uva

Membro Storico
Proprietario Casa
un transitorio, disciplinato dal primo comma dell’art.5 della 431 e dal dm 16 gennaio 2017 (min. 1 giorno – max 18 mesi) che, però, non beneficia delle agevolazioni fiscali degli agevolati
Mi risulta che i contratti transitori a canone concordato - art. 5, c. 1 - relativi ad immobili ubicati in Comuni ad alta tensione abitativa (nel caso in questione stiamo parlando di una casa a Roma) possono beneficiare dell'aliquota agevolata 10% in caso di opzione per la cedolare secca.
Come specificato nella circolare Ag. Entrate 8/E del 2017.
 

enricone

Membro Attivo
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Grazie a tutti per consigli e pareri.

Vorrei affittare a canone concordato usufruendo della cedolare secca al 10%

Sembra che un'opzione possa essere un contratto transitorio a canone concordato (non specifico per studenti).

Da quanto capisco questi contratti possono essere fatti in regime di cedolare secca (grazie UVA) ma non fruiscono delle agevolazioni IRPEF e registro.

Alternativamente potrei provare un contratto transitorio per studenti riportando la residenza dello studente prima di cominciare il corso di laurea.

Questa potrebbe essere un'opzione rischiosa, anche se credo rientri nello spirito (se non nella lettera) della legge.

Voi che fareste?
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
Vorrei affittare a canone concordato usufruendo della cedolare secca al 10%
Quindi le possibilità si limitano ai contratti concordati, che usufruiscono della cedolare secca agevolata 10%:

1) Contratto transitorio (non specifico per studenti);
2) Contratto concordato 3 + 2;
3) Contratto per studenti universitari, a condizione che prima di stipularlo il conduttore sposti la sua residenza anagrafica in un altro Comune (eventualmente presso i genitori). Dopo potrà registrarla nell'immobile locato.

La scelta dipende essenzialmente dalla durata del contratto che deciderete di comune accordo, contemperando le esigenze del locatore/studente e direi soprattutto le tue.

Perché se, ad esempio, scegliete un concordato 3 + 2 tu ti impegni come minimo per 3 anni (per 5 se alla scadenza del triennio non ti troverai in una delle condizioni richieste per evitare il rinnovo biennale).
Se invece scegliete un transitorio, la durata max è di 18 mesi.
Quello per studenti si può modulare nei limiti di legge (min 6 mesi, max 36 mesi) considerando però che alla prima scadenza il rinnovo è automatico per ugual durata se non viene disdetto dal conduttore.

Io come locatore normalmente stipulo contratti per studenti universitari che, come avevo scritto nel post n. #7, in genere mantengono la residenza presso le loro famiglie. Per loro (per i loro genitori se i figli sono a carico) c'è il vantaggio della detrazione fiscale, che in genere è apprezzato.
 

enricone

Membro Attivo
Proprietario Casa
Grazie UVA, post informativo e molto apprezzato.

Lo studente in questione vuole mantenere la residenza a Roma perche' cosi' percepisce il Reddito di Cittadinanza, che credo non gli sarebbe accessibile se avesse la residenza dai genitori.

Da quanto ho capito, qualunque studente con residenza diversa da quella dei suoi genitori puo', se non ha altre entrate, percepire il RdC.

Tralasciando le questioni etiche e politiche, questo crea un grosso incentivo per avere la residenza nella casa affittata fuori sede.

La situazione potrebbe cambiare con il nuovo governo ma per ora e' cosi'.
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
Tralasciando le questioni etiche e politiche
Pur tralasciandole, rilevo che evidentemente non si possono avere tante agevolazioni tutte insieme!

Non sono informata sulle regole del RdC e mi pare di capire che quello studente non voglia far parte di un unico nucleo familiare con i suoi genitori perché il reddito di quel nucleo lo escluderebbe dal Rdc. Probabilmente è questo il motivo di mantenere residenze diverse.

Forse nella vostra situazione è opportuno stipulare un contratto transitorio (non per studenti universitari).
Prova a chiedere al Sindacato al quale lo sottoporrai per l'asseverazione se la motivazione dell'esigenza transitoria dello studente è valida, e se effettivamente hai diritto alla cedolare secca 10%.
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
Lo studente in questione vuole mantenere la residenza a Roma perche' cosi' percepisce il Reddito di Cittadinanza, che credo non gli sarebbe accessibile se avesse la residenza dai genitori.
Il figlio maggiorenne, non convivente con i genitori, fa parte di un nucleo ai fini ISEE diverso da quello dei genitori se ricorre almeno una delle seguenti condizioni:
- è di età maggiore o uguale a 26 anni;
- non è a carico dei genitori ai fini IRPEF;
- è coniugato e/o con figli.
Quindi, il figlio maggiorenne non convivente con i genitori fa parte del nucleo familiare dei genitori se è di età inferiore a 26 anni, è nella condizione di essere
a loro carico a fini IRPEF, non è coniugato e non ha figli.
 

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