un privato pagherebbe 20.000,00 euro di imposte (visto che in tal caso non funziona il c.d. prezzo valore ) ; secondo la proposta ne pagherebbe 200,00; ne resterebbero 19.800,00 da indirizzare all’intervento manutentivo. Per contro l’impresa dovrebbe impegnarsi al rispetto delle normative sulla sicurezza del lavoro, antisismica, paesaggistica, al contenimento energetico, <strong>a rivendere </strong>l’ unità abitativa entro 5 anni al consumatore finale , all’onere di sottoporre a valutazione di congruità preventiva il costo dell’unità acquistata dal privato (norma antielusiva atta ad evitare la lievitazione artificiale del costo) .</p><p> </p><p><strong>Le agevolazioni</strong> dovrebbero consistere oltre all ’ alleggerimento dell’imposta di registro come già illustrato, nella inequivoca possibilità di detrarre l’IVA pagata a fronte di fatture di fornitori di beni e servizi , nel forte alleggerimento degli oneri di urbanizzazione e/o costi di costruzione da parte del Comune che pure dovrebbe fare la sua parte.</p><p>La norma potrebbe essere estesa a qualsiasi impresa ,anche non di costruzione (che potrebbe operare previo appalto a terzi) , purchè sia prevista la tenuta della contabilità separata, isolando costi (a detraibilità IVA al 100% ) e ricavi (IVA a debito al 100% ) relativi all'intervento edilizio; potrebbe anche essere allargata al privato investitore che volesse eseguire una “prestazione occasionale” conferendo appalto ad un impresa di costruzione rispettosa dei criteri già illustrati; il privato potrebbe persino trattenersi i vantaggi fiscali del 65% in caso di rivendita, facoltà lui concessa da una recente normativa . in questo caso il reddito potrebbe essere tassato con una cedolare secca. Potrebbe essere altresì introdotta una nuova norma forma di “società snella” economica e dedicata al singolo affare ossia all’ immobile del privato oggetto di apporto : “io privato apporto l’ immobile che concordemente stimiamo 70, tu impresa ti impegni ad eseguire lavori per 30 secondo un preciso capitolato; quando vendiamo l’unità immobiliare l’utile lo dividiamo in proporzione” . L’importanza di costituire una società snella “ad hoc” trova ragione nel fatto che cosi’ facendo il privato non verrà coinvolto nel possibile dissesto che l’impresa potesse subire per affari diversi da quello in questione .(se non ci fossero pericoli di insolvenza alternativamente si potrebbe ricorrere al “contratto di associazione in partecipazione” con solo apporto di capitale da parte del privato )</p><p> </p><p><strong><u>In sintesi: vantaggi per tutti</u></strong>, : L'erario vedrebbe aumentare il proprio gettito in misura considerevole : incasserebbe le imposte indirette (IVA o registro ) all'atto del passaggio del bene al consumatore finale (si tratta in sostanza di una sospensione della riscossione al massimo per un quinquennio oltre il quale l’imprenditore si autofatturata o il privato versa la differenza dell’imposta di registro beneficiata all’origine ) , un aumento del reddito dell'impresa costruttrice porterebbe altro incremento di gettito da imposizione diretta (IRPEF-IRES ) . La collettività beneficerebbe del recupero del patrimonio edilizio dissestato ed <u>energivoro</u>; ed inoltre, vantaggi per l'ambiente, vantaggi dalla sottrazione dei terreni alla cementificazione ,nuovi posti di lavoro nell' edilizia e nell' indotto; aumento dell’ IRPEF/dipendenti e della contribuzione previdenziale; incremento del PIL , attrazione produttiva dei risparmi (che ammontano a 4000 miliardi di euro ) aumento del valore immobiliare del Paese (oggi sopravvalutato ) , nessun rischio di delocalizzazione delle imprese .</p><p>D’altro canto vale la pena di provare visto che l’alternativa al momento sarebbe il perdurante immobilismo.