quiproquo

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Proprietario Casa
Mah: se è nel diritto del proprietario modificare l'apertura, mi chiedo addirittura se sia richiesta una qualche maggioranza.
Semmai starà al condominio contestare il non rispetto della linea ed estetica architettonica: ma in questo caso dovrà accedere al giudizio del giudice.
In sostanza credo si invertano i ruoli.
L'assemblea sarà convocata senza dubbi e senza indugi. Solo con la sua approvazione il Comune darà la sua. Poi, mi risentirete. Grazie. qpq.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Il 1136 ci rimanda al 1120
Non metterei la mano sul fuoco nemmeno su questo. Premesso che non li escludo a priori, mi chiedo se effettivamente siamo di fronte ad "innovazioni" nel senso corrente cui i due articoli fanno riferimento, e non piuttosto all'art 1118 e 1102 Uso della cosa comune.

Che l'assemblea vada convocata sta bene: che sia per avere l'approvazione o per informare il condominio nelle dovute maniere è pure forse vero.
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Mah: se è nel diritto del proprietario modificare l'apertura, mi chiedo addirittura se sia richiesta una qualche maggioranza.

In realtà no...ma siccome è il Comune a chiedere tale "liberatoria" e considerato che meglio prevenire che curare direi che una delibera sarebbe opportuna.

il punto ballerino sarà, come ben dici, il decoro architettonico

Il "decoro" di per sè non è un problema visto che basta mantenere la tipologia di "finitura".
Non può essere contestato una diversa misura dei fori come lesione al decoro.
 

quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
Non metterei la mano sul fuoco nemmeno su questo. Premesso che non li escludo a priori, mi chiedo se effettivamente siamo di fronte ad "innovazioni" nel senso corrente cui i due articoli fanno riferimento, e non piuttosto all'art 1118 e 1102 Uso della cosa comune.

Che l'assemblea vada convocata sta bene: che sia per avere l'approvazione o per informare il condominio nelle dovute maniere è pure forse vero.
E' possibile anche questo...Staremo a vedere- qpq.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
DEFINIZIONE DI “DECORO ARCHITETTONICO”
E' stata la giurisprudenza ad enucleare il significato di "decoro
architettonico", definendolo come l'insieme armonico delle linee
architettoniche e delle strutture ornamentali dell'edificio condominiale,
idonee a conferire al fabbricato una propria identità.

L'assemblea va convocata per approvare all'unanimità la modifica così ha chiesto il Comune. Il Comune avallando la modifica vuole cautelarsi da azioni legali che un condomino avverso ai lavori potrebbe intraprendere nei confronti di chi ha fatto le modifiche e nei confronti del Comune che ha autorizzato i lavori.
 

basty

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Proprietario Casa
Se mi è permesso un modesto parere, il Comune ha chiesto l'approvazione del condominio per evitare ogni contenzioso: ma è pur vero che il Comune aveva comunque altri modi, ad esempio approvare il progetto proposto sulla base dei criteri urbanistici, facendo salvi i diritti di terzi (cosa che spesso adotta, e forse in questo caso sarebbe stato anche più logico.)
Nel caso fosse accertato che la richiesta di modifica rientrasse tra le facoltà del proprietario del negozio, questi avrebbe titolo per sostenere con l'assemblea la liceità, e al Comune di portare una delibera equivalente, dove il Condominio prende atto di non avere argomenti per contestare i lavori: che è diverso dall'approvarli. Producendo gli stessi effetti.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
@basty il Comune di Milano a seguito di una denuncia di un condomino ha bloccato la costruzione di ascensori esterni fino alla presentazione del verbale della assemblea che approvava i lavori di costruzione di una rampa di accesso al piano di sbarco degli ascensori, perché il ricorrente, che stava al piano rialzato, sosteneva che la costruzione avrebbe violato la sua privicy.
Comunque nella questione di qpq quello che mi lascia perplesso è il cambiamento di destinazione d'uso: locale commerciale cioè negozio su strada, con volumetrie da negozio, magari senza gabinetto o se va bene con il gabinetto nel cortile ad uso esclusivo o in comunione con un altro negozio (anche a Milano ce ne sono tanti di negozi in queste condizioni), che viene trasformato in una abitazione. Se il negozio non ha il bagno non ha neanche l'allacciamento idrico. E gli scarichi domestici?
Io guarderei queste cose qua, perché i negozi sono stati progettati e costruiti come tali, magari anche senza riscaldamento, non il decoro architettonico perché il proprietario potrebbe anche murare completamente la vetrina riprendendo lo stesso stile della facciata del palazzo.
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Il Comune non può pretendere, nel caso specifico, l'unanimità su quella che è comunque una"delibera" dove si approva/permette eventuale modifica nel rispetto del decoro.
Al Comune non serve unanimità perche la decisione della maggioranza renderà il Condominio l'unico bersaglio di eventuali contrari.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Io guarderei queste cose qua,
Bisogna intendersi su chi sia il tuo "IO": certamente queste considerazioni le avrà fatte il geometra potenziale acquirente. Certamente il Comune pretenderà un progetto che rispetta i criteri di abitabilità.
Qui si discuteva sul diritto del titolare a modificare la apertura del suo locale sul lato facciata, e se questo sia soggetto ad approvazione condominiale.
Poi viene la richiesta di liberatoria verso il Comune.
 

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