Elisabetta48

Membro Senior
Dunque: il de cuius nel testamento nomina A erede e gli lascia quadri e un appartamento, nomina parecchi legatari per oggetti o somme di denaro e per il legatario B scrive "lego a B tutto il denaro e i titoli presenti alla mia morte dopo che siano stati soddisfatti gli altri legatari". L'erede provvede a distribuire tutti i legati, B si prende tutto il resto. Dopo un po' l'erede riceve dall'INPS la frazione di tredicesima maturata al momento della morte. Questa somma a chi va? E' dell'erede in virtù del fatto che all'erede toccano eventuali crediti o debiti futuri o al legatario?
 

Elisabetta48

Membro Senior
I crediti del de cuius entrano a far parte della comunione eredi-taria. I legatari non ne fanno parte.
Grazie. Questa è l'interpretazione che dà l'erede che in buona fede ha incassato la somma.
Il legatario B invece sostiene che la frazione di tredicesima non è un credito del de cuius ma fa parte del "denaro" che spettava a lui, denaro che invece di essere depositato in banca si trovava nelle casse dell'Inps, già presente al momento della morte anche se non subito disponibile.
Io d'istinto ho dato ragione all'erede ma poi mi sono venuti i dubbi : la tredicesima è un vero credito o giuridicamente parlando è un'altra cosa?
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Dunque: il de cuius nel testamento nomina A erede e gli lascia quadri e un appartamento, nomina parecchi legatari per oggetti o somme di denaro e per il legatario B scrive "lego a B tutto il denaro e i titoli presenti alla mia morte dopo che siano stati soddisfatti gli altri legatari". L'erede provvede a distribuire tutti i legati, B si prende tutto il resto. Dopo un po' l'erede riceve dall'INPS la frazione di tredicesima maturata al momento della morte. Questa somma a chi va? E' dell'erede in virtù del fatto che all'erede toccano eventuali crediti o debiti futuri o al legatario?
Soddisfatti tutti gli altri eredi e legatari il de cuius scrive "lego a B tutto il denaro e i titoli presenti alla mia morte dopo che siano stati soddisfatti gli altri legatari". Pertanto essendo soldi che vanno a sommarsi alla disponibilità del defunto, vanno a B.
 

alberto bianchi

Membro Storico
Proprietario Casa
Pertanto essendo soldi che vanno a sommarsi alla disponibilità del defunto, vanno a B.
Il problema è che alla dipartita del de cuius la quota di tredicesima non è ancora disponibile ma verrà accreditata sul c/c solo alla fine dell'anno (dicembre).
Pertanto, secondo la Dottrina Contabile (Ragioneria):
- al momento del decesso (per e., fine Marzo ) il rateo di tredicesima non può essere considerato Denaro, bensì un Credito, o ancora meglio un Rateo Attino.

 

Elisabetta48

Membro Senior
Pertanto essendo soldi che vanno a sommarsi alla disponibilità del defunto...
...soldi che però non sono "presenti al momento della morte". O sì? Se risultassero dei debiti l'erede dovrebbe far fronte, se risultano dei crediti li deve invece girare al legatario? Anche se non è denaro presente al momento della dipartita? Per esempio se dall'Unico fatto per il defunto risulta un credito d'imposta, l'erede deve girarlo al legatario B?

Ringrazio tutti per le risposte: vedo che il pensiero non è univoco, anzi direi che siamo al 50%
Nel frattempo l'erede ha telefonato al notaio che ha curato l'apertura del testamento. La risposta è stata: "Certo la cosa si presta alle diverse interpretazioni". Lui propende a che la somma vada all'erede. Ma il giudice o chi per esso cosa penserà?
 

Elisabetta48

Membro Senior
Riferisco tutto alla persona in questione, l'erede, che si è sentita assalita e offesa come il peggiore dei malfattori mentre si era limitata a fare quello che le era stato detto essere la prassi (all'INPS avevano letto il testamento)
 

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