Elisabetta48

Membro Senior
Salve a tutti. Ho in passato chiesto consiglio per alcune vicende tuttora in alto mare a causa del comportamento a "muro di gomma" di amministratrice e ditta edile. Finalmente arriva l'assemblea dove dovremo approvare anche il bilancio delle spese straordinarie: le risposte dovranno essere date.

Chiedo però un ulteriore consiglio. Il pregresso era questo: per lavori con bonus facciate e altri al 50% la ditta ha concesso sconto in fattura e, senza che fossero stati concordati, ha pesantemente fatturato come "interessi", con esenzione IVA, presunte commissioni legate alle pratiche degli sconti in fattura.

Nel Luglio scorso ci viene presentata una nota di debito con la motivazione che, in Maggio, nella risposta a un interpello di un professionista, l'Agenzia delle Entrate aveva decretato che gli oneri finanziari, concordati col cliente, legati alla cessione del credito dovevano essere ricaricati di IVA.
La nota di debito che ci hanno presentato prevedeva il pagamento di IVA al 22% sui famosi Interessi, visti come prestazione accessoria alla principale (i lavori edili).

Ho già contestato, senza ricevere risposta, che semmai l'IVA avrebbe dovuto essere al 10% dato che le fatture per i lavori erano caricati di questa aliquota, ma che comunque nessuna IVA era dovuta dal momento che noi avremmo eseguito i lavori (è a verbale) anche senza la concessione dello sconto in fattura, quindi di prestazione autonoma e non accessoria si trattava. In assemblea riproporrò la questione.

Ma ora vengo al quesito: è legittimo che una nota di debito, a noi pervenuta in Luglio 2022, dichiaratamente emessa a seguito di una risposta Agenzia delle Entrate di Maggio 2022 rechi la data del 31 Dicembre 2021?
Vorrei contestare anche questo in Assemblea per ottenere che essa venga rigettata definitivamente ma non so se invece è legittimo emetterne una pre-datata.

Grazie in anticipo.
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
non so se invece è legittimo emetterne una pre-datata.
Mah...a leggere certe storie vien da chiedersi se è una burla.
Con la fatturazione elettronica è impossibile retrodatare un documento ... quantomeno non di mesi.

Premesso che il sistema non lo dovrebbe accettare...chi la emette si espone ad una sanzione per non aver versato l'IVA nei termini di Legge.

Non bastasse questo....si arriva alla follia totale di calcolare l'IVA sugli interessi che sono:
-base non imponibile (per quelli di mora)
-ESENTI IVA per quelli addebitati per dilazione di pagamento.

Ora presumo tu abbia frainteso l'esatta "descrizione" della fattura/Nota di Addebito che mai potrà (per i su spiegati motivi) riportare il termine "interessi".

Mi autocensuro preventivamente (xx xxxxx xxxxxxx xxx xxxxxx xx xxxxx) per la disinvoltura con cui Agenzia delle Entrate chiarisce che gli interessi per la cessione del credito (da professionista/impresa a banca) siano esenti IVA...mentre il recupero di tale "onere finanziario" che professionista/impresa attuano per rivalsa sul cliente finale ...costituisce compenso quindi da fatturare con applicazione IVA.

Demenza genetica...vengono selezionati alla nascita.
 

Elisabetta48

Membro Senior
Mah...a leggere certe storie vien da chiedersi se è una burla.
Non è una burla. E' una truffa. Contano sul fatto che la gente è restia a far causa sapendo che di sicuro ci rimetterà: quello che forse recupererà, e chissà quando, va in spese per avvocati e altro.

Ho omesso nelle premesse che (l'avevo già raccontato tempo fa) la ditta con l'amministratrice aveva concordato uno sconto parziale mentre "la parte rimanente restava a nostro carico" (quindi in parte detraibile direttamente) mentre poi ha fatturato come se avesse concesso lo sconto totale e quel "rimanente" ce l'ha fatturato come INTERESSI, quindi privandoci della possibilità di detrarre qualcosa.
Se non ci credi, nelle fatture la voce era la seguente:
"Preventivo di spesa del 16/06/2021 Bonus 90% - Interessi per sconto in fattura 5861,50 € - percentuale IVA: N4".
Fattura analoga per la parte al 50%.

