Due villini a pianta rettangolare, su due livelli, sono costruiti in aderenza su un lato.
Il fabbricato di Paolo è in muratura portante (primi anni ’50) e ha il muro in aderenza dello spessore di 50 cm, con filo esterno coincidente con il confine della proprietà.
Il fabbricato di Giovanni è stato oggetto di demolizione e ricostruzione (primi anni ’90) ed è stato realizzato in cemento armato (travi e pilastri). La struttura portante, compresa la scala di collegamento tra i due livelli, è stata realizzata in aderenza al muro di confine del fabbricato A (senza connessioni), cosicché i due villini sono strutturalmente indipendenti.
Tuttavia, Giovanni nella ricostruzione del suo fabbricato non ha realizzato le tamponature (o comunque una propria muratura), sul lato in aderenza, ma ha rifinito e utilizzato come parete interna il muro di Paolo.
Per regolarizzare tale situazione è stata formalizzata tra le parti una scrittura privata, con cui Paolo cede a Giovanni la mezzadria del muro esistente di sua proprietà, sino al piano di copertura, a fronte di un corrispettivo in denaro da parte di Giovanni.
Oggi Paolo avrebbe intenzione di eseguire la demolizione e ricostruzione del suo fabbricato, ma la demolizione del muro in condivisione comporterebbe, chiaramente, l’apertura dei vani del villino di Giovanni su tutto il lato in comune.
Tenendo conto che:
1) l’intervento di demolizione e ricostruzione si inquadra come “ristrutturazione edilizia” (con stesso volume e area di sedime del fabbricato), per cui è possibile derogare dalla distanza minima di legge di 3 metri, tra i fabbricati, prevista nei casi di nuova costruzione, e ricostruire quindi in aderenza (fatte salve le accortezze per la sicurezza sismica);
2) per via della ridotta superficie del lotto e del contesto edificatorio al contorno, non è possibile una diversa collocazione del fabbricato.
Come si dovrebbe procedere in una tale situazione e quali sono le soluzioni possibili?
Può la comproprietà del muro compromettere la possibilità per Paolo di demolire il proprio fabbricato, tendendo anche conto che non è pensabile operare la demolizione lasciando in piedi il solo muro di confine, per questioni di sicurezza statica, difficilmente asseverabile/collaudabile da qualsiasi professionista?
Come sono ripartite le spese per eventuali interventi?
Grazie a chi saprà illuminarmi.
Il fabbricato di Paolo è in muratura portante (primi anni ’50) e ha il muro in aderenza dello spessore di 50 cm, con filo esterno coincidente con il confine della proprietà.
Il fabbricato di Giovanni è stato oggetto di demolizione e ricostruzione (primi anni ’90) ed è stato realizzato in cemento armato (travi e pilastri). La struttura portante, compresa la scala di collegamento tra i due livelli, è stata realizzata in aderenza al muro di confine del fabbricato A (senza connessioni), cosicché i due villini sono strutturalmente indipendenti.
Tuttavia, Giovanni nella ricostruzione del suo fabbricato non ha realizzato le tamponature (o comunque una propria muratura), sul lato in aderenza, ma ha rifinito e utilizzato come parete interna il muro di Paolo.
Per regolarizzare tale situazione è stata formalizzata tra le parti una scrittura privata, con cui Paolo cede a Giovanni la mezzadria del muro esistente di sua proprietà, sino al piano di copertura, a fronte di un corrispettivo in denaro da parte di Giovanni.
Oggi Paolo avrebbe intenzione di eseguire la demolizione e ricostruzione del suo fabbricato, ma la demolizione del muro in condivisione comporterebbe, chiaramente, l’apertura dei vani del villino di Giovanni su tutto il lato in comune.
Tenendo conto che:
1) l’intervento di demolizione e ricostruzione si inquadra come “ristrutturazione edilizia” (con stesso volume e area di sedime del fabbricato), per cui è possibile derogare dalla distanza minima di legge di 3 metri, tra i fabbricati, prevista nei casi di nuova costruzione, e ricostruire quindi in aderenza (fatte salve le accortezze per la sicurezza sismica);
2) per via della ridotta superficie del lotto e del contesto edificatorio al contorno, non è possibile una diversa collocazione del fabbricato.
Come si dovrebbe procedere in una tale situazione e quali sono le soluzioni possibili?
Può la comproprietà del muro compromettere la possibilità per Paolo di demolire il proprio fabbricato, tendendo anche conto che non è pensabile operare la demolizione lasciando in piedi il solo muro di confine, per questioni di sicurezza statica, difficilmente asseverabile/collaudabile da qualsiasi professionista?
Come sono ripartite le spese per eventuali interventi?
Grazie a chi saprà illuminarmi.