Manolesta

Membro Junior
Proprietario Casa
Salve a tutti!

Sto ristrutturando un piccolo appartamento di proprietà per metterlo a reddito, cioè concederlo in locazione.

L'inquilino tipo nella zona è una famiglia di 3-4 persone, con reddito medio-basso; raramente resta nello stesso appartamento per più di 5-6 anni.

L'appartamento che sto allestendo non avrà il riscaldamento in quanto non necessario, ma immagino dovrò garantire in qualche modo la produzione di acqua calda sanitaria.

Nell'unico bagno farò predisporre tutti gli attacchi per un boiler elettrico, in modo che l'inquilino possa acquistarne uno e installarlo (a sue spese s'intende).

Considerando che i boiler elettrici consumano molto e che la zona è già servita dal gas di città, alcuni potenziali inquilini mi hanno fatto capire che preferirebbero utilizzare uno scaldabagno a gas da installare sul balcone. Un tipo addirittura vorrebbe installare uno scaldabagno a gas sul balcone e collegarlo a una bombola di gas.

Per venire incontro a queste esigenze potrei senz'altro far installare un tubo in grado di condurre l'acqua calda dal balcone (dove può essere installata la caldaia) al bagno, ma non intendo certo sobbarcarmi le spese per l'allaccio alla rete del gas, per l'acquisto della caldaia e per la sua manutenzione/sostituzione.

Per come la vedo, l'inquilino potrà accontentarsi di usare un boiler elettrico oppure pagarsi l'allaccio alla rete del gas, acquistare uno scaldabagno a gas e fare tutte le manutenzioni. Naturalmente alla fine della locazione potrà portarsi via lo scaldabagno. L'inquilino successivo si ritroverà il contatore già installato e potrà decidere di accontentarsi del boiler elettrico oppure acquistare una caldaia e attivare un contratto gas con qualche operatore.

In linea di massima, intendo proibire agli inquilini di usare scaldabagni a gas alimentati con bombole per questioni di sicurezza: o si allacciano alla rete del gas o si affidano al boiler elettrico.

Voi come vi comportate quando locate un appartamento? Fornite allaccio al gas e caldaia? Fornite solo la predisposizione per il boiler elettrico? Permettete di utilizzare bombole per alimentare scaldabagni a gas?

Preciso che trattasi di locazione di un appartamento non ammobiliato.

Grazie
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
Voi come vi comportate quando locate un appartamento?
Confermo che quando il nucleo familiare del conduttore è composto da 3 o 4 o più persone, è gradito lo scaldabagno a gas per produrre l'acqua calda nel bagno e in cucina (perché la bolletta dell'energia elettrica sarebbe troppo costosa).

Io installo a mie spese la caldaietta a gas per l'acqua calda sanitaria (il riscaldamento è condominiale centralizzato con termovalvole e contabilizzatori del calore), mentre è a carico dell'inquilino la pulizia periodica e la manutenzione ordinaria; oltre ovviamente al contratto di erogazione col fornitore del gas e di tutte le altre utenze.
L'installazione viene fatta all'esterno da un tecnico che rilascia la relativa certificazione di conformità e regolarità dell'impianto.

Non mi è stato mai chiesto di utilizzare delle bombole del gas (si tratta di appartamenti in condomini metanizzati): penso non ne autorizzerei l'utilizzo per motivi di sicurezza.

Se ci fosse il boiler elettrico secondo me vale lo stesso principio: installazione a carico del proprietario. Perché è obbligo del locatore mantenere la casa locata "in stato da servire all'uso convenuto" (art. 1575 Cod.Civ).
Questo vale anche per il riscaldamento: sei proprio sicuro che la casa sia abitabile senza?
 

Manolesta

Membro Junior
Proprietario Casa
La casa si trova al sud e ha un'ottima esposizione, finestre piccoli e muri spessi. Essendo piccolina (50 mq), immagino che anche una stufetta elettrica possa garantire una temperatura ottimale nei mesi invernali. Inoltre penso che all'inquilino convenga installare un paio di condizionatori in modo da utilizzarli sia in estate che in inverno.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Certamente, le pompe di calore assolvono ottimamente al compito, sia nelle stagioni calde, che fredde. Hanno un'ottima resa e non si deve realizzare il collegamento alla rete del gas, se esiste sotto casa.
 

Manolesta

Membro Junior
Proprietario Casa
Sì, le pompe di calore sarebbero un'ottima soluzione. L'inquilino potrebbe installarle a sue spese e portarsele via quando finisce il rapporto.

Comunque stavo proprio adesso discutendo con un amico, il quale sostiene che un'abitazione per legge dovrebbe essere fornita all'inquilino con un sistema di riscaldamento già in essere. Io però constato che l'Italia è piena di case vecchie/antiche prive di termosifoni, dove quindi bisogna ricorrere a sistemi alternativi, spesso alimentati con energia elettrica.

