Seth

Membro Attivo
Proprietario Casa
l'amministratore deve chiedere che gli venga consegnata l'autocertificazione (diamo un nome alla comunicazione scritta che io avevo dato all'amministratore di mio padre, con generalità, C.F., residenza, recapiti, la dichiarazione che ero unica erede...) da parte dell'erede o degli eredi. Questo ai sensi dell'Art. 1130 del Codice Civile: "Ogni variazione dei dati deve essere comunicata all'amministratore in forma scritta entro sessanta giorni".
Quali sarebbero le conseguenze, rispettivamente, dell’omessa o falsa comunicazione?
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
Quali sarebbero le conseguenze, rispettivamente, dell’omessa o falsa comunicazione?
Art. 1130, n. 6) c.c.:
[...]
L'amministratore, in caso di inerzia, mancanza o incompletezza delle comunicazioni, richiede con lettera raccomandata le informazioni necessarie alla tenuta del registro di anagrafe. Decorsi trenta giorni, in caso di omessa o incompleta risposta, l'amministratore acquisisce le informazioni necessarie, addebitandone il costo ai responsabili;
 

Seth

Membro Attivo
Proprietario Casa
Bé, in un certo senso è chiaro che si appesantisce un po' tale burocrazia tuttavia tali passaggi sono fondamentali soprattutto in funzione del futuro pagamento da parte degli/ll'eredi/e del 'de cuius', altrimenti, se quest'ultimi volessero 'pescare nel torbido' o 'fare i furbi' semmai per le elevate spese che l'amministratore pone loro davanti, potrebbero sempre affermare che nessuno mai ha notificato loro eventuali riunioni condominiali oppure rinnegare un loro delegato senza alcuna legittimità da parte proprio degli eredi.
La sentenza già citata da @Elisabetta48 ha dato torto all’erede che ha provato a cavalcare questa tesi.

in assenza di una qualche comunicazione all’amministrazione condominiale, l’erede non può contestare il vizio di omessa convocazione ad una riunione assembleare, né opporsi al decreto ingiuntivo richiesto per mancato pagamento di oneri condominiali.

L’attore, infatti, ha pur sempre l’onere di dimostrare il vizio di costituzione: nel senso, però, non già di non aver materialmente ricevuto la comunicazione cui aveva senz’altro diritto (perché sarebbe, semmai, è il condominio a dover provare di avergliela inviata e di averla recapitata al suo indirizzo), ma di essere egli effettivamente tra coloro che devono essere regolarmente invitati alla riunione. Tale prova è impossibile però
se l’erede non ha comunicato la sua esistenza all’amministratore.

 

gildo

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
E' questa la parte da sistemare.

Se il tizio si presenta alla prossima assemblea, a mio parere:

1. l'amministratore deve chiedere che gli venga consegnata l'autocertificazione (diamo un nome alla comunicazione scritta che io avevo dato all'amministratore di mio padre, con generalità, C.F., residenza, recapiti, la dichiarazione che ero unica erede...) da parte dell'erede o degli eredi. Questo ai sensi dell'Art. 1130 del Codice Civile: "Ogni variazione dei dati deve essere comunicata all'amministratore in forma scritta entro sessanta giorni".

2. tu come presidente gli chiedi la delega firmata dall'erede

Non puoi chiedergli altro, tanto più se non sei tu l'amministratore. Penso che ti metteresti dalla parte del torto.

Il Codice Civile, correggetemi se sbaglio, prescrive la consegna di documentazione solo nel caso di cui all'art. 63 delle Disposizioni attuative:
"Chi cede diritti su unità immobiliari resta obbligato solidalmente con l'avente causa per i contributi maturati fino al momento in cui è trasmessa all'amministratore copia autentica del titolo che determina il trasferimento del diritto". Mai sentito dire che questo sia il caso di un defunto e comunque il titolo non va certo consegnato al presidente dell'assemblea ma solo all'amministratore..