</p><p> </p><p><u>APPENDICE </u></p><p>In fatto si tratta di mutuare da una norma simile già vigente mai funzionata perchè relegata a realtà ristretta e limitante ( effetto pro-rata) .</p><p>La norma di riferimento vigente è quella disciplinata<u>dal dpr 131/86 ,articolo 1.Tariffa, Parte I.ma<strong>, </strong></u>che testualmente recita<strong> : </strong></p><p>Compete Imposta ridotta all’ 1%: "Se il trasferimento avente per oggetto fabbricati o porzione di fabbricato<u> è esente dall’ IVA ai sensi dell’art. 10 primo comma</u>, numero 8-bis, del Dpr 633/72 ed è effettuato nei confronti di imprese che hanno per oggetto esclusivo o principale dell’attività esercitata la rivendita di beni immobili, a condizione che nell’atto l’acquirente (n.d.A: società) dichiari che intende trasferirli entro tre anni”</p><p>Ringrazio per l’attenzione . CORDIALMENTE</p><p>Ennio Alessandro Rossi, commercialista in Brescia</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Ennio Alessandro Rossi, post: 169378, member: 4594"] Ho ricevuto l'invito dal ns. apprezzato marco-idealista di (ri) postare qui questo mio intervento per sottoporlo a piu' ampia critica ; volentieri provvedo.( non me ne vorranno quelli che l'anno già visionata) PROPOSTA LEGISLATIVA - PER FAR RIPARTIRE IL PAESE (inviata ai componenti della Commissione Attività produttive della Camera ) Gentile onorevole, sono un professionista e non amo far perdere tempo ne cerco notorietà ne esibizionismi ma la proposta legislativa che ho elaborato potrebbe portare un notevole slancio alla ripresa. Gliela illustro Di pochi giorni fà, sul Il Sole 24 ore, la notizia che i fallimenti immobiliari sono raddoppiati. Cio’ è sintomo di una crisi grave e crescente. Eppure se il Legislatore si svegliasse e fosse aperto alle proposizioni esterne questo Paese potrebbe anche riprendersi . Il settore edile traina 28 settori portanti dell’economia su 36 ; se riparte l’edilizia riparte il Paese . Non è il caso di costruire nuovi carrozzoni ma recuperare fabbricati energivori puntando sulla leva fiscale [U]SI PUO' FARE . ECCO COME .[/U] La proposta seguente punta al “ bersaglio grosso”, ossia al quel 70% di unità abitative obsolete , energivore , che per la maggior parte appartengono a privati cittadini . [B]CONCETTUALMENTE [/B]la proposta prevede la possibilità per l’ impresa di costruzione di acquistare in proprio da un privato una unità abitativa da sottoporre a ristrutturazione pagando un imposta unica di registro dell’ [B]0,1%[/B] complessiva, [B]contro l’ attuale 10%[/B]. (imposta registro, catastali, ipotecarie). Lo Stato non subirebbe alcuna perdita fiscali, anzi ci guadagnerebbe come piu’ avanti si leggerà . In pratica se l’impresa oggi comperasse una unità abitativa di 200.000,00 euro da un privato pagherebbe 20.000,00 euro di imposte (visto che in tal caso non funziona il c.d. prezzo valore ) ; secondo la proposta ne pagherebbe 200,00; ne resterebbero 19.800,00 da indirizzare all’intervento manutentivo. Per contro l’impresa dovrebbe impegnarsi al rispetto delle normative sulla sicurezza del lavoro, antisismica, paesaggistica, al contenimento energetico, [B]a rivendere [/B]l’ unità abitativa entro 5 anni al consumatore finale , all’onere di sottoporre a valutazione di congruità preventiva il costo dell’unità acquistata dal privato (norma antielusiva atta ad evitare la lievitazione artificiale del costo) . [B]Le agevolazioni[/B] dovrebbero consistere oltre all ’ alleggerimento dell’imposta di registro come già illustrato, nella inequivoca possibilità di detrarre l’IVA pagata a fronte di fatture di fornitori di beni e servizi , nel forte alleggerimento degli oneri di