Salve,
con una legislazione in materia ferma ad almeno 25 anni ed esigenze completamente diverse al giorno d'oggi, un locatore che vuol pagare le tasse e fare le cose in regola si trova bloccato da assurdi meccanismi.
Il mio caso:
ho un appartamento in città che ultimamente sto locando ad inquilini che devono restare pochi mesi incontrando le loro esigenze (documentabili) e le mie (da ottobre vi abiterà mio figlio nel caso non sia riuscita a venderlo prima) ma non so mai come comportarmi con il contratto.
Il canone concordato non è applicabile (250 euro con poche agevolazioni fiscali-secondo il calcolo UPPI, contro i 650 che sono comunque al di sotto dei prezzi medi della zona).
L'ultima ragazza aveva necessità di 5 mesi, le ho stipulato un 4+4 con sua lettera di recesso ai 5 mesi – registrato Agenzia delle Entrate e tutto ok; anche se non è stato semplice farle capire che poteva realmente andarsene dopo 5 mesi, lei avrebbe preferito un contratto di 5 mesi...
A breve lo avrò disponibile per soli 2/3 mesi, c'è richiesta anche per così brevi periodi ma rifare un nuovo 4+4 con recesso dopo pochi mesi anche no!
Per caso ho seguito la locazione tramite agenzia della ragazza studentessa di mio figlio … loro hanno stipulato un “Contratto di locazione a uso abitativo di natura transitoria di porzione di appartamento ammobiliato Opzione per la cedolare secca” senza nessun riferimento all'allegato B ed alla legge 9 dicembre 1998, n. 431, articolo 5, comma 1 e senza assistenza/firma associazioni categoria. Di sicuro il canone che pagherà non rientrerebbe nei parametri concordati - e di tanto.
Ci sono poi i contratti di affitto di breve durata non superiori a 30 giorni ma sono volti ad esigenze turistiche, contratto non registrato ma obbligo comunicazione ospiti alla questura, e meno di 30 gg mi sarebbero pochi.
Ecco, se io stipulassi un contratto transitorio ma con canone libero come quello dell'agenzia correrei il rischio che possa essere ricondotto ad un 4+4, nient'altro?
Oppure che debba applicare il canone concordato in caso di contestazioni dell'inquilino?
Grazie
con una legislazione in materia ferma ad almeno 25 anni ed esigenze completamente diverse al giorno d'oggi, un locatore che vuol pagare le tasse e fare le cose in regola si trova bloccato da assurdi meccanismi.
Il mio caso:
ho un appartamento in città che ultimamente sto locando ad inquilini che devono restare pochi mesi incontrando le loro esigenze (documentabili) e le mie (da ottobre vi abiterà mio figlio nel caso non sia riuscita a venderlo prima) ma non so mai come comportarmi con il contratto.
Il canone concordato non è applicabile (250 euro con poche agevolazioni fiscali-secondo il calcolo UPPI, contro i 650 che sono comunque al di sotto dei prezzi medi della zona).
L'ultima ragazza aveva necessità di 5 mesi, le ho stipulato un 4+4 con sua lettera di recesso ai 5 mesi – registrato Agenzia delle Entrate e tutto ok; anche se non è stato semplice farle capire che poteva realmente andarsene dopo 5 mesi, lei avrebbe preferito un contratto di 5 mesi...
A breve lo avrò disponibile per soli 2/3 mesi, c'è richiesta anche per così brevi periodi ma rifare un nuovo 4+4 con recesso dopo pochi mesi anche no!
Per caso ho seguito la locazione tramite agenzia della ragazza studentessa di mio figlio … loro hanno stipulato un “Contratto di locazione a uso abitativo di natura transitoria di porzione di appartamento ammobiliato Opzione per la cedolare secca” senza nessun riferimento all'allegato B ed alla legge 9 dicembre 1998, n. 431, articolo 5, comma 1 e senza assistenza/firma associazioni categoria. Di sicuro il canone che pagherà non rientrerebbe nei parametri concordati - e di tanto.
Ci sono poi i contratti di affitto di breve durata non superiori a 30 giorni ma sono volti ad esigenze turistiche, contratto non registrato ma obbligo comunicazione ospiti alla questura, e meno di 30 gg mi sarebbero pochi.
Ecco, se io stipulassi un contratto transitorio ma con canone libero come quello dell'agenzia correrei il rischio che possa essere ricondotto ad un 4+4, nient'altro?
Oppure che debba applicare il canone concordato in caso di contestazioni dell'inquilino?
Grazie
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