Stato di famiglia? Magari ha ereditato un estraneo. Dichiarazione di successione? Non fa testo. Documento sul titolare della proprietà? Magari gli eredi stanno vendendo e sono pratiche lunghe. E comunque tale atto non è richiesto. Apprezza invece che qualcuno viene all'assemblea .
ripeto ciò che ho già detto: e se alla fine chi deve pagare non paga poiché non riconosce il delegato poiché non c'è stata alcuna comunicazione di erede da parte della famiglia del 'de cuius'?
 

Elisabetta48

Membro Senior
Proprietario Casa
ripeto ciò che ho già detto
Anche io ripeto ciò che ho detto: il primo passo è che gli eredi facciano la comunicazione all'amministratore (senza dover allegare documentazione).
Solo allora si passa al mio punto 2: accettare la delega

Se gli eredi non mandano nessuna comunicazione all'amministratore, il presunto delegato non può essere accettato in assemblea, neanche se si presentasse con mille certificazioni in mano, e gli si spiega il perchè.

Ti ripeto anche l'articolo del Codice Civile ricordato da @Nemesis :

L'amministratore, in caso di inerzia, mancanza o incompletezza delle comunicazioni, richiede con lettera raccomandata le informazioni necessarie alla tenuta del registro di anagrafe. Decorsi trenta giorni, in caso di omessa o incompleta risposta, l'amministratore acquisisce le informazioni necessarie, addebitandone il costo ai responsabili.

Dal momento che comunque l'amministratore ora sa che il condomino è morto, cominci a mandare la lettera raccomandata. Se non conosce altri indirizzi la manderà a quello del de cuius. Passati 30 giorni, se non giunge nulla, comincerà a muoversi per acquisire le informazioni.

Non è chiedendo al delegato il giorno dell'assemblea delle documentazioni assurde che potete risolvere il problema
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Se gli eredi non mandano nessuna comunicazione all'amministratore, il presunto delegato non può essere accettato in assemblea
Formalmente hai ragione: praticamente è una posizione troppo drastica.
Nel caso del postante iniziale il nostro Op è un soggetto già conosciuto alla compagine condominiale. Magari il decesso è avvenuto poco prima della assemblea: avranno comunicato l’evento verbalmente, e non si esclude che abbia comunicato le nuove generalità proprio una occasione della assemblea all’amministratore generalmente presente.

Il fatto che si presenti qualcuno in genere è buon segno: significa che si hanno nuovi riferimenti.

Pensiamo al contrario: cosa può indagare il povero amministratore, non ricevesse alcuna comunicazione? Quanto tempo passerebbe prima di conoscere la destinazione dell’immobile?

Tre mesi più tempi burocratici se i chiamati nel possesso del bene rinunciano alla eredità.
Dieci anni (più burocrazia) se la rinuncia avviene “tacitamente”
Almeno un anno se qualcuno accetta e presenta successione e voltura
 

Seth

Membro Attivo
Proprietario Casa
Comunque che il delegato fosse già conosciuto come persona di fiducia del de cuius non implica che se lo sia anche degli eredi. Questi comunque potrebbero eccepire che il presunto delegato... non lo era. Se il delegato lo è realmente saprà come mettersi in contatto con i deleganti. E con i moderni mezzi di comunicazione non dovrebbe essere difficile per gli eredi, anche in brevissimo tempo, inviare una comunicazione scritta con cui si informa l’amministrazione.
 

gildo

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Formalmente hai ragione: praticamente è una posizione troppo drastica.
Nel caso del postante iniziale il nostro Op è un soggetto già conosciuto alla compagine condominiale. Magari il decesso è avvenuto poco prima della assemblea: avranno comunicato l’evento verbalmente, e non si esclude che abbia comunicato le nuove generalità proprio una occasione della assemblea all’amministratore generalmente presente.

Il fatto che si presenti qualcuno in genere è buon segno: significa che si hanno nuovi riferimenti.