urbanizzazione e/o costi di costruzione da parte del Comune che pure dovrebbe fare la sua parte. La norma potrebbe essere estesa a qualsiasi impresa ,anche non di costruzione (che potrebbe operare previo appalto a terzi) , purchè sia prevista la tenuta della contabilità separata, isolando costi (a detraibilità IVA al 100% ) e ricavi (IVA a debito al 100% ) relativi all'intervento edilizio; potrebbe anche essere allargata al privato investitore che volesse eseguire una “prestazione occasionale” conferendo appalto ad un impresa di costruzione rispettosa dei criteri già illustrati; il privato potrebbe persino trattenersi i vantaggi fiscali del 65% in caso di rivendita, facoltà lui concessa da una recente normativa . in questo caso il reddito potrebbe essere tassato con una cedolare secca. Potrebbe essere altresì introdotta una nuova norma forma di “società snella” economica e dedicata al singolo affare ossia all’ immobile del privato oggetto di apporto : “io privato apporto l’ immobile che concordemente stimiamo 70, tu impresa ti impegni ad eseguire lavori per 30 secondo un preciso capitolato; quando vendiamo l’unità immobiliare l’utile lo dividiamo in proporzione” . L’importanza di costituire una società snella “ad hoc” trova ragione nel fatto che cosi’ facendo il privato non verrà coinvolto nel possibile dissesto che l’impresa potesse subire per affari diversi da quello in questione .(se non ci fossero pericoli di insolvenza alternativamente si potrebbe ricorrere al “contratto di associazione in partecipazione” con solo apporto di capitale da parte del privato ) [B][U]In sintesi: vantaggi per tutti[/U][/B], : L'erario vedrebbe aumentare il proprio gettito in misura considerevole : incasserebbe le imposte indirette (IVA o registro ) all'atto del passaggio del bene al consumatore finale (si tratta in sostanza di una sospensione della riscossione al massimo per un quinquennio oltre il quale l’imprenditore si autofatturata o il privato versa la differenza dell’imposta di registro beneficiata all’origine ) , un aumento del reddito dell'impresa costruttrice porterebbe altro incremento di gettito da imposizione diretta (IRPEF-IRES ) . La collettività beneficerebbe del recupero del patrimonio edilizio dissestato ed [U]energivoro[/U]; ed inoltre, vantaggi per l'ambiente, vantaggi dalla sottrazione dei terreni alla cementificazione ,nuovi posti di lavoro nell' edilizia e nell' indotto; aumento dell’ IRPEF/dipendenti e della contribuzione previdenziale; incremento del PIL , attrazione produttiva dei risparmi (che ammontano a 4000 miliardi di euro ) aumento del valore immobiliare del Paese (oggi sopravvalutato ) , nessun rischio di delocalizzazione delle imprese . D’altro canto vale la pena di provare visto che l’alternativa al momento sarebbe il perdurante immobilismo. [U]APPENDICE [/U] In fatto si tratta di mutuare da una norma simile già vigente mai funzionata perchè relegata a realtà ristretta e limitante ( effetto pro-rata) . La norma di riferimento vigente è quella disciplinata[U]dal dpr 131/86 ,articolo 1.Tariffa, Parte I.ma[B], [/B][/U]che testualmente recita[B] : [/B] Compete Imposta ridotta all’ 1%: "Se il trasferimento avente per oggetto fabbricati o porzione di fabbricato[U] è esente dall’ IVA ai sensi dell’art. 10 primo comma[/U], numero 8-bis, del Dpr 633/72 ed è effettuato nei confronti di imprese che hanno per oggetto esclusivo o principale dell’attività esercitata la rivendita di beni immobili, a condizione che nell’atto l’acquirente (n.d.A: società) dichiari che intende trasferirli entro tre anni” Ringrazio per l’attenzione . CORDIALMENTE Ennio Alessandro Rossi, commercialista in Brescia [/QUOTE]
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