Nella nota di debito di luglio 2022, datata al 31/12/2021:
Prima riga:
"Addebito oneri finanziari per errato assoggettamento IVA"
Scomputano 8188,37 € con codice N4
Nella seconda riga riportano gli estremi delle due fatture "Interessi" , poi il totale delle due, appunto 8188,37 € e mettono l'IVA al 22%

Ho già messo in campo un avvocato per la storia della fatturazione non conforme alla pattuizione e per quel ricarico di "interessi" assolutamente non concordati. Le due lettere di diffida dell'avvocato sono tuttora senza risposta. La chiamo l'operazione "Muri di gomma". Gli altri condomini dormono e aspettano di vedere come va a finire .

Premesso che il sistema non lo dovrebbe accettare...chi la emette si espone ad una sanzione per non aver versato l'IVA nei termini di Legge.
Anche io la penso così, ma non essendo del mestiere non ne ero sicura.

In primis, per me, vanno rigettate le due fatture relative agli sconti non conformi alla pattuizione. Col che si risolverebbe anche il problema degli interessi e dell'IVA sugli interessi.
Non dovessi ottenere la maggioranza su questa posizione, contesterò la nota di debito, per i motivi già detti: semmai l'IVA doveva essere al 10% e non al 22% ma addirittura non è dovuta in quanto avremmo fatto i lavori anche senza sconto in fattura quindi mancano i presupposti per considerarla una "prestazione accessoria". In più, come tu mi confermi, c'è la grossa irregolarità di questa retrodatazione. Ho la certezza che sia stata retrodatata perché in risposta ad una mia prima mail di contestazione, il capo della ditta ha insistito sul fatto che era a seguito della risposta di maggio che dovevano ricaricare l'IVA.

Con la fatturazione elettronica è impossibile retrodatare un documento ... quantomeno non di mesi.
Ne ero convinta anch'io. Per questo credo che la ditta sappia benissimo che questa IVA non è dovuta e che in realtà non abbia registrato nessuna nota. Semplicemente ha provato a spillarci quasi duemila euro in più. Possibile?

Grazie, come sempre, per le tue preziose indicazioni.
 
Ultima modifica:

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Se non ci credi...
Non ho motivi per non crederti...la mia era una "figura retorica ".

Nello specifico di alcuni punti (in ordine sparso):


Ho la certezza che sia stata retrodatata perché in risposta ad una mia prima mail di contestazione, il capo della ditta ha insistito sul fatto che era a seguito della risposta di maggio che dovevano ricaricare l'IVA.
Non è necessario "retrodatare" essendo una voce che non prevede DDT e nemmeno prestazione "fisica".
La data di emissione può essere quella di incasso.


Per questo credo che la ditta sappia benissimo che questa IVA non è dovuta e che in realtà non abbia registrato nessuna nota
Per verificare se è stata emessa serve accedere al "cassetto fiscale"... prerogativa che credo sia sua riservato il vostro amministratore.


semmai l'IVA doveva essere al 10% e non al 22%

Sbagli.
Non essendo una "prestazione" l'addebito vsi oneri finanziari è imponibile ad aliquota ordinaria 22%.

Se hanno indicato "interessi" non sono imponibili o sono esenti...ma nello specifico è una errata dicitura (data da ignoranza o "dilettantismo totale") cui possono porre rimedio.
Il rutto nasce da una vero e proprio controsenso "ideato" da Agenzia delle Entrate.
 

Elisabetta48

Membro Senior
Non è necessario "retrodatare"
Però lo hanno fatto. La nota ci è stata presentata il 27 luglio e reca la data del 31 dicembre dell'anno prima, che non è certamente nemmeno la data dell'incasso. Perché lo abbiano fatto non lo so. Mi interessa solo sapere se è legittimo farlo oppure no.

Può entrarci il fatto che dal 1 luglio 2022, se non sbaglio, la fatturazione elettronica diventava obbligatoria e retrodatando abbiano evitato questo tipo di registrazione? Figurerebbe ugualmente nel cassetto fiscale?