Pensiamo al contrario: cosa può indagare il povero amministratore, non ricevesse alcuna comunicazione? Quanto tempo passerebbe prima di conoscere la destinazione dell’immobile?

Tre mesi più tempi burocratici se i chiamati nel possesso del bene rinunciano alla eredità.
Dieci anni (più burocrazia) se la rinuncia avviene “tacitamente”
Almeno un anno se qualcuno accetta e presenta successione e voltura
Ad integrazione delle informazioni sopra fornitevi a detto Forum la morte è avvenuta già un anno fa e solamente da qualche mese si è presentato tale delegato a cui noi abbiamo dato ingenuamente fiducia fino a qualche screzio venutosi a creare nelle 2 ultime assemblee. Peraltro si era anche autonominato Presidente e dettava lui legge finché la scorsa assemblea ho preso io le redini in mano aprendo gli occhi agli altri condomini che mi hanno votato. Sono anche convinto che l'amministratore non abbia ricevuto alcuna comunicazione né scritta né verbale da parte di moglie, figli, o eventuali eredi, quindi a questo punto sicuramente lo caccerò fuori dall'assemblea poiché già so che non avrà con sé né delega, né autocertificazione della famiglia o eredi del "de cuius" e lo riammetterò solo quando si ripresenterà con tale documentazione e redarguirò l'amministratore nel non aver aggiornato l'Anagrafe dei Condomini rendendo partecipe l'intera assise assembleare nel nuovo titolare della proprietà del negozio che, peraltro, è anche stato messo in vendita. A proposito di quest'ultimo punto mi sorge un dubbio: in caso di effettiva alienazione chi firmerà l'atto di vendita al probabile acquirente? Non credete che per fare tale alienazione c'è bisogno proprio della successione poiché afferisce l'aspetto meramente fiscale?
 

Elisabetta48

Membro Senior
Proprietario Casa
Nel caso del postante iniziale il nostro Op è un soggetto già conosciuto alla compagine condominiale.
Infatti, non mescoliamo le cose. Il caso iniziale, del 2013, prospettava il caso in cui un genero era stato sempre delegato dalla suocera. Ora intendeva presenziare all'assemblea come delegato della moglie, erede: chiedeva che passi fare. Tre o quattro risposte e il caso era chiuso.
Ora @gildo l'ha modificato inserendo il caso in cui si presenta in assemblea un presunto delegato degli eredi. Sconosciuto lui, sconosciuti loro. Quali passi fare?
Evidentemente ormai condomini e amministratore sono informati della morte del condomino. Ci sta che gli eredi non sappiano quale è la procedura corretta.
Vedo solo due possibilità: 1. l'amministratore manda la raccomandata all'indirizzo del defunto. Probabilmente gli eredi la intercettano e capiscono che devono fare la comunicazione. Se non la ricevono, dopo 30 gorni l'amministratore comincia a cercare informazioni.
2. Se è imminente una assemblea, quando il presunto delegato si presenta, gli viene spiegato cosa va fatto. Lo si rimanda a casa (o lo si lascia presenziare ma senza diritto di parola e di voto, se è legale). Però ci si fa dire da lui chi sono gli eredi e come contattarli. Questo eviterebbe forse la raccomandata

Ho visto che nel frattempo è arrivato un altro messaggio di @gildo. Si sono accavallati
 

Elisabetta48

Membro Senior
Proprietario Casa
la morte è avvenuta già un anno fa e solamente da qualche mese si è presentato tale delegato
Stando così le cose, se l'amministratore non si è mai fatto dire chi erano gli eredi (avendo lì il delegato) e non ha spiegato al delegato medesimo quale procedura andava seguita, beh...cosa dire? Come minimo che è stato un po' inadempiente
 

Gratis per sempre!

  • > Crea Discussioni e poni quesiti
  • > Trova Consigli e Suggerimenti
  • > Elimina la Pubblicità!
  • > Informarti sulle ultime Novità

Discussioni simili a questa...

Le Ultime Discussioni

Alto