Mi pare preferibile precisare in contratto che l'abitazione è sprovvista di riscaldamento e che di conseguenza l'inquilino, se vuole riscaldarsi, potrà utilizzare una delle tante soluzioni oggi sul mercato (es. pompe di calore), facendo ovviamente installazione e manutenzione a sue spese e rimuovendo il tutto a locazione finita.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Essendo piccolina (50 mq),
L'inquilino tipo nella zona è una famiglia di 3-4 persone
4 persone in 50 mq è da stare fuori tutto il giorno e rincasare solo per dormire. Non è una casa da abitare.
Mi pare preferibile precisare in contratto che l'abitazione è sprovvista di riscaldamento
si può fare
di conseguenza l'inquilino, se vuole riscaldarsi, potrà utilizzare una delle tante soluzioni oggi sul mercato (es. pompe di calore), facendo ovviamente installazione e manutenzione a sue spese e rimuovendo il tutto a locazione finita.
questo è già più discutibile.
Innanzitutto per cucinare l'inquilino usa il gas o le piastre elettriche o le piastre ad induzione?
Se usa il gas ci dovrà essere l'impianto che porta il gas in cucina. Sarà quindi più facile portare un tubo sul balcone per alimentare una caldaia che dia ACS ma che alimenti anche dei radiatori (il prezzo di acquisto è quasi lo stesso). Anche se la casa è nel meridione il riscaldamento deve essere erogato dal 1/12 al 31/03 per 8 ore al giorno non consecutive; chiaramente trattandosi di un riscaldamento autonomo uno può fare un pò quello che vuole e se sgarra è difficile da individuare.
Il riscaldamento a gas è senz'altro meno oneroso del riscaldamento elettrico e se la famiglia ha un reddito medio basso dovrà fare prima i suoi conti.
Anche la produzione di ACS con scaldacqua elettrici è più onerosa di quella con scaldabagni a gas. Tra l'altro anche con uno scaldacqua elettrico di grande capacità non si riesce a far fare la doccia a 4 persone in sequenza: l'ultimo avrà l'acqua fredda. Quindi questo porterà ad una turnazione delle pulizie corporali due alla mattina e due alla sera. Inoltre, con i contatori standard tarati a 3 kWh, quando sarà acceso lo scaldacqua elettrico non si potrà far andare nessun altro elettrodomestico: non si potrà stirare, far funzionare il forno a micronde, usare la lavapiatti; ti lascio immaginare la pompa di calore per riscaldare l'ambiente.
Una casa che conta solo sull'energia elettrica deve essere dotata di sistemi alternativi di approvvigionamento elettrico vedi pannelli solari fotovoltaico ecc... ecc... .
 

casanostra

Membro Assiduo
Proprietario Casa
Mi spieghi come risolvi il problema dell'APE?
Tu devi consegnare l'immobile con un certificato APE e devi riportare sul contratto che lo hai consegnato al conduttore ancor prima la firma del contratto.
Se il conduttore entrando installa una pompa di calore per il riscaldamento e per il raffrescamento, questo fa decadere la validità dell'APE e quindi va rifatto. Chi lo paga?
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
l'ape SI PUO' FARE ANCHE SENZA RISCALDAMENTO, purchè sia stato fatto da un tecnico abilitato
ma la domanda di @casanostra era se l'inquilino mette un sistema di climatizzazione (sia per riscaldare che per raffrescare) cambia l' APE chi lo paga?
Io direi che l'APE è sempre a carico del Proprietario di casa: l'APE dura 10 anni o quanto decide il tecnico qualificato. Se è il proprietario che fa le modifiche dovrà rifare l' APE solo se le modifiche rimangono installate e parte un nuovo contratto di affitto. Se le modifiche di climatizzazione e di ACS le fa l'inquilino con l'autorizzazione a portarsi via i macchinari, una volta rilasciato l'appartamento, l' APE rimane quella in vigore.
 

Gagarin

Membro Assiduo
Professionista
Io sostengo DA SEMPRE (vedi le mie risposte a numerose domande di questo genere) che il locatore, anche se non proprio obbligato (basta che riporti il tutto sul contratto), potrebbe almeno predisporre gli impianti (condutture per acqua fredda e calda; predisposizione per caldaia elettrica o a gas) per il riscaldamento e per l'acqua calda sanitaria. Per la caldaia (elettrica o a gas), invece, dovrà prendere accordi col conduttore: io, per esempio, la fornisco, ma specifico, nel contratto, che essa è una sorta di "regalo di benvenuto" e che tutte le spese ordinarie e straordinarie, financo al cambio dell'apparecchio in caso di guasto irriparabile, spetteranno al conduttore. Per quanto riguarda l'allaccio del gas, a mio parere spetta al conduttore, ma il locatore dovrebbe/potrebbe predisporre l'impianto di distribuzione nell'immobile; in genere la società distributrice porta un tubo vicino ad ogni abitazione: da lì in poi dell'impianto dovrà farsene carico il proprietario dell'immobile (ma se stai ristrutturando, non costa nulla mettere qualche tubo in più): il conduttore chiederà, a suo carico, l'allaccio e l'istallazione del contatore.
 

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