Sbagli.
Non essendo una "prestazione" l'addebito vsi oneri finanziari è imponibile ad aliquota ordinaria 22%.
Se hanno indicato "interessi" non sono imponibili o sono esenti
Anche per me quegli "interessi" (comunque non dovuti, ripeto, perché non concordati) sono esenti da IVA.
Resto invece dell'idea che, nell'ipotetico caso in cui fossero dovuti, l'aliquota andrebbe al 10%. Le due fatture "interessi" sono collegate alle due fatture per i lavori edili oggetto dello sconto. In esse tutte le voci sono con IVA al 10%. Direi che i lavori edili erano la "prestazione principale" della quale, eventualmente, gli interessi visti come oneri finanziari sarebbero "prestazione accessoria".

Dalla scheda di FiscoOggi sul tema:
- Lo stesso concetto è stato ripreso anche dalla risoluzione 331171 del 12/4/80, che ha precisato ulteriormente che se “l'importo della operazione accessoria riferibile a più cessioni di beni soggette ad aliquote diverse, l'importo medesimo dovrà necessariamente essere scomposto ed attribuito in proporzione ai prezzi di ciascuna operazione principale, assumendone il relativo trattamento di aliquota".
Noi avevamo solo fatture con aliquote al 10%.

In una scheda di Confedilizia, direi proprio in coerenza con quanto sopra, avevo trovato:
1686296247006.png


Il tutto nasce da una vero e proprio controsenso "ideato" da Agenzia delle Entrate.
...e dalla solerzia del professionista che aveva sollevato il problema con un interpello specifico
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Può entrarci il fatto che dal 1 luglio 2022, se non sbaglio, la fatturazione elettronica diventava obbligatoria e retrodatando abbiano evitato questo tipo di registrazione?
La fatturazione elettronica è diventata obbligatoria (per le prestazioni di imprese verso privati) ben prima del Luglio 2022...ovvero dal Gennaio 2019!!! (per imprese verso Pubbliche Amministrazioni ancora prima).
Dal Luglio 2022 sono stati ricompresi quei soggetti "esentati" in virtù di un regime fiscale "agevolato"...ma non oso nemmeno immaginare che l'impresa in questione fosse fra questi (anche se spiegherebbe molte cose).



Anche per me quegli "interessi" (comunque non dovuti, ripeto, perché non concordati) sono esenti da IVA.
Evidentemente non mi hai ancora compreso.

Hanno sbagliato "terminologia" definendo "interessi" quelli che per Agenzia delle Entrate sono "oneri finanziari" (in rivalsa).
Non sono "interessi" che l'impresa applica a voi ...quindi inevitabilmente aliquota al 22 per espressa pronuncia di Agenzia delle Entrate.
 

chiacchia

Membro Storico
Proprietario Casa
Ma c'è anche un'altra cosa la nota di debito la emette la ditta che ha già emesso una fattura e deve fare una correzione dell'importo ma a diminuire altrimenti è una nuova fattura ne più e ne meno, poi la fattura su carta è solo una copia di cortesia la fattura originale la si trova sul cassetto fiscale pertanto il foglio di carta che vi hanno presentato potrebbe essere un fuffa, l'amministratore entrasse sul cassetto fiscale e controllasse, se fa i vostri interessi, altrimenti interpellate un commercialista lui saprà come controllare e cosa dirvi con precisione.
 

Elisabetta48

Membro Senior
l'amministratore entrasse sul cassetto fiscale e controllasse,
@chiacchia e @Dimaraz , grazie del consiglio. Lo chiederemo di sicuro.

Non sono "interessi" che l'impresa applica a voi ...quindi inevitabilmente aliquota al 22 per espressa pronuncia di Agenzia delle Entrate.
Sto studiando la questione, puramente accademica, dell'eventuale IVA al 22% o al 10% perché continuo a non essere convinta.
Uso il termine "interessi" solo perché l'hanno usato loro, certo impropriamente. Quando sarò riuscita a sintetizzare gli elementi alla base della mia opinione, mi rifarò viva.
Intanto, grazie
 

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