E' il titolo di un interessante articolo del Sole (8 dicembre, pag. 25) sulle novità introdotte dal Dl 132/2014 convertito nella l. 162/2014; art. 19, c. 1 lett d) che introduce il nuovo art. 492bis c.p.c.
Riassumendo: per i procedimenti che iniziano dall'11 dicembre il creditore in possesso di decreto ingiuntivo esecutivo può chiedere che il tribunale autorizzi la ricerca telematica dei beni da pignorare, tipo autoveicoli, depositi bancari, crediti che il debitore vanta verso terzi.
Questa ricerca, se autorizzata, viene fatta dall'ufficiale giudiziario accedendo ai database delle p.a., archivio rapporti finanziari, pra, ecc. Il creditore deve pagare il contributo unificato di 43 euro (oltre ovviamente alla parcella dell'avvocato che segue la pratica) e ottiene le informazioni necessarie per procedere coi pignoramenti che, se richieste direttamente, non gli vengono fornite perché la legge sulla privacy tutela il debitore.
La nuova procedura dovrebbe agevolare il recupero del credito: diventano più veloci i pignoramenti dei veicoli e più semplici i pignoramenti presso terzi (non è più richiesta la partecipazione del terzo all'udienza ma basta una sua dichiarazione scritta delle somme pignorabili).
Affinché tutto ciò diventi operativo si aspetta un decreto attuativo dei ministeri competenti (Giustizia, Interno, Economia) sentito il parere del Garante della privacy. E occorre " soprattutto che gli uffici giudiziari adeguino le loro strutture tecnologiche".
Me ne ha parlato un proprietario che è entusiasta di questa nuova procedura ora che intende pignorare il c/c bancario e i crediti che il suo ex inquilino moroso lavoratore autonomo vanta verso la clientela.
Spero abbia ragione, ma temo che la tempistica non sarà così veloce come lui si aspetta...
Cosa ne pensate?
Riassumendo: per i procedimenti che iniziano dall'11 dicembre il creditore in possesso di decreto ingiuntivo esecutivo può chiedere che il tribunale autorizzi la ricerca telematica dei beni da pignorare, tipo autoveicoli, depositi bancari, crediti che il debitore vanta verso terzi.
Questa ricerca, se autorizzata, viene fatta dall'ufficiale giudiziario accedendo ai database delle p.a., archivio rapporti finanziari, pra, ecc. Il creditore deve pagare il contributo unificato di 43 euro (oltre ovviamente alla parcella dell'avvocato che segue la pratica) e ottiene le informazioni necessarie per procedere coi pignoramenti che, se richieste direttamente, non gli vengono fornite perché la legge sulla privacy tutela il debitore.
La nuova procedura dovrebbe agevolare il recupero del credito: diventano più veloci i pignoramenti dei veicoli e più semplici i pignoramenti presso terzi (non è più richiesta la partecipazione del terzo all'udienza ma basta una sua dichiarazione scritta delle somme pignorabili).
Affinché tutto ciò diventi operativo si aspetta un decreto attuativo dei ministeri competenti (Giustizia, Interno, Economia) sentito il parere del Garante della privacy. E occorre " soprattutto che gli uffici giudiziari adeguino le loro strutture tecnologiche".
Me ne ha parlato un proprietario che è entusiasta di questa nuova procedura ora che intende pignorare il c/c bancario e i crediti che il suo ex inquilino moroso lavoratore autonomo vanta verso la clientela.
Spero abbia ragione, ma temo che la tempistica non sarà così veloce come lui si aspetta...
Cosa ne pensate?